Mi intrometto un attimo su Allevi.
Lo conosco da quando, ancora ragazzino, fu scoperto e prodotto da Jovanotti e Michele Centonze (Soleluna). Quando feci parte del tour "L'Albero" di Jovanotti nel 1997 (tour fantastico...bellissima esperienza) Allevi apriva i concerti intrattenendo il pubblico per quasi un'ora.
Era sconosciuto al pubblico, eppure saliva sul palco, si metteva a suonare DA SOLO di fronte a 10.000, 20.000, addirittura negli stadi anche 40.000 e 50.000 persone e con la sua musica incantava il pubblico, che facilmente avrebbe potuto ignorarlo o fischiarlo. E invece riceveva applausi incredibili.
Ed era esattamente com'è adesso: un ragazzo gentilissimo, rispettosissimo, umile, stravedeva per noi musicisti che salivamo sul palco con Jovanotti, ed era esattamente come adesso "tra le nuvole", cioè viveva e sognava per la musica nel suo mondo musicale fatato che cercava di portare alla gente.
L'ho incontrato di nuovo, recentemente, sia a Crozza Italia che a Sanremo, e ho ritrovato lo stesso Allevi che conoscevo, io.
Carinissimo, gentilissimo, esattamente con gli stessi gesti e le stesse piccole cose che ha sempre fatto in concerto da sempre (il bacio rubato al pianoforte, ecc...), con le sue piccole fobie da pianista un pò pazzo ma sicuramente positivo, e con la sua innegabile bravura.
Ho visto e sentito il concerto che ha fatto dal Senato (era il Senato? Non ricordo bene, scusate se magari sbaglio il luogo) e confesso che mi è piaciuto da morire.
Credo ognuno abbia il diritto di dichiarare se una cosa gli piace o meno. Quindi Allevi può giustamente avere sostenitori ma anche avere una fetta di pubblico al quale la sua musica non piace, o magari lui come personaggio non piace.
E' normale!
Non si può piacere a tutti!
La cosa che mi colpisce, personalmente e profondamente, è l'attacco rabbioso di alcuni critici, giornalisti e musicisti di rango.
E' un attacco talmente violento e offensivo che, se ci pensiamo bene, sembra quasi offensivo anche nei confronti del pubblico che lo segue e lo apprezza, come se fosse composto da caproni.
Quando un artista colpisce le corde dell'animo di un pubblico così vasto in più di 10 anni di concerti live senza l'ausilio di trasmissioni televisive ma semplicemente costruendosi un proprio pubblico sul passaparola generale fino ad arrivare, oggi, ad essere conosciuto e riconosciuto anche dal grosso pubblico e a guadagnarsi le platee anche televisive, significa che ha qualcosa di buono da dire. Cioè: oggi lo vediamo oggetto di attenzione da parte dei media, ma si è guadagnato questa attenzione in tanti anni di concerti sul campo di battaglia.
Non mi interessa quello che l'industria discografica o i giornali possono avergli messo in bocca (affermazioni, paragoni, ecc...), io ascolto quello che lui suona. E a me, sinceramente, piace! Forse sono io stesso un sempliciotto!
Con i teatri mezzo vuoti di pubblico in tutta Italia, le orchestre classiche che rischiano di chiudere per i bilanci in rosso e la cancellazione di tutto ciò che è Cultura che nel nostro Paese si sta progressivamente attuando, direi che è benvenuto un Allevi che cita i Mozart e i Puccini e compagnia bella e magari fa incuriosire una bella fetta di ignaro pubblico al punto di domandarsi "Ma chi è sto' Mozart? E Puccini? Aspetta che vado a comprarmi qualche disco e me li ascolto", scoprendo una tradizione musicale colta che va a perdersi.
Allevi può essere un prodotto che agisce da trait d'union col vasto pubblico, che ha sempre meno possibilità di ascoltare musica colta ed è rimpinzato invece sempre più di immondizia musicale.
Questa è la mia umile, modesta, ma personale opinione.
Scusate se magari vado controcorrente, anche con la maggior parte dei miei colleghi.
Ma ho scoperto che tutti quelli che conoscono Allevi da quando era ragazzo ed era esattamente così genuinamente identico a com'è adesso, la pensano come me.
Saluti, e scusate ancora.