Author Topic: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba  (Read 3156 times)

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Offline fcoltrane

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per quanto riguarda le triadi ora che riesci a leggerle devi fare l'ulteriore sforzo di suonarle a memoria magari  seguendo lo stesso procedimento quindi cromaticamente.
do mi sol,  do #  fa sol#  ecc
e poi verso il basso.
quindi con le minori. do mib sol .

quando hai le triadi parti con le quadriadi.
do mi sol si ecc..
quando hai tutto questo materiale come emissione e sotto le dita parti con i rivolti e con le estensioni.
da qui in poi si può cominciare con la costruzione dell frasi  sul II V I .

per la velocità delle dita non so darti un consiglio diverso da quelli che hai già indicato.
Puoi però fare una verifica per capire se la difficoltà dipenda davvero dalle dita e non da tutto il resto (emissione respirazione legata alla  articolazione )
prova cioè a diteggiare senza suonare verificando la corretta sincronia.
In questo modo se dovesse essere un problema effettivo del diteggiare potresti allenarti senza suonare .
Se invece come capita a me la difficoltà del diteggiare è legata a determinate parti del registro (le estremità) l'unica tecnica di studio che conosco è quella della articolazione.
(è un po ripetitiva ma risolve qualsiasi problema).

Offline dirtysound

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Grazie fcoltrane del feedback, ma giusto per aggiornarti sul questione, le triadi  le ho prima lette suonandole cromaticamente per imparare a incamerare la giusta emissione per avere un bel suono , poi ho cercato di fare il salto in più, imparandole a memoria cromaticamente (quasi un anno e 1/2 ) e devo dire questo è stato un bel salto sotto tanti aspetti , in termini di produttività , anche con un occhio  rivolto all'armonia che ne deriva, (come dicevi tu ). Al di là dell'estensione sui limiti (ognuno ha i propri ), purtoppo il problema della mancanza velocità di velocità nella diteggiatura è proprio legato (come dicevo precedentemente) ai tendini dell'anulare e del medio, non riesco a trovare degli esercizi che mi aiutino a migliorare, in maniera sensibile, lo scioglimento dei movimenti dell'articolazione.
Speriamo in qualche buona dritta.... Ciao.  :)
Bb Conn 38B ; Bb Scodwell standard con  trimmer kit Harrelson - Taylor ; mouthpiece Bruno Tilz Spetial 11F e 10 , Bach 11C , Monette BL2S3 stc1

Offline iMaurizio

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Tantissima carne al fuoco anche stavolta  :), non riesco a dare un contributo che comprenda tutti gli aspetti toccati, per cui proverò di dare qualche risposta a quelli che io ho individuato come dei punti caldi .

imparandole a memoria cromaticamente (quasi un anno e 1/2 ) e devo dire questo è stato un bel salto....

Complimenti per il salto, ma personalmente credo che un anno e mezzo di tempo per raggiungere uno specifico/singolo risultato sia un tempo troppo lungo,
non nel senso che tu sia stato troppo lento o troppo poco bravo, ma nel senso che in generale credo sia molto importante nello studio darsi degli obiettivi
1) certamente personalizzati ma soprattutto 2) raggiungibili in un tempo più breve, per tante ragioni.


Dito anulare, stretching, velocità....
Come tutti i pianisti sanno, il medio e l'anulare sono un po' incollati tra loro, per cui mentre da un lato risulta abbastanza semplice (se si appoggia la mano su un tavolo) sollevare e riabbassare il medio, farlo solo con l'anulare è più difficile e risulta più semplice se insieme all'anulare si solleva anche il medio.
Non a caso un tipico movimento/tic_volontario che un pianista fa anche se è al bar con gli amici è quello di mettere la mano/polso sul tavolo come se dovesse suonare e poi picchetta solo con l'anulare.

Questo aspetto riguarda un po' anche i trombettisti, ma non con la stessa problematicità, nel senso che con la tromba tutto si riduce a 3/4 combinazioni di posizioni un poco più difficili proprio perché mettono alla prova l'indipendenza tra medio e anulare. Con semplici esercizi la situazione migliora rapidamente.

