In realtà sulle mie trombe lo scalino c'è ed è parecchio pronunciato (Fciccio, qui marca male, le basi ti mancano!), vado a descriverti le motivazioni.
Partiamo dal Pleistocene: il "gap" è uno dei tanti modi in cui i trombettisti cercano di spiegare certi fenomeni finendo per fare una iper semplificazione di fenomeni in realtà molto complessi derivanti da più parametri in gioco contemporaneamente.
Già in passato descrivevo quello che io definisco il "gap effect", che è ben diverso dal semplice "gap", e cioè distanza, spazio fra due oggetti o caratteristiche della tromba (la fine del bocchino e il gradino fra ricevitore e cannello).
Questa misura, da sola, poco importa se lo spessore della penna varia sensibilmente, pensate a quanto è sottile quella di un Prana o quanto è spessa quella di un Bach.
Idem vale per il gradino che non è solo dipendente dal Venturi (dal diametro del restringimento massimo, dove inizia il cannello) ma dipende anche, e soprattutto, dalla forma dello spigolo, che può essere a 90 gradi o variabilmente smussato.
Poi si dovrebbe aprire un'infinita parentesi sul perché questo gradino è sempre diverso... argomento per un'altro topic. Segni notàro, segni...
Quindi quello che veramente importa è la turbolenza derivante dal doppio gradino che si genera quando si esce dalla penna (positivo) e quando si entra nel cannello (negativo).
L'aria si comporta come un fluido e incontra delle inconsistenze nel flusso, ma anche l'onda stazionaria viene "perturbata" da cambi repentini di diametro.
Questa perturbazione apparentemente non vantaggiosa è in realtà fondamentale per modificare la risposta dello strumento nello staccato, nello "slotting", nella resistenza percepita e, soprattutto, nella distanza fra gli armonici (assoluta e relativa).
"Quale gap è ideale, ordunque?"
"E allora non mi ascolti! Non c'è un parametro ideale, dipende a duecentomila condizioni al contorno!"
"Ma almeno dammi un riferimento di massima..."
In generale si tende a ritenere che 2-3 millimetri sono un buon punto di partenza ma in realtà entra in gioco anche (e soprattutto) il modo di suonare: chi vuole sentire molta resistenza, come spesso capita per gli acutisti (anche se loro inconsapevolmente sostengono di voler suonare equipaggiamenti larghi, altro argomento da trattare in futuro... segni, notaro) vorrà più gap, anche perché questo porterà le note acute ad essere calanti, cosa che fa molto gioco a chi strizza alla morte per suonare le note alte (segni...).
Ma questo valore ha senso solo con bocchini "standard" e con trombe con Venturi "standard".
Nei miei bocchini, che sono più corti, ma questo è per un altro motivo, il gap è molto maggiore, e non è un errore (o almeno spero...): essendo la penna più sottile è necessario aumentare il gap per aumentare il "gap effect".
I miei modelli con la penna più stretta hanno, automaticamente, un "gap effect" maggiore, siccome lo spessore della penna è gradatamente maggiore.
In pratica prendo due piccioni con una fava, aumento il gap percepito e chiudo la serie armonica così che "gli strizzatori" possano essere accontentati.
Trombe AR Resonance con ricevitore filettato, qui la cosa si sdoppia: se usi i ricevitori filettati puoi cambiare il gap secondo tuo gusto. Bisogna provare, provare, provare, ahhhh, provare!
Io da anni sostengo che una tromba senza un sistema per cambiare il gap sia "in balia del bocchino": potrebbe essere meravigliosa come un cancello in base al match.
Non a caso ormai ci sono 5 o 6 marchi che hanno scopiazzato il mio sistema, non vi dico quali perché non meritano pubblicità
Uno di questi, ha persino sostenuto di averlo inventato lui (tre anni dopo che il mio era sul mercato....), ma è anche la stessa persona che si fa fare le trombe in Cina e dichiara il suo cannello "in pezzo unico" anche se si vede lontano un chilometro che sono due pezzi saldati. Aperta e chiusa la (ormai ricorrente) polemica.
Per la cronaca uno dei precursori di un sistema a gap variabile è Courtois, anche se il suo sistema a doppia vite usa una logica completamente diversa e, secondo me, errata. (notaro, segni...)
