Author Topic: Tribute band  (Read 460 times)

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Offline eugeniovi

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Tribute band
« on: July 20, 2023, 03:01:33 PM »
Cosa ne pensate delle 'Tribute band' ? fenomeno che si è esteso anche al Jazz. Non ho cultura rock quindi non so dare la giusta 'valutazione'. Ma nel Jazz resta veramente un tributo, un ricordo sonoro visto gli artisti  ai quali si fa riferminento (come nel Rock del resto, posso cantare Janis Joplin ma ma....)  Bho, non saprei valutare, so solo che si piacevole passare una serata magari con un bicchiere in mano (ho visto che spesso sono esibizioni associate a locali) ascoltando 'cover' di artisti ma la cosa resta fine a se stessa....anche a livello artistico. Mi  sbaglio?  Ciao a tutti

Offline Zosimo

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Re: Tribute band
« Reply #1 on: July 20, 2023, 06:00:47 PM »
Mah, dipende che tipo di cover band sono e la qualità. Io tantissimi anni fa
andai ad un festival di cover ed erano uguali in tutto. movenze, pettinature ecc ecc
Chissà cosa si prova a voler imitare un'artista dalla punta dei capelli fino ai piedi ::)
se mi trovo in un locale li ascolto , se devo partire da casa no, metto il cd (ancora esistono?)
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Offline iMaurizio

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Re: Tribute band
« Reply #2 on: July 22, 2023, 09:57:21 PM »
Cosa ne pensate delle 'Tribute band' ? fenomeno che si è esteso anche al Jazz.

Premesso che la cover band e la tribute band sono concettualmente due cose differenti, a quale fenomeno stai facendo riferimento ?

Tradizionalmente nel jazz si suonano composizioni di altri, anche da parte di moltissimi musicisti di fama mondiale, per cui il "coverismo" in generale è una prassi.

In qualche caso i festival e le rassegne decidono di fare dei tributi ad uno specifico artista (magari perché è morto o c'è qualche anniversario), per cui commissionano ad un musicista/gruppo la preparazione di un concerto a tema, ma quindi si tratta di opere su commissione che gli artisti devono fare per stare sul mercato, non perché sia una loro urgenza espressiva.

In ogni caso non credo sia un "fenomeno" e non penso abbia nulla a che fare con le tribute band di rock, funk e pop, che invece basano la loro esistenza sul fatto di suonare ed emulare il modo di suonare di un determinato gruppo/artista, rinunciando ad un proprio sviluppo ed affermazione personale.

Offline eugeniovi

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Re: Tribute band
« Reply #3 on: July 24, 2023, 10:10:18 AM »
Hai perfettamente ragione, il Jazz a parte la prima incisione del brano in 'originale' puo' essere considerato tutta una 'cover' . Brani sono stati resi famosi magari non da chi li ha scritti ma da esecuzioni di altri artisti. Ma la cosa è molto diversa a parer mio. Non ascolterai mai un brano eseguito allo stesso modo da artisti diversi, ma neanche nell'esposizione del tema nello stesso momento magari da tromba e sassofono (per citare due strumenti) per non parlare poi dell'improvvisazione vero 'simbolo' dell'arte Jazzistica. Nel Rock mi sembra si cerchi di 'imitare' per avvicinarsi di piu' all'originale del gruppo ql quale ci si ispira, mera 'copiatura' pur se ad alti livelli ma che mai raggiungeranno neanche da vicino la fonte d'ispirazione ma almeno faranno conoscere, divertire, ballare e .....magari lavorare i gruppi che ne hanno sempre bisogno. Il mio post era piu' riferito al Jazz. Sai quando ,magari leggi.....serata Coltrane 'A Love Supreme' resti (per chi vecchio come me  :)) con un po' di dubbi sul effettivo 'valore musicale'. Poi va tutto bene, meglio che se i gruppi suonino , lavorino in un Italia musicale con mille problemi per chi affronta questa strada. Ciao a tutti

Offline fcoltrane

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Re: Tribute band
« Reply #4 on: July 24, 2023, 04:36:05 PM »
con il tempo sono diventato più elastico. Prima se ascoltavo B . Marsalis suonare A Love Supreme mi sembrava una operazione commerciale , rendere funkettone il brano me lo rendeva odioso. oggi dico solo che non incontra il mio gusto musicale.

Offline iMaurizio

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Re: Tribute band
« Reply #5 on: July 24, 2023, 09:11:20 PM »
Sai quando ,magari leggi.....serata Coltrane 'A Love Supreme' resti (per chi vecchio come me  :)) con un po' di dubbi sul effettivo 'valore musicale'.