Ad es. mi rendo conto che la mia mancanza di velocità delle dita , mancanza di destrezza è causata sopratutto dalla lentezza che ho sul dito anulare, non lo alzo abbastanza e non lo muovo abbastanza velocemente  ed il suo tendine tira , si stanca e mi da dolenzia poco dopo che lo uso e così anche il tendine del medio (anche se in misura minore ).

Stretching, indolenzimento e quindi difficoltà ad aumentare la velocità possono essere dei segnali che non ci si sta muovendo correttamente.
Il muoversi delle dita durante esercizi di tecnica non deve MAI essere muscolare/strecciato/forzato, ma deve essere sempre morbido a partire dal polso fino alla punta delle dita. Evitare di fare dei movimenti eccessivamente veloci se in realtà non si controllano con musicalità e precisione. Una frase veloce non è solo una questione di ginnastica.

Dopodiché se ci sono dei punti di difficoltà particolari, dei passaggi che si percepiscono più macchinosi di altri, si possono fare frasi/esercizi proprio dedicati a quei passaggi.

Ad esempio
https://i.imgur.com/SDeuJRp.jpg

Offline dirtysound

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Grazie iMaurizio, si percepisce dalle tue risposte che sei un : " Generoso " nell'animo !  ;)  :)
Grazie per le indicazioni e per l'esercizio che proverò a svolgere (con regolarità ) . Speriamo bene ... ;)
Come avevo già scritto in un altro post, si fanno sempre i (possibili )conti con il poco tempo a disposizione.
....Imparare a memoria e suonarle  le triadi minori e maggiori ......Volevo provare a darmi le basi per improvvisare...
Leggere e scrivermi un brano, per come lo sento,  ho imparato a farlo e  imparare a scriverlo/scriverli mi ha aiutato sopratutto nel contare e suddividere bene il tempo , a capire bene le differenze fra le opportune figurazioni da adottare per ottenere quello che volevo esprimere.
Tu puoi avere in testa lo sviluppo del tema e quindi riuscire comunque a scriverlo, (ed è anche bello riuscire a fissare su carta certi passaggi che ti piacciono ), però improvvisare (in maniera propria ) è un altro passo.... devi proprio avere/acquisito dentro di te le note e la giusta emissione per farle così come le pensi. Pur avendole in testa non riuscivo a tirarle giù con una memoria solo uditiva. Imparare a memoria e suonare le triadi minori e maggiori in maniera cromatica mi ha costretto, specie agli inizi, a lavorare e mettere a fuoco gli intervalli da prendere fra le note, "impararli e memorizzarli" su ogni semitono, ...e (così facendo) imparare a distingurìere bene il suono che ogni semitono ha (e quindi a metabolizzarlo bene dentro di me); adesso riesco "quasi" a distinguerli ed identificare ogni singola nota ,... gli intervalli di 3^ maggiore , 3^ minore , 5^ , 5^ ecc,  4 ^, 7^ , maj7.    ....working in progress...
Ho questa benedetta limitazone fisica nelle articolare il movimento veloce dell'anulare e del medio (come hai ben evidenziato e descritto anche tu ) che ancora non riesco/non sono riuscito a migliorare finora. Speriamo nei (e con ) i tuoi consigli di riuscirci....ma se proprio vuoi/volessi ....scrivere una bella road map .... per gli utenti sfigati del forum... fai pure  ::)  non ti tratteniamo....! :D   ;) (...e...non sarebbe una cattiva idea,  un'idea malvagia, aprire un  bel post in tal senso !    :D  :D   ;  )

Per tutte le cose , ci vuole tempo , il tuo tempo...

Grazie ancora , un abbraccio e a risentirti.. :)
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Offline iMaurizio

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A che velocità (bpm al quarto) riesci a suonare lo studio
30, 32, 34 e 37 del Clarke ?


Una scala maggiore suonata a partire dai vari gradi, andata e ritorno, in qualsiasi tonalità e scritta in ottavi, a che velocità riesci a farla ?

Parlo di velocità con le quali riesci ad avere un buon controllo.....

Giusto per farsi un idea dell'entità di ciò che tu definisci un limite che ti preoccupa.....




Offline iMaurizio

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....Imparare a memoria e suonarle  le triadi minori e maggiori ......Volevo provare a darmi le basi per improvvisare...

