E' un piacere confrontarsi con te , iMaurizio ! Vediamo se facciamo um parallelo con la letteratura.
Ci sono libri, scritti male e che non ti dicono niente , (magari ad altri dicono qualcosa ) , libri scritti bene ma che non ti aggiungono niente, altri che li leggi tutto di un fiato perchè ti appassionano, ti intrigano per come si svolge la trama, ....alcuni ti ... arricchiscono come persona e ti fanno riflettere e ti rimangono dentro , (li conservi e li rileggi con piacere) , altri sono "tosti" e devi capirli , studiarli e digerirli bene, altri sono tecnici e devi avere le "basi " per poterli leggere... (Altri , a volte, si prestano ad essere riletti tempo dopo, pian piano che maturi nella tua esperienza di vita e di conoscenza , e riletti tempo dopo , alcuni di essi , si aprono a "nuove " chiavi di lettura . ... E' tutto un percorso...
Così , secondo me è un po' la musica: i generi , i brani , il componimento, l'interpretazione, i passaggi tecnici , melodici, armonici...
.. ognuno da assaporare pian piano nel tempo, man mano che la tua esperienza si sviluppa...impari nel tempo ad ascoltarli ed apprezzarli...
Partiamo dallo scrivere un libro , pardon un brano ...

(Teniamo comunque presente la soggettività di ogni individuo )...
Ci sono brani che non ti dicono niente e brani che lasciano una traccia dentro di te...
L'autore è stato capace di congelare e trasferire in uno spartito le sue emozioni, il suo "sentire" durante tutto l'arco del brano, lo si capisce e lo si sente da come lo suona , è coerente alla sua personalità, è coerente al suo modo di esprimersi, al suo sentire, durante tutto l'arco del brano (il brano risulta continuo e scorrevole .. senza impuntature ... le frasi sono legate e sono un continuo nell'espressione di ciò che l'autore sta esprimendo fino alla fine.
Rieseguirlo è un compitino ? Potrebbe... però alcune esecuzioni (e non stò parlando delle interpretazioni o improvvisazioni ) eseguite da altri , non danno e non regalano lo stesso "sapore" come quando il brano è fatto/eseguito dall'autore.
..."Cercare" le note , scavando nel proprio intimo (e anche congelarle in uno spartito) , è un' operazione che nasce dal guardare dentro di Se.
Puoi esprimerti anche nel Bebop, e la tecnica è solo uno strumento per farlo. Per me Woody Shaw rientra fra questi.
L'interpretazione e l'improvvisazione... Mi è capitato spesso di ascoltare delle interpretazioni e delle improvvisazioni che alcune volte erano più interessanti dell'esposizione del brano..
"
Leggere" un brano nella sua interpretazione ( e secondo la tua espressione ) richiede tutte quelle qualità di cui abbiamo parlato e hai sottolineato anche Tu (anche ampliando alcuni aspetti o valutandoli da altri punti di vista ).
Per quel che mi riguarda, si percepisce/percepisco quando l'interprete , nella sua interpretazione, è "
dentro" il brano, come lo stà vivendo e come lo sta' interpretando. ... E si capisce pure "
quanto è dentro " il brano :
1) nella "
sua" profondità ( la profondità insita nel Brano stesso, e
2)nella "
Sua ( profondità propria dell'artista che lo sta' eseguendo).
Lo si capisce dalle note che cerca, dall'espressione e dall'idea che vuole esprimere.
Questo si capisce e lo si avverte, sia nei brani bebop che in quelli più "interpretativi" , e mi riferisco all'interpretazione di quei brani (per quanto mi riguarda) che già di loro mi hanno lasciato qualcosa, per come sono stati scritti, per come l'autore ha saputo trasferire delle emozioni ed un sentire un più profondo che mi è già arrivato e perciò sono già presenti nel brano stesso..
E' nella natura stessa dell'improvvisazione cercare di seguire un'idea secondo il proprio sentire..(...e chi lo nega?) . Purtuttavia la "
profondità " del sentire spesso non riesco a coglierla (mi sto' volutamente dando la colpa)....
Concludo dicendo che queste (e tante altre ) concettualità di cui abbiamo accennato, sono ampiamente espresse e toccate anche con maggiore profondità ed attenzione nel libro di Wynton Marsalis : "Come il Jazz può cambiarti la vita" , un libro autobiografico, in cui Lui ripercorre la sua vita e di
come la sua maturazione si sia sviluppata, nel tempo .
In questo libro, con un'onestà intellettuale veramente ammirevole , non manca di riportare le critiche ricevute ed i consigli rivoltigli da tanti colleghi jazzisti fra i più famosi al mondo (anche musicisti di strumenti diversi ad es. ho trovato molto interssanti quelli rivoltigli dal pianista del Modern Jazz Quartet,) con i quali Lui si è spesso confrontato. Il bello è che cui se conosciamo, fra di essi, uno specifico artista (e ne conosciamo la sua discografia ), possiamo ritrovare e capire aspetti che loro hanno curato e considerato per diventare dei Grandi ( e che con generosità hanno messo a disposizione di Marsalis, il quale a sua volta, li mette a disposizione del lettore, ( perchè sa che fra di essi sicuramente ci saranno musicisti). ...Tutte considerazioni e aspetti che l'hanno aiutato (ed aiutano ovviamente anche qualsiasi altro musicista ) a crescere nella propria maturazione ed individualità. Anche Lui , naturalmente, non manca di elargire utili suggerimenti,
Ho trovato interessante , e potrebbe sicuramente essere inerente a questo thread, una sezione nella quale lui presenta come sia cambiato nel tempo, il suo approccio alla comprensione e a come suonare ed esprimere il blues..( una comprensione ed una approccio ( per me ) valido non solo per il blues ).
....E' un libro che non mi stanco (anche a capitoli ) di rileggere...
.. Non è facile ( ed è individuale , ( ad iniziare dall'artista che la esegue)) esprimere la "
percezione della profondità del sentire" in un brano...