L' Alta Fedelta' ha, come fine, la riproduzione il piu' fedele possibile di un
evento musicale.
Questo significa che non solo e' importante la qualita' della riproduzione della musica in se stessa, nel senso che il suono di una tromba "assomigli" al suono di una tromba, quello di un contrabbasso ad un contrabbasso e cosi' via, ma altrettanto importante e' la ricostruzione spaziale dove l'evento reale si e' tenuto.
Talebani analitici gia' cominceranno a denunciare complotti psicoacustici,
(sorridete: lo sto' dicendo con affetto ), e io mi dichiaro assolutamente d'accordo e confermo quello che nessuno ha d'altronde mai osato negare: e' vero, l' Alta Fedelta' non fa altro che truffare letteralmente i nostri sensi.
Se ci pensate un attimo, noi siamo in grado di riconoscere gli strumenti anche solo da una radiolina a transistor da pochi euro: il nostro cervello e' in grado di elaborare e ricostruire una cosa anche sulla base di pochissime informazioni, magari anche di scarsa qualita' o meglio: poco aderenti alla realta'.
Grazie a questa radiolina siamo infatti in grado di riconoscere, per esempio, un violino e subito dopo, anche e comunque, discernere che un violino, dal vivo, suona in modo differente.
Sempre ascoltando la stessa radiolina, pero', nessuno di noi ha l'impressione di essere in un Teatro: il motivo e' che le nostre orecchie non ricevono le informazioni relative allo spazio, e non perche' gli strumenti "suonino male".
Far si' che il nostro cervello sia in grado di ricostruire una scena musicale, dalla pedana di un piccolo locale jazz ad un grande palco di una orchestra sinfonica, e' un poco piu' complicato e soggetto a moltissime componenti.
Il modo per tentare di ricostruire questa "immagine" e' la stereofonia, che quindi e' un metodo per ingannare le nostre orecchie e di conseguenza il nostro cervello, facendo si' che quest'ultimo, in base alle informazioni ricevute, sia in grado di ricostruire una spazio tridimensionale,
(percio' non solo destra-sinistra, ma anche alto-basso e davanti-dietro), dandogli cosi' l'impressione di assistere ad un evento reale e non ad una sua simulazione.
A questo punto e' evidente come la bonta' di una incisione e la qualita' intrinseca di un impianto siano elementi necessari ma decisamente non sufficenti: diventa assolutamente importante il modo in cui l'impianto e' stato posizionato nella stanza, la posizione dell'ascoltatore rispetto agli altoparlanti e l'acustica stessa dell' ambiente.
Quindi quando si dice che un impianto suona 'bene' o 'male' oppure, in seguito ad una modifica, 'meglio' o 'peggio', (o 'uguale'), in realta' non ci si riferisce al solo hardware ma alla "situazione" completa.
Tutto questo fermo restando che il giudizio finale sulla bonta' o meno della rappresentazione della realta', nella sua completezza, e' comunque dato dalla sensibilita' del nostro sistema sensoriale, quindi dalla capacita' e abitudine del nostro cervello in primo luogo a riconoscere e selezionare determinate "informazioni", e quindi ad elaborarle.