Ma tu pensi che Chet Baker o Miles Davis abbiano studiato le progressioni cromatiche delle triadi per ampliare il loro fraseggio ?

Si tratta naturalmente di esercizi comunque utili che fanno raggiungere qualche tipo di risultato,
ma non hanno nella maggior parte dei casi una ricaduta diretta nella grammatica di base dell'improvvisazione.

Consideriamo inoltre che la tromba, a differenza del sax e di altri strumenti che si muovono nell'estensione con maggiore agilità, è uno strumento che tende a muoversi principalmente per gradi vicini, per cui le scale o delle frasi (pattern) ricavate dalle scale sono il materiale primario per costruirsi una dialettica di base per l'improvvisazione.


Per non dimenticare poi l'importanza di imparare e suonare gli assoli altrui, ma questo è un altro capitolo   :)

Offline dirtysound

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Ciao iMaurizio , in questo periodo ( da circa 2 mesi ) mi stò principalmente dedicando a cercare di realizzare nel mio box auto un box insonorizzato .
Per non avere problemi di nessun tipo con il Certificato Prevenzioni Incendi ho deciso di non chiudere e di non mettere alcuna finestra sulle griglie di aereazione presenti nel Box, ( questo comporta la necessità di utilizzare un Box di tipo chiuso e non più una suddivisione del box auto mediante pareti a L).
Da quello che ho capito un box di altezza inferiore ai 2 m   x   P = 2,50m   x   L=  1,50m  non ancorato a pavimento od alle pareti  equiparato ad un capanno attrezzi e conseguentemente , come tale , non dovrebbe infrangere infrange nessuna regola edilizia, a condizione che continui a permettere il parcheggio dell'auto ( in tal modo viene salvaguardata la  destinazione d'uso del Box  come Box auto.)
(Probabilmente lo farò realizzare proprio dalla ORMACS).
Poichè i box ai piani interrati sembrano essere stati scelti come "nursery " dalle zanzare ho fatto realizzare delle zanzariere, il cui montaggio però sta' incontrando qualche difficoltà a causa di un fuori squadro delle aperture murarie per l'aereazione. Il problema nasce dal fatto che queste aperture di aerazione sono sui muri comuni ad altri box, ed essendo "comuni" non è permesso alcun aggiusto. Devo per forza intervenire sulle zanzariere già realizzate ! Sto' provando a sistemare le fessure con dei nastri in neoprene, sembra una possibile soluzione , ma mi fa storcere il naso , (avrei preferito un lavoro più pulito e  calibrato , (.... ma tant'è , è così se vi pare...!).
Dopo dovrò far sistemare l'impianto elettrico e poi ordinerò il Box.
In questo preciso momento sto' quindi dando la priorità a realizzare questa cosa, che richiede il suo tempo e che spero, dopo, mi ripaghi regalandomi una quantità di tempo maggiore per dedicarmi alla tromba.
Veniamo a me, il Clarke come ti avevo detto , l'avevo sospeso ed ho quindi bisogno di riprenderlo, ma conto di riprenderlo per bene (così come altri testi ) , appena avrò finito questa cosa qui  del box che ti ho detto.
Non ho fatto ancora (e non ci avevo mai pensato prima ) una prova per misurare di quanto siano i massimi BPM per eseguire otto ottavi (da gestire in controllo).
(Ragionevolmente bassi, credo  ).    Poi suonati come ? Staccati ? legati ?) .
Ovviamente ti anticipo che tanto maggiore sarà il numero di note in cui devo premere anulare e medio tanto più questa velocità di esecuzione sarà bassa.
E' proprio questo il problema , è qui che mi rendo conto che la massima fluidità/velocità di esecuzione viene "costretta" dalla più bassa velocità di articolazione ( che quindi ti limita....). Ne sono perfettamente conscio ed è per ciò che voglio provare a lavorarci su.
Devo trovare il metronomo , il mio fido BOSS DB-30 dr. Beat , ce l'ho da qualche parte, devo solo trovarlo. Puoi già darmi/fornirmi qualche stima indicativa ?

