Il successo di pubblico per me è uno degli indicatori per capire cosa abbiamo di fronte. Può esserci come può non esserci, ma non è irrilevante. Io penso che la capacità di un artista di comunicare a molte persone in contesti diversi ed in tempi diversi sia rara. Esistono sicuramente fenomeni puramente commerciali il cui contenuto artistico è trascurabile se non nullo, ma si riconoscono facilmente anche perché tendono ad essere evanescenti. A nessuno passerebbe per la testa di considerare grandi opere artistiche i tormentoni estivi, anche se ascoltati da milioni di persone… Dopo poche settimane vengono rapidamente dimenticati.
Al contrario un artista che fa il tutto esaurito ai suoi concerti per anni ed ani evidentemente qualcosa deve valere, anche se magari facciamo fatica a capirlo. Ma facciamo fatica a capire anche Ornette Coleman se è per questo. Il che dimostra che il giudizio personale in queste valutazioni lascia il tempo che trova.
Interessante la domanda se esista un “livello minimo” di tecnica al di sotto del quale non ci sarebbe arte. Io ritengo di no, per il semplice fatto che la tecnica è funzionale al linguaggio ed alla forma espressiva, ci sono molti esempi nella storia dell’arte in cui l’uso degli “strumenti” è stato sovvertito, o comunque cambiato in funzione di nuovi linguaggi. Torno a fare l’esempio di Dylan, che come cantante, diciamolo, è davvero ai minimi termini dal punto di vista tecnico. Ma il suo canto è il suo stile, ed è funzionale al suo linguaggio, ed in quell’ottica è perfetto, funziona per lui, per i milioni di persone di svariate generazioni che lo amano e per la critica che lo approva. Per i canoni operistici il canto moderno è una bestialità. Se poi andiamo a vedere gli innumerevoli stili di canto in giro per il mondo quanti ne troviamo che ci possono apparire rudimentali, sgradevoli o addirittura ridicoli, per il semplice fatto che non comprendiamo il linguaggio che esprimono? Quindi non è la tecnica a determinare l’arte, ma è l’arte che determina la tecnica ed il suo sviluppo. In talune espressioni artistiche, come l’arte concettuale, la tecnica può essere persino inesistente, ma c’è comunque arte.