Author Topic: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"  (Read 19988 times)

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Offline nic

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #60 on: August 11, 2009, 12:16:17 PM »
Il resto sono chiacchiere!

Alessandro, tutti qui dicono che Bosso è grande. Concedi a Franceschet la possibilità di un pensiero e che, senza problemi, ci partecipi il suo dubbio. Le chiacchiere che si sono fatte in questo argomento vanno bene, così come quelle, in altre sezioni, sulla sottile differenza fra una Bach e la sua imitazione, la B&S, per fare un esempio. Sono ambedue dlle discussioni strampalate o, viceversa, sono accomunate dalla medesima dignità.

Io credo nella buona fede di franceschet e sostengo il suo diritto a parteciparci una riflessione. Replichi chi sa, chi può, chi vuole; ancor meglio se le argomentazioni sono strutturate in una sintassi esente dagli stilemi di un SMS.

Avanguardie: negli anni 80 all'università mi hanno spiegato perché era sublime Le sacre du printemps e che cosa significava. In seguito l'ho ascoltato decine di volte con rinnovata emozione. Nel 1911 o giù di lì, non dico io, ma nemmeno i miei genitori erano nati. Per dire che non bisogna essere contemporanei per capire. Se ne abbiamo la ventura, tanto meglio. Un avvertimento: non è facile essere contemporaneo delle avanguardie e dire la propria. Nel giro di poco tempo si può essere derisi per scarso spirito critico o, all'opposto, tacciati come insipienti retrogradi.

Citazioni: sì, è vero: in questa discussione si sono spese autoritas e citazioni, talvolta senza meditare troppo. Ma in fondo non si trattava di un convegno accademico dove il rispetto delle fonti è un obbligo professionale. Ci abbiamo dato dentro e abbiamo scoperto che la noosfera del forum non è riconducibile soltanto a faccine, battutine e ammicchi vari. Mica male, no?
Voglio dire che ci sta bene sia la leggerezza a tratti scollacciata sia il contributo informato (a tratti pedante - rileggo taluni miei e mi prenderei a schiaffi). Nel forum l'ironia e la sapienza sono condivisi. Io lo vedo un ottimo risultato.
Di conseguenza mi dispiace quando qualcuno schernisce un altro per un enunciato culturalmente troppo determinato. Alla stregua dovremmo stigmatizzare l'uso delle faccine o dei post con commenti minimali e inutili.

Se ho detto un mare di str***ate correggetemi per cortesia impaurit; se potete, fatelo senza adire al vilipendio,  scampat Se proprio non vi riesce,  sudd tranquilli: vi perdono in anticipo. pollices
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Offline Asterix

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #61 on: August 11, 2009, 12:21:24 PM »
Non andava inteso in senso negativo "chiacchiere"! Era da intendersi come questione di gusti: ovvero "mi piace" o "non mi piace" che è insindacabile!  pollices  La qualità del personaggio in questione non è discutibile!
Mi sono espresso male probabilmente!
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Offline nic

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #62 on: August 11, 2009, 12:28:59 PM »
scusami, Asterix, avevo inteso male io
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Offline lucap

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #63 on: August 11, 2009, 11:44:37 PM »
Citazioni: sì, è vero: in questa discussione si sono spese autoritas e citazioni, talvolta senza meditare troppo. Ma in fondo non si trattava di un convegno accademico dove il rispetto delle fonti è un obbligo professionale. Ci abbiamo dato dentro e abbiamo scoperto che la noosfera del forum non è riconducibile soltanto a faccine, battutine e ammicchi vari. Mica male, no?
Voglio dire che ci sta bene sia la leggerezza a tratti scollacciata sia il contributo informato (a tratti pedante - rileggo taluni miei e mi prenderei a schiaffi). Nel forum l'ironia e la sapienza sono condivisi. Io lo vedo un ottimo risultato.
Di conseguenza mi dispiace quando qualcuno schernisce un altro per un enunciato culturalmente troppo determinato. Alla stregua dovremmo stigmatizzare l'uso delle faccine o dei post con commenti minimali e inutili.