Chet Baker e Miles Davis.... è un colpo basso...   ;)

Ho ascoltato molto e spesso Chet Baker , più di Miles. Lui è un mondo a sé ! Ha una sua maniera di suonare, di cercare le dissonanze che non ha nessun altro....
Vediamo se riesco a esprimere il mio punto di vista....
Tieni presente che ho frequentato un paio di anni e più una scuola Jazz, (lezioni comuni ) il primo anno, diciamo introduttivo, il secondo anno di livello un po' più approfondito.
Ovviamente scale maggiori, minori, armoniche, modali ( ma stiamo sempre lì), scale blues,maggiori minori,e particolari,  pentatoniche maggiori minori, diminuite ecc.ecc. accordi che si ottengono e che si formano da queste scale, e anche altre scale particolari, (esatoniche, maggiori armoniche ( suonare INSIDE  o OUTSIDE )... è inutile farne l'elenco.
C'è stata anche una parte dedicata all'analisi armonica dei brani , struttura dei brani, individuazione delle tonalità, modulazioni, sostituzioni di accordi.
Come affrontare una improvvisazione base (scolastica ).
Ovviamente individuazione della tonalità, e possibilmente relativo modo, e se presenti modulazione, analisi della struttura del brano. Una  delle prime cose che ci dicevano era di suonare gli arpeggi degli accordi del brano, in modo da incamerare la struttura, successivamente provarci le scale. Questo lavoro base , ci dicevano, serve a costruire il "recinto musicale" entro il  quale si sviluppa il brano, che devi incamerare ,(sopratutto armonicamente). Poi puoi provare a muoverti in questo recinto , arpeggi discendentii e ritorno con scala o viceversa , aggiramenti delle note, ecc. Serve a masticare la "base". Una volta che hai incamerato la base ( " il recinto"), poi puoi provare a rimanere in questo recinto o uscirne , ma è importante sapere dove sta' il recinto per saperci tornare o trovare delle note a cui agganciarsi per non perdere il filo musicale (per te stesso o per l'ascoltatore) .
Questo è grossomodo quello che ho avuto modo di capire ,come visione di insieme, in questi due anni di frequentazione  . Il passo successivo , che voglio provare a fare , è quello di acquisire queste informazioni sullo strumento,....e sotto le dita...
(Leggere ed eseguire un brano (anche bene per chi ci riesce ) è comunque differente dall'essere capaci di eseguirci una improvvisazione....
Avere le note sotto le dita è un'altra cosa... (...e possibilmente, ..dopo aver sviluppato queste cosidette  "basi " dopo ( o contemporaneamente ) necessario sviluppare il proprio modo di  "sentire" musicale .
Accorgersi della necessità di fortificare (o anche di costruire delle basi tecniche mancanti )  e riuscirci senza perdere troppo  tempo, seguendo una road map , è anche un obiettivo ( ragionevolmente primario rispetto a tutte queste cose che ho elencato ).
Questo è quanto.
Grazie, ciao !  ;)  :)
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Offline Navarro

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Il libro JAZZ TRUMPET TECHNIQUES for developing articulation and fast fingers di John McNeil contiene, tra le altre cose, diversi esercizi e suggerimenti per migliorare la destrezza delle nostre dita, attività che in realtà coinvolge molto anche il cervello, sia come "pilota" delle dita, sia in termini di velocità di pensiero. Gli esercizi consistono nella ripetizione di brevi frasi che comportano delle diteggiature particolarmente antipatiche (avete presente Paolo Villaggio quando diceva "mi si sono intrecciate le dita"? I meno giovani lo ricorderanno).
Tra i suggerimenti, oltre quelli più ovvi (iniziare gli esercizi lentamente cercando prima la precisione e solo dopo la velocità; esercitarsi anche senza suonare, articolando le posizioni con la mano sui tasti e percependone la precisione dal rumore delle valvole; ecc.) ne ricordo uno un pò particolare: esercitarsi nelle diteggiature ostiche eseguendole con la mano sinistra invece che con la destra. Tale variante evidentemente introduce nell'esercizio una difficoltà in più nella coordinazione dei movimenti, sforzo della cui utilità ci si accorge nel momento in cui si ritorna alla situazione abituale (articolazione con la mano destra).   
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Offline dirtysound

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Grazie del feedback Navarro, questo libro che ci hai suggerito,  fa presupporre (leggendo il titolo ) che siano presenti degli esercizi orientati a sviluppare velocità con un occhio rivolto al jazz , E' realmente così ? (merita l'acquisto ? ).

