è che quando succedono queste cose sono tutti li a dire la propria, a spalancare bene la glottide e spingere di diaframma con le chiacchiere. Il popolo urla all'inadeguatezza dei soccorsi e degli edifici, il governo urla alle ricostruzioni lampo e ai milioni di euro in viaggio da qualsiasi parte della spesa pubblica. La verità è ben altra, ovvero che i terremotati del molise aspettano ancora soldi, hanno ancora le case inagibili e non si vede il motivo per cui quelli de L'Aquila abbiano priorità. O meglio, si vede, perchè è il confettino elettorale del momento, ecco. Per il popolo, non ci si può vantare dei centri storici senza considerare la fragilità intrinseca nella parola "storico". Come dice saggiamente Tony, provate a convincere il proprietario di un appartamento in "palazzetto del 500 ristrutturato in pieno centro" a lasciare la propria casa, dietro dubbio indennizzo se vogliamo, per il pericolo terremoto. La coscienza, la prudenza, il rigore, sembra siano una manifestazione del terremoto più che dell'uomo che l'ha subito, tanto vengono sempre insieme. Fino ad allora, si cotinuano a costruire case sui vulcani, in zone sismiche senza adeguate strutture, vicino ai fiumi che straripano, tutto perchè i piccoli disagi del quotidiano spaventano molto di più di una stra-ordinaria catastrofe.