Condivido, anche se non parlavo di swing (Bosso ne ha a secchiate), ma proprio di ghost notes, anche nel fraseggio veloce.
Si tratta di un gusto personale e soggettivo: preferisco un fraseggio che non esprima tutto in maniera esplicita, ma che sottenda note per dare più impulso ritmico all'improvvisazione.
Parker, Dizzy, Fats, Miles, Chet, Harrell, Hubbard, Eddie Henderson, Payton (e in Italia Amato, Boltro, Fresu, Tamburini, Rubino), hanno lavorato molto da questo punto di vista. Tra tutti, forse, in Kenny Dorham o Don Cherry si riesce a sentire cosa intendo per inserimento di ghost notes (contariamente, ad esempio, al Marsalis degli anni '80 o Sandoval e, in Italia, per l'appunto Bosso).