Tra l'altro c'è una cosa che hai scritto ed è quella per la quale  fai riferimento al percepire il rumore delle valvole , durante l'esecuzione dell'esercizio....
Mi ha fatto tornare alla mente un particolare del video di Vizzutti : dove anche lui, per far percepire esattamente  il "timing" delle dita , ( senza suonare ) aveva svitato i tappi superiori dei pistoni .... ( infatti vi ricordate che quasi incosciamente avevo detto che l'esempio di timing delle dita di Vizzutti mi aveva ricordato l'abilità e la precisione  di certi batteristi sui tempi veloci ...? ....la mia attenzione sul tempo era stata catturata dal rumore delle valvole... ).
E' possibile che questa sia una metodica propria dell'insegnamento musicale  trombettistico Americano ? Cioè:  il far ascoltare (senza suonare ) il rumore prodotto dalle valvole sia anche un modo per  insegnare , ascoltare e quindi controllare e misurare  il timing prodotto dalla destrezza delle dita di chi lo esercita ?  .....(.... Ragionevolmente mi viene da pensare di si ! ..... e pensandoci su , trovo pure che sia un sistema : "valido ed efficace ! " )

Grazie Navarro , attendiamo qualche news in più sul libro che ci hai indicato .
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Offline Navarro

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Gli esercizi a cui ho accennato non hanno nulla di jazzistico, sono frasi di 2-4 battute, sul registro basso e medio basso, studiate appositamente per mettere a dura prova la coordinazione e la scioltezza delle dita. Il riferimento al jazz nel titolo penso sia legato ad altri esercizi di articolazione, posizioni alternative, ecc. sempre contenuti nello stesso libro.

La tecnica di esercitarsi sulla diteggiatura senza necessariamente suonare effettivamente le note mi fu già insegnata da un docente italiano decenni orsono, non è quindi una novità limitata alla scuola d'insegnamento americana. E' utile anche quando si prova un passaggio difficile di un pezzo che stiamo studiando senza necessariamente massacrare le labbra ripetendo la stessa frase decine di volte, oppure quando ci si vuole esercitare senza far rumore (es. la sera tardi). Operando in questo modo il riferimento che hai per giudicare l'accuratezza dei movimenti è solo il rumore delle valvole, udibile in un ambiente silenzioso anche senza svitare i tappi come fa Vizzutti. Ad ogni cambio di posizione bisognerebbe sentire un solo clik, netto e preciso, anche se le valvole mosse sono più di una.
Per sfruttare il tempo in situazioni nelle quali non si ha la tromba a portata di mano, si può sempre provare qualche scala o qualche passaggio intricato picchiettando le dita sul bordo del tavolo, non sarà la stessa cosa ma male non fa, l'obiettivo è sempre quello di sentire un solo rumore per ogni cambio di posizione.

Si diceva del provare i passaggi complicati lentamente per poi aumentare gradualmente il metronomo, in questo caso i cambi di posizione delle dita non debbono a loro volta essere pigri ma veloci e precisi come se si stesse andando a 300 di metronomo. La differenza è che eseguendo il passaggio lentamente si ha più tempo per pensare in anticipo al successivo cambio di posizione. Accelerando gradualmente non si fa altro che abituarsi a tempi di preparazione mentale al cambio successivo sempre più ridotti. Nel libro citato l'autore suggeriva anche di esercitarsi nei passaggi difficili facendo repentinamente i cambi di posizione a due a due (due cambi veloci, un attimo di pausa, altri due cambi veloci, ecc.).

Sul comprare questo testo o meno, mi astengo. Considera che sono una trentina di pagine ed adesso credo sia difficile da reperire (lo comprai negli USA una trentina di anni orsono). Dello stesso autore c'è quest'altro testo che dovrebbe incorporare quanto trattato in quello da me citato.
   