Caro nic, permettimi di ribaltare la tua argomentazione. Il povero accademico è costretto a citare fonti elaborare apparati di note mettere insieme lunghe bibliografie. E' solo un apparente paradosso che un suo errore sia dopo tutto più accettabile di uno che occorre in una citazione spontanea e non richiesta in un contesto informale. In fondo qui c'è sempre la possibilità di non farla, la citazione. Quindi quella parte del mio intervento, ispirata a un umorismo tutt'altro che salace, continua a sembrarmi opportuna e trovo che nessuno dovrebbe dispiacersi di essa, se non altro perché non era fine a se stessa ma mi serviva a riportare la discussione sul terreno più solido dell'argomentazione razionale, in cui protagoniste sono premesse e conclusioni e non titoli auctoritates allusioni. Ma l'idea che così sia meglio potrebbe anche essere solo l'aberrazione di un giurista alquanto teorico...  ;)
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Offline nic

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #64 on: August 12, 2009, 02:18:55 AM »
Quindi quella parte del mio intervento, ispirata a un umorismo tutt'altro che salace, continua a sembrarmi opportuna e trovo che nessuno dovrebbe dispiacersi di essa

ti leggo sempre volentieri e con interesse, infatti non mi riferivo al tuo intervento.
In generale alludevo agli interventi che declamano una certa apostasia della cultura se per caso qualcuno si mette in luce con due citazioni. E' giusto che la filosofia del pane e salame venga a ridimensionare chi vola troppo alto; ma non confiniamoci per forza nel recinto dei polli.

(passate le 2 di notte, mi viene solo questo. E aggiungo questo: franceschet e lucap, i vostri interventi mi sono piaciuti, e anche i vostri avatar, compreso quello inquietante dell'uomo senza volto, l'uomo invisibile? che è? mi sfugge)
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Offline Franceschet

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #65 on: August 12, 2009, 09:27:29 AM »
ti leggo sempre volentieri e con interesse, infatti non mi riferivo al tuo intervento.
In generale alludevo agli interventi che declamano una certa apostasia della cultura se per caso qualcuno si mette in luce con due citazioni. E' giusto che la filosofia del pane e salame venga a ridimensionare chi vola troppo alto; ma non confiniamoci per forza nel recinto dei polli.

(passate le 2 di notte, mi viene solo questo. E aggiungo questo: franceschet e lucap, i vostri interventi mi sono piaciuti, e anche i vostri avatar, compreso quello inquietante dell'uomo senza volto, l'uomo invisibile? che è? mi sfugge)

Anch'io sono molto interessato agli interventi di lucap che mi spiazzano sempre, ma proprio per questo mi piacciono, mostrano l'altra faccia della medaglia, almeno per me...
l'uomo èra Carmelo Bene...
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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #66 on: August 21, 2009, 05:47:22 PM »
Ho scoperto che c'è un grande trombettista mancino oltrechè molto umano!!!
GRANDE UOMO E GRANDISSIMO ARTISTA!!!

http://www.facebook.com/home.php#/video/video.php?v=146506731076&ref=nf
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Offline miles74

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #67 on: August 21, 2009, 06:45:04 PM »
Ho scoperto che c'è un grande trombettista mancino oltrechè molto umano!!!
GRANDE UOMO E GRANDISSIMO ARTISTA!!!

http://www.facebook.com/home.php#/video/video.php?v=146506731076&ref=nf

che fenomeno mica male come cestista...ora se si mette anche a dipingere-scolpire-scrivere ecc.... comincia a farmi incacchiare un pochetto

certo che kareem è altissimo ;D
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Offline Norman

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #68 on: August 25, 2009, 10:45:21 AM »
Discussione molto interessante, grazie a tutti per i numerosi spunti di riflessione.

Io Bosso l'ho visto suonare diverse volte, ed in contesti diversi, sia in quintetto, sia come accompagnatore. Posto che a livello di tecnica trombettistica non si discute, è ben possibile che anche lui abbia alti e bassi, e che Franceschet lo abbia beccato in una serata così così, in un progetto magari messo su un po' in fretta ed ancora in rodaggio. Bosso sta suonando praticamente tutti i giorni da due anni, e nonostante ciò non si tira indietro quando c'è da buttarsi in progetti nuovi. Come è già stato sottolineato, ha già avuto svariate esperienze all'estero, segno che il suo talento è riconosciuto anche fuori dai nostri confini.

Io personalmente trovo che Fabrizio sia un raro esempio di virtuosismo abbinato ad un grande gusto musicale. Il che non significa che tutto quello che fa esca fuori bene... Ma per quanto l'ho ascoltato io, l'ho trovato spesso emozionante. Ricordo una sua esecuzione di Mack The Knife da solo con la plunger, avrà fatto 5 minuti di orologio di chorus uno più bello dell'altro, con il pubblico che letteralmente tratteneva il respiro, per poi esplodere in un fragoroso applauso alla fine del pezzo. Ricordo meravigliose esecuzioni di ballad, con lirismo e sentimento. L'ho visto accompagnare cantanti con gusto e misura e cimentarsi con situazioni inconsuete, gruppi etnici o sperimentali. E' vero, ogni tanto si lascia un po' prendere la mano dalla tecnica, ma onestamente penso che sia attualmente di gran lunga il miglior trombettista jazz italiano, ed uno dei migliori solisti di jazz italiani in assoluto, e parlo dal punto di vista musicale, non della tecnica trombettistica.
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Offline ataru

