Beh, ma lo dice chiaramente che per certi versi non si sente neanche un trombettista, e la ragione risiede nel suo essere autodidatta. Come molti autodidatti, e come molti non autodidatti che non hanno potuto fruire di una didattica all'altezza, il rapporto con lo strumento è tormentato, dominato dalla fatica e da questa sensazione di dover lottare quotidianamente con lo strumento. Penso che sia molto difficile dire quanto il suo gusto abbia influenzato il suo percorso tecnico, e quanto invece non sia stato il suo percorso tecnico ad influenzare le sue scelte artistiche. Molto probabilmente è un mix delle due cose.
Io so solo che per anni mi sono riconosciuto nelle parole di Rava, ma sono anni che, trombettisticamente parlando, rimpiango molto poco. Da quando ho imboccato la strada giusta ho scoperto invece che la tromba può essere (DEVE essere!) relax, divertimento, che non è vero che esige queste ore di faticosa pratica quotidiana, che esige più qualità del lavoro che quantità. Ma soprattutto la tromba non mi fa più paura. Non vivo più nella paura di sbagliare perché tutto è appeso ad un filo e magari sei in uno di quei giorni in cui, come diceva Dizzy, vince la tromba. Oggi vivo anche l'errore in maniera più serena, perché invece quello che mi viene bene non mi costa sforzi sovrumani, non è frutto di una lotta con la tromba ed è molto migliore di quanto avrei potuto anche solo sognare anni fa. Io e la tromba o vinciamo insieme, o perdiamo insieme. Ma quasi sempre si vince...
Enrico Rava è stato un grande protagonista del panorama jazzistico italiano, ma dal punto di vista trombettistico a mio parere è un esempio di come NON si deve suonare la tromba. Non perché quello che ha fatto non sia bello (io ho consumato alcuni suoi dischi, e devo in buona parte alla sua musica il fatto di aver cominciato), ma perché il suo percorso tecnico (e sottolineo percorso tecnico!) non è quello ideale, a mio modesto parere, per potersi veramente innamorare della tromba e, soprattutto, esserne ricambiati.
Oggi fortunatamente le possibilità di studiare con maestri qualificati sono sempre maggiori, e quindi ci sono tutte le possibilità per chiunque di diventare dei trombettisti completi. Poi sarà la sensibilità di ciascuno a determinare quale musica si vorrà fare, se sarà la musica intimista e sommessa di un Rava o quella torrenziale di un Bosso, o quella scintillante e gioiosa di Maynard Ferguson o altro, ma sarà allora senz'altro una libera scelta artistica dettata appunto dalla sensibilità, e non dai limiti tecnici. Forse invece, ed è la mia opinione, si scoprirà che si può essere più cose allo stesso tempo. Che un giorno ti metti lì a suonare gli standard bebop, il giorno dopo suoni canzoni melodiche latin, il giorno dopo ancora fai Morricone! Beh, non è fantascienza. E' quello a cui anche uno studente senza particolare talento come me può arrivare, a divertirsi suonando decentemente più o meno di tutto.