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Offline Zosimo

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Io ce l'ho ed è forse uno dei testi più utili sul fraseggio jazz.
come diceva il poeta: puoi sapere tutte le scale del mondo, ma
se non swinghi sempre tarantella è :D
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
Cornetta: York Baronet ('55)
Flicorno: Couesnon Monopole Conservatorie ('60)
Bocchino: ideatore della penna Bar Rocco, Bris Bois e della tazza V6 Turbo

Offline dirtysound

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Grazie Navarro, della risposta.
Veramente esaustiva la disanima che ne hai fatto a riguardo la parte del libro relativo agli esercizi per migliorare la velocità dell'articolazione delle dita.
Avevo letto qualche volta il suggerimento di provare ad eseguire un brano anche senza suonarlo e ci  avevo anche provato. ma sinceramente non mi aveva convinto questo approccio , perchè per la verità ero più concentrato a capire solo come suonarlo e non mi era mai passato per la mente che invece potesse essere utile per controllare/esercitare la destrezza delle dita, nè alcuno mi aveva suggerito quest'altra utilità.
(....Vedi a che serve un forum ?... :D)
(Parentesi sulla mia tromba se non allento un po' i tappi superiori non è che si senta molto il rumore delle valvole ( per via dei feltrini )(Sarà che sono un po' sordo ? ....May be...!  ;) :D

Però in questo momento torno a pensare sempre che uno studio di conservatorio tenda a formare meglio , ed aiuti ad affrontare con la giusta gradualità, le difficoltà sia dello strumento che musicali .... (Tieni duro fcoltrane !...)  ( ....Quasi sempre, i validi trombettisti e vorrei dire più in generale , i migliori musicisti  che ho ascoltato, (e con i quali successivamente mi si è presentata l'occasione di parlarci) erano persone che comunque avevano alle spalle studi classici di conservatorio, e che succesivamente avevano virato sul jazz, ma  si sentiva comunque che avessero sulle spalle  delle solide basi ,  sia musicali, come anche sullo strumento .
( ...mi convinco sempre più che il fai da te autodidatta sia una gran perdita di tempo , ed i pochi bravi strumentisti autodidatti che ho conosciuto quasi sempre mi hanno comunque detto che, ad un certo punto. anche loro hanno sentito la necessità di approfondire certe sezioni di studio in maniera più approfondita e classica....)
...Per contro non saprei dire se gli studi classici sappiano insegnarti a trovare ed  a tirar fuori quel quid/ quel sentire tipico dell'animo di un jazzista. ( in questo concordo con iMaurizio quando mi fa gli esempi di Chet e Miles).
( .. ma... in questo momento mi sento deficitario....nelle basi ..)

Parentesi: Vorrei togliere la scritta Prima Tromba sotto il mio nickname,..  perchè sicuramente non mi appartiene..meglio terza tromba, aspirante alla seconda... ;) :D )
 
Tornando al testo..
Ero andato a cercare il libro : JAZZ TRUMPET TECHNIQUES for developing articulation and fast fingers di John McNeil e avevo notato che è vecchiotto ( come data di edizione e che risulta anche di difficile reperimento, per questo prima di imbarcarmi nella spesa avevo sentito la necessità di chiedere qualche ragguaglio in più ).
Qual'è il titolo dell'altro testo dello stesso autore che dovrebbe incorporare il primo che hai citato ?  :)

Grazie , ciao.
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Offline Navarro

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...Qual'è il titolo dell'altro testo dello stesso autore che dovrebbe incorporare il primo che hai citato ?  :)

Grazie , ciao.
Sì, scusate, non ho messo il link:

https://www.birdlandjazz.it/en/fiati/45241-the-art-of-jazz-trumpet-bookcd.html
« Last Edit: May 30, 2024, 08:57:41 PM by Navarro »
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Offline fcoltrane

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Per me la vera svolta per acquisire materiale per improvvisare è stata la conoscenza degli accordi e successivamente la tecnica di costruzione della frase e della linea melodica.
Se non conosci l'accordo nella sua forma base difficilmente conosci lo stesso accordo con le estensioni.
Per me quindi la conoscenza delle triadi è stata la base fondamentale
per questo ti dicevo il primo passo è studiare le triadi poi le quadriadi quindi le estensioni.
Ricordo che l'anno scorso ho preso qualche lezione di improvvisazione con un grande trombettista jazz e singolarmente una delle prime lezioni coincideva con la prima  lezione che anni prima avevo ascoltato con il sax.
L'accordo maggiore nona con il pickup.
quindi ad esempio su do.
si do mi sol si re.
quindi trasportare questa frase su tutte le tonalità.