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #69 on: September 03, 2009, 01:41:55 PM »
 ovazion ovazion ovazion ovazion "Au privave"  da far felice pure Bird

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=9yIbburYjns[/youtube]

Offline nic

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #70 on: September 04, 2009, 11:00:16 AM »
la lettura di Timi è poco più che scolastica. Forse sono stato troppo esposto a queste serate di lettura dove per evocare la notte, il jazz, il clima fumoso e torbido si drammatizza la voce come fa Timi. Non è nel mio gusto.

Un giorno Toni mi chiedeva se Carmelo (Bene) era un bluff. Mettiamola così: Timi legge e divulga una pagina scritta (fra l'altro il libro di Chet è solo un documento, non vale due note di fila del musicista che l'ha scritto o della performance di Bosso). Carmelo, quando legge, non di-vulga: fa com-prendere. In lui la lettura è gesto, parola, spartito che fa afferrare in profondità sia il testo che l'autore ed eventualmente la sua e la nostra epoca in relazione al significato del testo interpretato.
Carmelo Bene sceglie un testo e lo rappresenta. Lo spettatore vive un'esperienza della comprensione che è molto oltre la semplice lettura di Timi (senza nulla togliere a Timi che fa quello che fanno tutti, cioè legge in quel modo teatralmente banalotto a cui siamo abituati andando ai festival estivi o commuovendoci davanti alla tivù).

Senza arrivare alle vette di Bene, trovo toccante e intelligente la lettura che fa Pasquale Panella di Carver. La lettura si svolge in interazione con un trio di Salis-DE Castri e un batterista che non ricordo. In interazione e non in giustapposizione come Timi-Bosso. La voce di Panella fa diventare quartetto quello che ti aspettavi essere una voce con dietro un trio.
Sì, per quanto intuisco da you tube, questo spettacolo mi sembra che non funzioni. Ovviamente Bosso non sbaglia una nota ed è perfetto come sempre. Ma secondo me non era questo il dilemma dell'avvio di franceschet. E alla fine si è parlato d'altro
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Offline anrapa

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #71 on: September 05, 2009, 02:10:54 PM »
Caspita, mi ero perso questo messaggio. Mi spiace anche che quel giorno sia caduta la chiamata e non siamo riusciti a finire la chiacchierata... Appena posso ti chiamo!
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Offline Franceschet

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #72 on: September 05, 2009, 11:09:27 PM »
la lettura di Timi è poco più che scolastica. Forse sono stato troppo esposto a queste serate di lettura dove per evocare la notte, il jazz, il clima fumoso e torbido si drammatizza la voce come fa Timi. Non è nel mio gusto.

Un giorno Toni mi chiedeva se Carmelo (Bene) era un bluff. Mettiamola così: Timi legge e divulga una pagina scritta (fra l'altro il libro di Chet è solo un documento, non vale due note di fila del musicista che l'ha scritto o della performance di Bosso). Carmelo, quando legge, non di-vulga: fa com-prendere. In lui la lettura è gesto, parola, spartito che fa afferrare in profondità sia il testo che l'autore ed eventualmente la sua e la nostra epoca in relazione al significato del testo interpretato.
Carmelo Bene sceglie un testo e lo rappresenta. Lo spettatore vive un'esperienza della comprensione che è molto oltre la semplice lettura di Timi (senza nulla togliere a Timi che fa quello che fanno tutti, cioè legge in quel modo teatralmente banalotto a cui siamo abituati andando ai festival estivi o commuovendoci davanti alla tivù).

Senza arrivare alle vette di Bene, trovo toccante e intelligente la lettura che fa Pasquale Panella di Carver. La lettura si svolge in interazione con un trio di Salis-DE Castri e un batterista che non ricordo. In interazione e non in giustapposizione come Timi-Bosso. La voce di Panella fa diventare quartetto quello che ti aspettavi essere una voce con dietro un trio.
Sì, per quanto intuisco da you tube, questo spettacolo mi sembra che non funzioni. Ovviamente Bosso non sbaglia una nota ed è perfetto come sempre. Ma secondo me non era questo il dilemma dell'avvio di franceschet. E alla fine si è parlato d'altro

