Author Topic: Gli ottoni in orchestra stanno perdendo l’ idea di essere musicisti d’ insieme?  (Read 4907 times)

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Offline mediatore

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Traduzione a cura di Carlo Grandi, l'articolo proposto è di Douglas Yeo e ci parla del ruolo del trombonista (o dell'ottonista) in sezione e nell'orchestra visto come membro dell'insieme e non come singolo musicista.

Articolo veramente interessante che puo' servire a farsi un idea della concezione di "suono di sezione", applicabile in tutte le situazioni, dalla banda all'orchestra.

Buona Lettura!

Gli ottoni in orchestra stanno perdendo l’ idea di essere musicisti d’ insieme (team player)?
http://www.iltrombone.it/portale/index.php?option=com_content&task=view&id=325&Itemid=9

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i trombettisti di questo articolo.
Grazie!
Mirko
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Offline ValerioMaW

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Articolo molto bello, grazie Mirko.

Sono convintissimo di quello che dice Douglas Yeo, anche se non lo conosco.
Anche per i trombettisti  la moda del "cannone", cannelli super-grandi accoppiati a bocchini dai suoni immensi sta prendendo sempre più piede, senza rendersi conto che i momenti in cui si può suonare forte veramente (riferendosi al forte concepito da tali personaggi) sono veramente pochi. Suonare una qualsiasi sinfonia di Mozart può far rendere conto di cosa significa suonare in orchestra; non esiste solo Strauss, dove peraltro bisogna avere anche un piano degno di nota, non solo un fortissimo: ci sono una marea di compositori che hanno concepito la loro musica per avere un supporto degli ottoni e non una supremazia. Il ruolo degli archi è, per la maggior parte del tempo, primario. A volte una nota delle trombe può servire solo a dare un colore, non un uragano che copre tutto. Infine le capacità dinamiche degli ottoni dei secoli passati non erano assolutamente paragonabili a quelle di adesso.
La scorsa settimana ho avuto l'immenso onore di suonare diretto da Riccardo Muti per il concerto di beneficenza dell'Aquila; è stata, guarda caso, anche per me un'esperienza sconvolgente: per chi ci ha suonato non dico niente di nuovo, ma per chi non lo sa, posso dirvi che il volume al quale ho suonato è stato veramente irrisorio (fra l'altro io ero seconda tromba).
Ogni volta che tendevamo a crescere di volume lui ci faceva cenno di calmarci. Nei passi in cui c'era il fortissimo io suonavo a dinamiche comprese tra il mf e mp, nei punti in cui c'era il pianissimo ero al limite dell'umano, riguardo all'emissione, meno di quello le labbra non avrebbero vibrato.
Inoltre con l'altra seconda tromba (eravamo due parti raddoppiate per la maggior parte del tempo), mio carissimo amico, discutevamo della difficoltà di essere seconda tromba.
Fare la prima tromba è difficile, perchè tutto il difficile è affidato a lei, sia esso piano o forte, acuto o grave; inoltre ha il compito di comandare la sezione, cosa non molto facile.
Essere seconda tromba è difficile ugualmente, prima di tutto perchè bisogna ascoltare sempre la prima tromba, relazionarsi ad essa ed essere un appoggio quando serve, ma scomparire quando si può danneggiare il suo lavoro. Se lei fa uno staccato, la 2° deve ripeterlo uguale, così come la dinamica o l'intonazione. Il suono deve essere il più uguale possibile, altrimenti i problemi di intonazione sono raddoppiati.
Il mio amico (2° tromba dell'Orchestra Sinfonica Abruzzese ed ex-allievo di Max Sommerhalder) mi ha detto che tempo addietro aveva affrontato lo stesso discorso con Ermanno Ottaviani, 2° tromba dell'Accademia Nazionale di S.Cecilia a Roma. Ottaviani disse che, nel periodo in cui il posto di prima tromba era ballerino, prima di Lucchi e Pierobon, venivano invitate come prime trombe i grandi trombettisti italiani, ma ogni volta uno diverso. Ottaviani ha raccontato della difficoltà di dover cambiare il suo suono ogni volta che cambiava la prima tromba...cambiare suono! Vi rendete conto di cosa significa essere parte di una sezione ?
Lucchi inoltre ha sempre detto di trovarsi meravigliosamente bene con Ottaviani. Ora si capisce il perchè.
Nelle audizioni la prima tromba ascolta il candidato e se questo suona in un modo che può danneggiare il lavoro della prima, verrà scartato a priori, anche se suona perfetto.
Essere un solista, una prima tromba o una tromba di fila è molto diverso. Non basta suonare bene.
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Offline mediatore

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Ciao Valerio e grazie a te per aver letto l'articolo.