solo qualche lezione dopo ho compreso che questa frase poteva essere suonata su la minore.
e quindi considerando il pickup sulla terza minore.
quindi si pickup do terza minore mi quinta sol settima bemolle si nona re undicesima.
(le estensioni dell'accordo)
quando comincerai a riconoscere le estensioni (magari con le tensioni 9 b 11# 13 b) riconoscerai perfettamente il linguaggio che utilizza Chet per il 90 per cento delle sue frasi



Offline dirtysound

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Confermo, che quanto dice fcoltrane nella prima parte del suo intervento, era uno dei primi passi , che ci sono stati insegnati aella scuola jazz. Riassumendo:
- 1° passo ) Capire queste informazioni è il 1° passo;
- 2° passo ) Leggere e suonare questa tipologia di esercizi è il 2° passo ,( che serve per iniziare ad incamerare i suoni ,.... ma non basta e non è sufficiente, suonarli , leggendoli.... )
- 3° passo ) Incamerarli ed impararli a memoria è il passo più difficile, è lo scoglio  più duro e più lungo ( è il 3° passo ) ;
  ( E qui siamo ancora alle "Basi" dell'improvvisazione , siamo ancora a studiare il recinto nel quale bisogna imparare gradualmente a muoversi con scioltezza, prestando orecchio ai suoni singoli e degli accordi che si vanno a formare e conseguentemente a come saranno collegati/relazionati all'armonia del brano;
- 4° passo ) Il 4° passo è iniziare a maneggiare questi suoni, queste nozioni interpretando il nostro "sentire" sempre in relazione all'armonia.

( E a questo punto  che sull'armonia ci sarebbe da aprire tutto un discorso per capire se è il solista che si deve adattare all'armonia o chi lo accompagna che deve essere bravo a capire in che direzione sta' andando il solista, e a mettergli sotto degli accordi in linea con il suo solo).

Per quanto mi riguarda sento di avere compreso abbastanza bene i tanti meccanismi che stanno alla base dell'improvvisazione, e saprei (ed in parte ho iniziato a farlo ) studiarli e praticarli . 
Lo studio però porta anche alla consapevolezza del punto in cui ci si trova, di cosa ti manca e di cosa quindi. dovresti fare per migliorarti; ti porta ( vorrei dire: spietatamente ) ad accorgerti delle difficoltà ( e/o in alcuni casi della mancanza ) in alcune delle tecniche di  base dello strumento  , ....ti porta pure ad accorgerti che, in presenza di queste mancanze, avrebbe poco senso proseguire lo studio  dell'improvvisazione ( sopratutto perchè  queste difficoltà lo limiterebbero pesantemente nel suo progredire e nel suo sviluppo).

(Ecco quindi la necessità di avere una road map attendibile per gli autodidatti ).
Giustamente ci vorrebbe un M° ( bravo ...e sostenibile in termini economici ) che faccia su di te un programma personalizzato oppure tornare / andare al conservatorio....

...E per tutti quelli che lavorano , ( e che magari devono stare attenti alle spese) e hanno poco tempo a disposizione ?.....
..Si dovrebbe chiudere il cassetto con tutti i tuoi sogni dentro ?....
...Il realismo delle cose, direbbe di sì , ...ma si sa... che i sogni  sono spesso  il motore degli uomini...
...Perchè non provare a sognare se ci fa stare meglio ?

Beh ! Dopo questa bella chiacchierata di alto profilo intellettuale  ::) , ho un paio di domande :

1^  @ fcoltrane:   Che cos'è il "pickup" ? ( mi sono fatto una mezza idea , ma giusto per avere conferma ).
2^  Spesso mi è capitato di leggere nelle recensioni il termine : "slurred ".  Non ho ben chiaro il concetto di cosa si intenda con questo termine. Si intende il suonare " Legato " ?

Attendo news . :)
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