Se invece avessero scritto...serata Nuovi Compositori, il sassofonista Pinco Pallino suonerà un repertorio di brani originali tratti dal suo ultimo disco, avresti pensato che il valore musicale sarebbe stato superiore e saresti stato più invogliato ad andarlo a sentire ?

Purtroppo il pubblico in generale non è meno criticabile del marketing artistico: pare che la maggior parte delle persone che vanno ad ascoltare un concerto preferiscano sentire qualcosa che conoscono già, piuttosto che mettersi alla prova con qualcosa che richiede un diverso/a_volte_maggiore impegno.

Lo spopolare in tutti i generi delle cover/tribute/impersonating/inspirating band ne è una lampante dimostrazione, e con le dovute proporzioni il jazz non ne è esente.

Una percentuale non bassa del pubblico del jazz per decidere se apprezza un musicista deve sentirlo misurarsi con un brano/repertorio/modo_di_suonare di qualche grande nome indiscusso della storia del jazz,
e solo attraverso questo tipo di confronto riesce a maturare una scelta di gusto personale.  :)


Offline eugeniovi

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Re: Tribute band
« Reply #6 on: July 25, 2023, 09:32:22 AM »
D'accordissimo con te. L'orecchio vuole 'sicurezze' ed un brano gia' sentito viene 'assorbito' meglio dal pubblico magari non tanto predisposto a novita'. E comunque come ho scritto meglio che si suoni piuttosto che non si suoni, le mie erano delle riflessioni  che non volevano assolutamente negare il ruolo divulgativo di queste Band. Ciao a tutti

Offline dirtysound

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Re: Tribute band
« Reply #7 on: July 27, 2023, 03:07:19 AM »
Quante verità sono state toccate in questi interventi!
Io penso che la capacità di ascoltare sia una cosa che si acquisisca col tempo, così come la capacità di interpretare/comporre i brani.
Ad es. come ascoltatore, riesco a capire percepire meglio l'interpretazione di un brano quando lo conosco, ( inconsapevolmente ) da ascoltatore ho incamerato com'è lo sviluppo dell'armonia del brano e questo mi permette di cogliere l'interpretazione melodica che l'autore ne fa. ( Questo in primis è il perchè insisto tanto sul conoscere l'armonia su cui si sviluppa un brano ovvero mi aiuta/serve per  apprezzare/eseguire meglio il solo melodico ).
Parimenti possiamo considerare anche quest'altro aspetto : " Poichè ogni autore/esecutore ,ha un proprio modo distintivo di interpretare un brano, ciò mi conduce a cogliere meglio le differenze che esso introduce quando esegue lo stesso brano in  momenti/periodi diversi.
( Certamente se il brano è un inedito, cogliere l'interpretazione/improvvisazione jazz dopo l'esposizione del tema, risulta meno facile e immediato ).
Poi possiamo passare a fare un focus sull' esecutore.
Spesso l'esecutore inizia l'esposizione del brano, partendo da subito con l'interpretazione/improvvisazione. Questo  perchè ritengono che il brano presentato sia così conosciuto da non necessitare dell'esposizione del tema ;Partono dal concetto che  l'ascoltatore abbia  già,  almeno armonicamente ,nelle orecchie il brano e conseguentemente partono direttamente con il solo ( P.S. se a questo aggiungiamo che  l'esecutore potrebbe essere un pianista , ecco che potrebbe partire in contemporanea anche l'interpretazione/improvvisazione armonica del brano vedi ad es. Herbie Hancock).
Un'altra domanda posta è stata : Quando un Artista è per noi interessante ? La risposta a questa domanda, per me , è che dipende dalla nostra capacità/esperienza di ascolto (  anche questa si sviluppa nel tempo, sia come capacità di discernere la parte armonica , sia di discernere le varie interpretazioni/improvvisazioni melodiche di un brano  ) , Inoltre la risposta, dipende molto anche dall'esecutore ;
ad es, spesso si possono ascoltare marcate differenze interpretative fra esecuzioni (di uno stesso brano ) fatte all'inizio della sua carriera rispetto a  quelle eseguite a fine carriera ( quest'ultime migliori ed in generale più ricche di sfumature ).
Per me la capacità di interpretare/improvvisare su  di un brano ( inedito o meno ) è una cosa che va ricercata dentro di sè ,e che  parte da dentro sè. Certo un interprete  può sentire un altro musicista (più affermato) più vicino ed affine al proprio modo di suonare...Allora in questo caso, Ben venga il copiarlo in certi passaggi ,sempre nell'ipotesi che quei passaggi si percepiscano affini al proprio modo di suonare , ma bisogna fare attenzione a non cadere nella copiatura , ( che, seppur possa essere apprezzata sia come interpretazione, sia come espressione della tecnica esecutiva) , non farà poi apprezzare (pienamente) l'interprete/copista di turno per quello che potrebbe essere invece il proprio modo personale, più sentito, di interpretare il brano.
Questa copiatura , se ci sarà, Lo saprà lui ma sicuramente  la percepirà l'ascoltatore attento.
Certo , possono esserci serate in cui hai semplicemente voglia di ascoltare un brano , quel brano, dal vivo, con lo stile di....
Per quel tipo di serate va bene così !