mmmm mi ritirate in ballo!!!
Allò, che starebbe per allora... sono in piena sintonia con Nic, tranne sul fatto che il libro vale poco, c'è da leggerlo, è scritto da Baker e sono riflessioni, senti la sua musica e la sua voce, che non è quella di Timi, così come la tromba non è quella di Bosso, ma: " legge in quel modo teatralmente banalotto a cui siamo abituati andando ai festival estivi o commuovendoci davanti alla tivù" è questo che ci frega, non è che Bosso ha suonato così quel giorno?
Il mio dilemma era certamente un altro e cercherò di spiegarlo ulteriormente:
io ho della passione, io ho del talento, io ho del genio.
Sono tre artisti:
il primo parte, gli piace quello che fa, stecca, fa cacate, ma lavora duro, ore e ore di duro lavoro giornaliero, si mette in gioco e supera i suoi limiti di tanto in tanto, è intelligente e potrebbe fare tante cose nella vita ma fa quella perchè gli piace e si diverte;
il secondo parte, si culla delle sue capacità, ma sfonda, è portato per quello che fa e lo sa fare, dopo aver capito come funziona va avanti per la sua strada, impegnandosi: è vincente, talento e lavoro sono quello che ci vuole, per spostare ogni giorno il proprio limite in avanti, potrebbe fare tante cose ma fa quello perchè gli riesce meglio e con più facilità;
il terzo sa prima di conoscere. Ha il destino segnato, della sua vita potrà farne solo una cosa, seguire il suo genio o essere infelice
Timi, secondo me sta tra il primo e il secondo.
Carmelo Bene è in pieno il terzo. Non lo dico io, lo dice la critica teatrale, può piacere o no, è stato l'unico autore ad essere inserito tra i classici ancora in vita.
Lui fa rivivere i testi, li rimette in scena, o li toglie dalla scena, è o-sceno, la sua vita è o-scena, la sua vita è il teatro e poichè vuole distruggere il teatro, distrugge se stesso, per rifondare il teatro, e lo ha fatto, dopo Carmelo Bene il teatro non è più lo stesso, non le porcate da cartellone, intendiamoci, il Teatro, quello fatto con il cervello e non con i finanziamenti del politico di turno. Per capire Bene bene, dovreste leggere i suoi scritti prima di vedere i suoi spettacoli, perchè noi siamo ormai fuori dal dibattito culturale di quando lui era in vita, per capirlo dovremmo ri-fondar-ci, ri-posizionar-ci. Come fa ad essere un bluff, uno che scrive libri con Guattari, un attore che scrive con un filosofo, essendo stato il filosofo a chiederglielo! La biblioteca di Bene è visitabile a Otranto, andatela a vedere... io non ci andrò mai, forse.
Chet, e veniamo alla tromba, è come Bene, non avrebbe potuto fare altro, se non quello che ha fatto, il libro, letto da Timi, sono le memorie perdute, 115 pagine stupende, Timi ha restituito un milionesimo... lo stesso per Parker, Davis, Keaton, è facile scoprire chi sono quelli così, sono quelli che non hanno mai fondato una scuola!!!

http://www.youtube.com/watch?v=831235Pe3PE

Le scuole le fondano i talenti, o coloro che possiedono i talenti, il talento fa quel che può, il genio fa quel che vuole, nel suo ambito, ed è giusto che sia così il talento lavora duro, suda per ottenere quello che poi avrà. Gigi Proietti è un grandissimo talento, ma non è un genio.
Il genio, quando passa non lascia le cose come stavano prima, le ha cambiate, le ha stravolte, per questo in altro post ho detto che l'artista è rivoluzionario, perchè solo il genio, per me, è artista, il resto è ottimi artigiani, professionisti, ottimi talenti, ma non artisti!
Ora la questione da me posta era: Bosso, dove sta?
Noi stiamo tra i primi, la maggior parte di noi almeno.
Alcuni tra i secondi.
E fra i terzi? chi ci si può mettere oltre Kitano?
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Offline Zosimo

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #73 on: September 06, 2009, 12:42:00 AM »
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Offline nic

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Re: Fabrizio Bosso e Filippo Timi "come se avessi le ali"
« Reply #74 on: September 06, 2009, 08:56:42 AM »
attenzione a non equivocare le marchette televisive di Bene con il suo teatro, specie quello off nelle cantine romane degli anni 70; o le grandi reinterpretazioni teatrali degli anni 80.
10 anni fa la gente diceva che non gli piaceva Busi perché lo vedeva fare la checca isterica alla tivù ma non ne aveva letto nemmeno un rigo.

Ora, io qui non difendo né Carmelo Bene né Aldo Busi. Nella mia ignoranza e nella mia indigenza e nella mia pigrizia, io, a teatro, da un lustro seguo solo Pippo Delbono. Questa è l'unica indicazione di cultura contemporanea che mi sento di proporvi.
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