Ultimamente mi sto scaricando l'opera completa di Chet e la sto ascoltanto con grandissimo interessa. Devo dire che ho sempre ascoltato il Chet jazzistico, e le sue prime prove con Bird, poi con Mulligan e quindi la fase europea-italiana. Ora invece sto scoprendo i primi anni '50-'60 e metà '70 e devo dire che mi ritrovo davanti a una sorpresa dopo l'altra. Un Chet più "leggero" o più "commerciale" in parte forse per bisogno e in parte per scelta. Molti dischi con musiche leggere o sudamericane che non ricordavo più,ma che da piccolo ho assorbito non so dove (radio, televisione, fischettamento del nonno o di papà ?? jukebox ?); dai Beatles ai mariachi messicani, da orchestre pseudo jazzistiche a musica da film. Alcune proprio in quelle versioni (di Chet) altre in cover inglesi, tedesche ... (Jesolo, Cavallino, Caorle sono praticamente casa mia per parentele strette e mesi passati al mare da piccolo, e la sera alle turiste teutoniche o albioniche passavano di tutto pur di tenerle inchiodate ai tavolini delle gelaterie).
Orchestrazioni carine, altre da brivido (in negativo), ma assoli sempre ben costruiti e la voce come sempre inimitabile, anche se appannata. E poi le colonne sonore dei film italiani di Chet (a partirte dai soliti ignoti, .... ).
Sono rimasto sorpreso e .. stordito. Non sono brutte, anzi molòte andrebbero recuperate, ma non è il Chet che conosciamo. Quanta parte fa l'abitudine (anche al bello).
Gli album più belli, straordinari sono più tardi , quelli degli anni 80, con un Chet solo jazzista, sofferente e lirico al massimo. Però questi sono da riscoprire. Ed anche i tanti live, peccato però che al 70% siano occupati da valenti (o meno) sideman e non da CHet che si risparmia, e dona solo poche note. Andrebbe davvero rivista tutta la produzione sonora di una vita e ... capita a fondo, senza dare giuduizi affrettati, come questi che ho dato io ora. Ma la sorpresa era tale che ho voluto condividerla a costo di sparare stupidaggini.
Gino