Avrò letto almeno sei sette volte il libro di W.Marsalis : "Come il Jazz può cambiarti la vita".
In esso ho trovato tanti spunti di riflessione : due in particolare.
Il primo è quando (verso la fine del libro ) si rivolge ai propri allievi invitandoli : ( 1° a studiare ), ma sopratutto a NON cercare di imitare i propri beniamini, ( perchè potranno stare sicuri che non  riusciranno sicuramente ( all'inizio della loro carriera ) ad arrivare a quei livelli ) ,(Marsalis lo chiama lo Standard di Superman, così elevato da essere impossibile da raggiungere), li invita invece a cercare di essere se stessi (musicalmente parlando)
Il secondo di quando parla di John Aaron Lewis ( il pianista del Modern Jazz Quartet  P.S. Che ho avuto il piacere di ascoltare in un concerto al Teatro Petruzzelli di Bari, Che concerto ! ogni nota toccata al piano, con le sue sospensioni , con le sue pause fra una nota e l'altra permeava di Blues tutto il teatro, forse il più bel concerto che abbia mai visto/ascoltato).

W.Marsalis amava suonare con lui a casa sua ( di John Lewis), e nel libro riporta questa frase :
"Qual'era il suo segreto ? (riferendosi a lui)
E' difficile spiegarlo , ma il suo tocco è fatto di insistenza. Insistenza sui valori, sulle idee di qualità .
Quando facevo dei passaggi superflui, scuoteva la testa e diceva : " Assicurati di suonare una melodia prima di imbarcarti in tutte quelle variazioni elaborate ".
Ecco per me questo è un grande insegnamento : cercare di avere in testa una melodia del tuo modo di interpretare/improvvisare il brano, tutto il brano.
( Non solo qualche buona frase e poi... giù un frego di note , che certo ... sì,  si ascoltano..., ma cosa lasciano ? )
Se proviamo a percorrere quella strada indicata da John Lewis e cogliamo anche il suggerimento di W. Marsalis ai suoi allievi. Avremo iniziato a  percorrere un percorso che ci soddisferà di più . Certo all'inizio (ed anche parecchio dopo ) saremo poco interessanti per chi ci ascolta, se paragonati a quei mostri sacri, ma forse saremo più interessanti per chi ci ascolta se quest'ultimi riusciranno a cogliere il proprio, che ognuno di noi ha dentro di sè, e che prova a tirare fuori.

( Certo se poi si vogliono solo ascoltare concerti sopraffini   ..... ) :)
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Offline Mar

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Re: Tribute band
« Reply #8 on: July 27, 2023, 04:30:04 PM »
Io credo sia necessario ricordare e ricordarci tutti che il jazz è una lingua, nata per una esigenza e un'urgenza di esprimersi.
Hai qualcosa da dire? Ti ascolto. Non hai niente da dire? Non perdiamo tempo. E' inutile che mi reciti a memoria il discorso di Kennedy a Berlino. Dette da lui certe frasi avevano un certo effetto. Dette da qualcun altro, 60 anni dopo, no. Ok una citazione per farti bello, o un frammento per riportare alla memoria qualcosa che conosciamo entrambi , ma l'intero discorso anche no.
E ancora: hai qualcosa da dire? Ti ascolto, ma non usare paroloni difficili. Se ti va bene al massimo riesci a impressionarmi, ma non c'è comunicazione, comunione, reale partecipazione, condivisione, comprensione. Se vuoi stare da solo su un piedistallo tipo "quanto è fico quello!" ok, contento tu... ma per me sei solo una persona che ha studiato troppo e nel modo sbagliato.

E purtroppo mi sa che questo è ciò che è successo al jazz, l'hanno fatto diventare una lingua morta, troppo cervellotica. Mi viene sempre in mente la solita battuta di Fiorello che imita Rava: il jazz è come una scoreggia, piace solo a chi la fa.
 
Il senso della musica è esprimersi attraverso i suoni e mettere in moto le emozioni, di chi la fa e di chi l'ascolta.