Ma ci sono stati tanti altri casi decenni prima, insomma, sulla tromba non c'è quasi più nulla che si possa inventare.
Nel caso invece delle mie penne filettate la questione si fa più interessante perché si può agire in due modi sul gap effect.
Lo scopo del mio sistema (e questo sono abbastanza certo sia stato inventato da me, non riesco a trovare alcun altro caso, e ancora non l'hanno copiato, forse perché è veramente una rogna da un punto di vista commerciale) è quello di mantenere la lunghezza dello strumento costante MENTRE si agisce si più parametri del gap effect contemporaneamente.
Mentre con un sistema a gap variabile (scotch sulla penna oppure gli adattatori come nel mio caso) il bocchino entrerà nel ricevitore di quantità diverse con la penna filettata l'inserzione è sempre la medesima, 22mm, un numero assolutamente arbitrario, perché quello che conta è l'interno.
Perché è importante che il bocchino entri nella tromba sempre della stessa quantità? Il First Aid!!! (Il pirulicchio si aripropone come la peperonata...)
Il Pirulicchio "ci insegna" che micro variazioni nel posizionamento di pesi varia in modo molto percepibile l'intonazione e la risposta dello strumento.
Ma che senso ha allora fare i braccetti con i macchinari di Plutone, le maschere di montaggio in titanio indurito e i cannelli con i fenislazzuli rosa se poi il bocchino "si sposta" nel ricevitore? Non ha senso, in effetti!
Ecco perché avere un bocchino che si avvita e arriva sempre "a battuta" (che non è vero, tecnicamente è necessario lasciare un minimo di spazio, altrimenti una vite si sviterà) è un ulteriore e necessario parametro ma mettere nell'equazione totale della tromba.
Torniamo ora al tipo di gap che si crea con questo sistema: essendo "barenato" al tornio posso decidere non solo la lunghezza (quello che tutti chiamiamo il gap) ma anche il diametro interno e, volendo, la forma.
Provo a fare dei disegnini, poi chiedo a Zosimo di allegarli...
Conseguentemente posso variare il "gap effect" pur manendo il "gap" uguale, ma posso anche mantenere il "gap effect" costante variando il "gap", e qualsiasi altra combinazione possibile e immaginabile.
Le implicazioni possibili sono infinite, ma il vantaggio qual è?
Beh, dipende dal musicista: c'è chi è molto sensibile a certi parametri e chi è "inamovibile", nel senso che non percepisce differenze manco se stai due ore a fargli fare test e controtest.
(Per la cronaca questi personaggi sono facili da identificare, di solito si esprimono con "soooooona" e consumano i tasti sui forum e su FB chiamando tutto ciò che non comprendono "una truffa"...)
Con determinati musicisti puoi affinare la risposta a livelli esagerati, con altri magari puoi farli sentire "più comodi", ma il vantaggio è innegabile.
Per questo motivo io consiglio sempre ai miei clienti di NON usare le penne filettate perchè il gap è già integrato.
Meglio "farsi le ossa" con gli adattatori e successivamente andare ad affinare una volta che si è capito cosa funziona e cosa no. Si risparmiano soldi...
Schilke e il Gap 0:
La mia personale interpretazione è che Schilke fosse un musicista straordinario e avesse un controllo tale da fargli credere che nessun gap fosse l'ideale.
La stragrande maggioranza delle persone necessita di gap perchè vogliono che lo strumento li guidi su dove si trovano le note, vogliono che lo strumento "slotti" un po'.
E' anche vero che le trombe schilke sono, in generale, parecchio "strette". E forse per questo il gap zero su una tromba "stretta" su di lui funzionava.
Passatemi il termine: sono consapevole che la X4 sia una tromba universalmente "larga" ma ci sono mille altri parametri in gioco e, rispetto ai miei strumenti, è comunque "stretta".
Le mie trombe sono quindi "XXXXXL"?
No, affatto, anzi. Sono trombe normalissime per quanto riguarda i diametri, ma ci sono altri parametri che la rendono POTENZIALMENTE larghissima (o strettissima).
Uno di questi è il Venturi, ma tocca aprire un altro bel po' di topic...
Ciao!