Douglas Yeo è il trombone basso alla Boston Symphony Orchestra, abbiamo tradotto in italiano (e spero ne tradurremo ancora) altri suoi articoli.
Yeo è un personaggio molto introspettivo nella maniera di porsi con lo strumento.

Grazie per il parere, molto interessante!
Mirko
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Offline anrapa

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E' un articolo illuminante, scritto da uno dei trombonisti classici più apprezzati. Mi stupisce però che ci sia la necessità di scrivere un articolo del genere rivolto agli orchestrali (americani o mondiali che siano).
Pensavo, da non professionista, che la consapevolezza di questi problemi, la sensibilità dei musicisti di alto livello, fosse MOLTO maggiore. Certe gare a chi ce l'ha più lungo me l'aspetto da persone come me, nelle piccole big band di periferia, non certo da persone che campano con la musica e che teoricamente dovrebbero essere un modello per gli studenti di tutto il mondo.
Quando facciamo prova in big band ogni tanto scambio il mio "cannone" con le "trombette" dei colleghi (la terza tromba ha una Bach TR-300) allo scopo di sensibilizzare gli amici su quanto sia importante bilanciare i volumi (immaginate che tristezza possa essere una sezione dove la prima suona più piano e la terza più forte!).
(non fatemi notare che basterebbe saper suonare a volumi intelligenti e che non serve un cannone per sovrastare gli altri, la situazione è abbastanza critica da noi... :D  )
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Offline cariu

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molto interessante, mi associo a toni: anch'io pensavo che una certà mentalità di "equilibrio musicale" fosse scontata almeno negli ambienti professionistici, ma si vede che non è così.

si potrebbe notare che nei decenni "l'estremizzazione" ha toccato vari settori: i volumi come scritto, ma anche l'estensione, allargando il discorso anche l'organico stesso dell'orchestra nei secoli ha man mano aumentato il numero di strumentisti, sia per avere una maggiore varietà timbrica ma anche per avere una maggiore forza sonora.
Forse questo aumento degli ottoni è dovuto al fatto che sono gli unici strumenti che possono aumentare l'equipaggiamento: se avessero potuto farlo anche i legni e gli archi secondo me lo avrebbero fatto anche loro.

Suonando in banda il suonare più forte possibile capita molto spesso, e chi lo fa spesso si vanta non capendo che danni fa agli altri e al brano stesso, senza parlare dell'intonazione e del timbro che vanno a quel paese...un po' è l'idea malsana che quello che suona più forte è il più bravo, un po' è come dice l'articolo l'ego che va davanti a tutto...
Fabio "Cariù"

Offline lucap

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molto interessante, mi associo a toni: anch'io pensavo che una certà mentalità di "equilibrio musicale" fosse scontata almeno negli ambienti professionistici, ma si vede che non è così.

si potrebbe notare che nei decenni "l'estremizzazione" ha toccato vari settori: i volumi come scritto, ma anche l'estensione, allargando il discorso anche l'organico stesso dell'orchestra nei secoli ha man mano aumentato il numero di strumentisti, sia per avere una maggiore varietà timbrica ma anche per avere una maggiore forza sonora.
Forse questo aumento degli ottoni è dovuto al fatto che sono gli unici strumenti che possono aumentare l'equipaggiamento: se avessero potuto farlo anche i legni e gli archi secondo me lo avrebbero fatto anche loro.

Suonando in banda il suonare più forte possibile capita molto spesso, e chi lo fa spesso si vanta non capendo che danni fa agli altri e al brano stesso, senza parlare dell'intonazione e del timbro che vanno a quel paese...un po' è l'idea malsana che quello che suona più forte è il più bravo, un po' è come dice l'articolo l'ego che va davanti a tutto...

Sono d'accordo (d'accordissimo per le bande), anche se il punto che rende la questione curiosa è proprio che tanti musicisti oggi sono in grado di raggiungere dinamiche sorprendenti mantenendo il suono perfetto e nobile e riuscendo graditi a chi li ascolta in quanto trombettisti o trombonisti. Insomma è un problema affascinante proprio perché ci caschiamo tutti noi con tutte le scarpe! Nelle bande spesso si fa semplicemente a gara per chi suona più forte, ma il problema di cui parla Yeo in questo articolo è più sottile. Vorrei dire che ha semplicemente ragione, ma quello che penso sotto sotto è che purtroppo ha ragione...  smil
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Offline cariu

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certamente, nelle bande amatoriale il problema è molto grossolano, l'articolo parla di differenze di esecuzione a livello orchestrale molto più sottili e raffinate.