Offline Zosimo

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Re: Tribute band
« Reply #9 on: July 27, 2023, 07:19:57 PM »
piccolo ot: Mar, tutto ok con l'account?
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Offline Mar

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Re: Tribute band
« Reply #10 on: July 28, 2023, 10:27:07 AM »
 Sembra di sì Zo

Offline Zosimo

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Re: Tribute band
« Reply #11 on: July 28, 2023, 11:38:11 AM »
 ;)
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Offline iMaurizio

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Re: Tribute band
« Reply #12 on: July 28, 2023, 07:36:17 PM »
Mi piacerebbe provare a rispondere intanto a questa prima parte.

Io credo sia necessario ricordare e ricordarci tutti che il jazz è una lingua, nata per una esigenza e un'urgenza di esprimersi.
Hai qualcosa da dire? Ti ascolto. Non hai niente da dire? Non perdiamo tempo. E' inutile che mi reciti a memoria il discorso di Kennedy a Berlino. Dette da lui certe frasi avevano un certo effetto. Dette da qualcun altro, 60 anni dopo, no. Ok una citazione per farti bello, o un frammento per riportare alla memoria qualcosa che conosciamo entrambi , ma l'intero discorso anche no.

In linea di principio direi che il tuo discorso non fa una piega, ma lo sviluppo, divulgazione e storia della musica sono basati molto anche sulla quotidianità, sulla normalità, che è fatta per lo più da personaggi che non sono Kennedy.

Se domani sera possiamo supporre che Marsalis, Akinmusire, Cohen, e altri 30 nomi dei migliori trombettisti jazz del mondo faranno un concerto in qualche teatro/club, non possiamo non tener conto del fatto che ci saranno altri 4/500 trombettisti che daranno anch'essi il loro meglio in un concerto da qualche parte, e anche ipotizzando che molti di loro abbiano un coefficiente creativo molto più basso dei grandi nomi, bilanceranno questa carenza con altre risorse più esecutive, tecniche e di mestiere che sapranno mettere in campo.

Certo singolarmente qualcuno di questi 500 non finirà su un enciclopedia della musica, ma tutti insieme hanno un importanza culturale rilevante.

A meno che il pubblico dimostri di preferire sempre l'ascolto solo del Kennedy vero   ;D



Offline Mar

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Re: Tribute band
« Reply #13 on: July 30, 2023, 10:30:43 AM »
Ciao Maurizio, quello che intendevo dire è che se non sei Kennedy non ha senso per me che tu parli come Kennedy. Sono più interessato ad ascoltare quello che hai da dire tu, poco o tanto che sia. Preferisco un errore originale alla perfezione copiata, perché con gli errori si cresce, si impara, si può ampliare il proprio vocabolario.

Offline fcoltrane

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Re: Tribute band
« Reply #14 on: July 30, 2023, 02:36:46 PM »
per me c'è anche la componente tecnica che gioca un ruolo importante oltre alla scelta artistica .
Come ho detto B .Marsalis che suona A Love Supreme non incontra il mio gusto musicale (ma comunque la musica che riesce ad esprimere è di buon livello)
il fratello trombettista che suona lo steso brano risulta per il mio gusto musicale molto più credibile ed il risultato è ottimo.
stesso discorso per  Lovano e Potter che sono straordinari sassofonisti.
poi è chiaro che se il sassofonista della mia città che suona più o meno al mio livello fa una serata in onore di Coltrane con brani come Naima Impression e mr pc probabilmente oltre a risultare poco credibile non incontrerà il mio gusto musicale.
ed al contrario se Sebastiano Ragusa o Stefano Bedetti fanno la stessa serata sono certo che incontreranno il mio gusto musicale .
Questo perché sono tra i pochi sassofonisti che risultano credibili.
(potrebbero suonare con la stessa facilità percorsi modali e standard come Moment notice o Giant Steps o satellite.)

allo stesso modo credo che sei il sassofonista della mia città che ha più o meno la mia tecnica propone brani musicali originali non incontrerebbe lo stesso il mio gusto.

spezzo una lancia anche in favore di quei musicisti che sono in grado di copiare.
tutti quelli che conosco e che sono in grado di farlo poi sono in grado anche di esprimere il proprio modo.
invece mi è capitato di ascoltare musicisti che non sono in grado di copiare proprio nulla ma al contempo non sono in grado di esprimere alcunché.
per me è una visione romantica ma anche anacronistica : l'errore originale insieme ad altri errori rappresenta solo un limite tecnico.
se sei Davis Rava Coltrane ti puoi permettere l'errore originale, se sei me e ti capita l'errore originale insieme magari ad altri errori non ti fanno suonare più. :( :( :(.