E' un articolo un po' psicologico con questo accento sull'individualismo ed egocentrismo: sicuramente lo si potrebbe applicare anche a molti altri campi...

forse dipende anche dalla mentalità del "popolo": la germania ha sicuramente un'altra idea di collettività rispetto agli Usa.
(Aggiungerei anche il giappone: le esecuzioni della Tokio Kosei sono un bell'esempio di amalgama riuscita)
Fabio "Cariù"

Offline ValerioMaW

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Mi stupisce però che ci sia la necessità di scrivere un articolo del genere rivolto agli orchestrali (americani o mondiali che siano).
Pensavo, da non professionista, che la consapevolezza di questi problemi, la sensibilità dei musicisti di alto livello, fosse MOLTO maggiore.
Beh, chiaramente, nelle orchestre dove c'è il "manico" sia alla bacchetta che alla prima tromba, ciò non accade ;) .

(immaginate che tristezza possa essere una sezione dove la prima suona più piano e la terza più forte!)
Calcola anche che le note acute hanno molta più proiezione delle basse, quindi , in un centro senso, le parti gravi devono necessariamente dare di più per bilanciarsi con la prima. Inoltre, a volte, quando la prima tromba si trova in registri acuti, avere un buon appoggio dell'ottava bassa, permette alla prima di suonare in tutta tranquillità (prendiamo ad esempio il solo famoso della 9° di Dvorak, quarto tempo. La seconda volta, che si è in ottava, se la seconda spinge bene e crea un bel tappeto senza buchi e molto sonoro, la prima può suonare tranquillamente mf senza morire per dare un ff, e il risultato è eccellente).
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Offline Zosimo

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Offline anrapa

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Concordo sulla seconda parte ma non sulla prima: non ci dovrebbe essere bisogno del manico per suonare bene, nelle orchestre suonano i professionisti e queste cose non dovrebbero farle, non pensi?
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Offline genuzzu

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 pollices
Concordo sulla seconda parte ma non sulla prima: non ci dovrebbe essere bisogno del manico per suonare bene, nelle orchestre suonano i professionisti e queste cose non dovrebbero farle, non pensi?
Lo sai che a pensarci nella mia banda non abbiamo mai fatto
a chi suona più forte?

Offline Zosimo

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Sicuramente avete fatto a chi piscia più lontano o rutta più forte  smil
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Meraviglioso!
Grazie Zos.
Qui è un caso un pò particolare, perchè le trombe sono raddoppiate (tipico caso di Von Karajan), ma in originale sono solo due.
Nel video le prime trombe spingono in un modo allucinante, non è questo quello che avevo in mente, anche perchè viene suonato un pò balzato, ma è bellissimo lo stesso.
Bellissime le espressioni di Karajan, quando inizia il solo, fa una faccia truce, allucinante e poi, alla ripresa in ottava, allarga le braccia come per dire "ok, è il vostro momento, ampio, solenne, godetevelo fino in fondo".

Questo significa il manico, Tony! Un direttore che ti fa cambiare modo di suonare anche solo con un' occhiata, anche se sei prima tromba dei Weiner! Purtroppo un orchestrale, anche se di alto livello, non può essere mai al livello dei grandi direttori di orchestra, altrimenti non ce ne sarebbe bisogno. Invece per fortuna, ci sono stati tutti i grandissimi direttori che hanno lasciato delle perle meravigliose. Il direttore conta, ma per farlo deve essere molto bravo.
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Offline Zosimo

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Offline cariu

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Beh, chiaramente, nelle orchestre dove c'è il "manico" sia alla bacchetta che alla prima tromba, ciò non accade ;) .
Calcola anche che le note acute hanno molta più proiezione delle basse, quindi , in un centro senso, le parti gravi devono necessariamente dare di più per bilanciarsi con la prima. Inoltre, a volte, quando la prima tromba si trova in registri acuti, avere un buon appoggio dell'ottava bassa, permette alla prima di suonare in tutta tranquillità (prendiamo ad esempio il solo famoso della 9° di Dvorak, quarto tempo. La seconda volta, che si è in ottava, se la seconda spinge bene e crea un bel tappeto senza buchi e molto sonoro, la prima può suonare tranquillamente mf senza morire per dare un ff, e il risultato è eccellente).

anch'io penso che la bacchetta sia importante ma non può fare "miracoli": per creare un'ottima amalgama come se ne parla nell'articolo serve la mentalità giusta degli orchestrali e anni di esperienza insieme, un direttore che arriva fa quattro prove e monta il concerto può dare tanto ma non può cambiare più di tanto la mentalità degli orchestrali o dare quello che danno gli anni imparando a suonare insieme allo stesso gruppo.
Fabio "Cariù"