Author Topic: Libri (Marsalis)  (Read 5106 times)

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Offline DarioT

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #15 on: March 08, 2010, 04:49:36 PM »
:D

Scherzi a parte, mica solo sua! .....

ok: di molti ma non di Tony.....  !!!  :D
it's time to play some "D"

Offline anrapa

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #16 on: March 08, 2010, 06:29:22 PM »
Lo leggerei MOLTO volentieri, quasi quasi me lo faccio regalare dalla mugliera!
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Offline Ferguson79

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #17 on: March 08, 2010, 10:52:27 PM »
Fantastico l'ho preso da circa una settimana (mi riferisco al primo, in italiano...) bellissimo, l'ho quasi finito...
è proprio meraviglioso, questa visione del jazz come filosofia di vita, non solo come genere musicale, è veramante una gran cosa... bravo winton pollices pollices
Trumpet: Taylor Chicago 46 II Custom
Flugel:     Courtois 155R
Mouthpieces:  Monette MF III Prana (Tromba);
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Offline Zosimo

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #18 on: March 08, 2010, 11:05:55 PM »
Vado a rileggerlo ;)
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
Cornetta: York Baronet ('55)
Flicorno: Couesnon Monopole Conservatorie ('60)
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Offline miles74

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #19 on: April 23, 2010, 08:16:03 PM »
anche io ho letto il primo.è godibilissimo
da avere
Bb : Harrelson Summit Jazz Raw Brass - Bach New York Vintage 1937(restored by Charlie Melk)
Piccolo : Yamaha Bb-A Ytr 6810
Flicorno : Kanstul ZKF 1525
Mouthpiece : Monette B2S3 81/17 Prana -Monette B6LDS 84/21 Prana - Warburton 6mc  - GR 67 fl - Yamaha 16c4

Offline Norman

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #20 on: June 07, 2010, 09:48:05 AM »
Ho appena finito di leggere questo bel libro:



E' un trattato del 1963 che descrive l'evoluzione sociologica della condizione dei neri negli Stati Uniti a partire dalla loro importazione come schiavi fino agli anni '60 attraverso l'evoluzione della loro musica, che della cultura afroamericana è certamente il prodotto più genuino e rappresentativo.

A parte svariate informazioni interessanti sulla storia del jazz e del blues, trovo che l'autore sia particolarmente bravo a descrivere quella che è l'anima, l'essenza emotiva e filosofica che ha dato vita a questa musica, un'anima che è in larga parte rimasta prettamente africana. E l'autore, a partire da una bellissima prefazione, è molto bravo a descrivere quest'anima africana e le sue profonde differenze con l'anima europea occidentale.

Consiglio vivamente di leggerlo, perché fornisce moltissimi spunti di riflessione sul modo di approcciarsi ad una musica che per noi europei (ma anche in buona parte per gli americani bianchi) rimane ancora oggi fondamentalmente aliena nella sua componente più genuina, per il semplice fatto che è frutto di una visione del mondo del tutto opposta alla nostra, sopravvissuta a 400 anni di repressione e frustrazione sistematica. E' proprio questa sopravvivenza a mio parere l'aspetto più sorprendente ed affascinante della musica afroamericana.

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Offline eugeniovi

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #21 on: June 07, 2010, 10:46:21 AM »
Bravo Norman, bellissima pubblicazione. Nella prima edizione italiana l'editore Enaudi lo presentava ancora con il nome americano e non munsulmano  che il poeta, scrittore aveva cambiato  in omaggio alla conversione all'Islam. Punticino :). Ciao, eugeniovi

Offline Norman

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #22 on: June 07, 2010, 12:07:51 PM »
Bravo Norman, bellissima pubblicazione. Nella prima edizione italiana l'editore Enaudi lo presentava ancora con il nome americano e non munsulmano  che il poeta, scrittore aveva cambiato  in omaggio alla conversione all'Islam. Punticino :). Ciao, eugeniovi
:)

Grazie! E' veramente un bel libro. Più tardi apro una discussione su un punto che per me è molto interessante, ed anche un po' provocatorio. ;-)
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Offline eugeniovi

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #23 on: June 07, 2010, 12:37:02 PM »
Già nella tua presentazione c'è del materiale 'provocatorio'. L'analisi e la discussione dell'autore parte dalla considerazione che la musica afroamericana nasce come risposta allo sfruttamento e alla riduzione in schiavitù dei neri d'america e continua con la consapevolezza che questo ha segnato la loro storia e di conseguenza le forme artistiche. I lavori di alcuni  tra i più grandi musicisti  hanno testimoniato questo: la  'rivoluzione' musicale nel segno della tradizione . Ho detto 'provocatorio' perchè già alcuni giudizi sul lavoro di Marsalis letti sul forum non erano di questo avviso. Sono curioso di leggerti ma oggi non ci sono, ciao, eugeniovi

Offline Valejazz

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #24 on: June 08, 2010, 10:25:19 AM »
Il libro di Amiri Baraka è un classico ma anche molto datato, ci sono tanti spunti interessanti, come molte distorsioni idelogiche, tipo la divisione fra neri da piantagione e neri da cortile, col corollario di squalificare la borghesia nera, in quanto di nascita opportunista... Senza tener conto che il jazz, a parte le favole e poche eccezioni, è principalmente fenomeno borghese urbano afroamericano più che proletario

Consiglio per integrare il lavoro di Baraka "Stompin' the Blues" di Albert Murray (anche biografo di Count Basie), lavoro molto più aggiornato e obiettivo, si trova tradotto in italiano (spero decentemente...).

Offline eugeniovi

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #25 on: June 08, 2010, 12:13:35 PM »
Senza tener conto che il jazz, a parte le favole e poche eccezioni, è principalmente fenomeno borghese urbano afroamericano più che proletario

Ho letto la prima edizione del libro in oggetto, di tempo ne è passato e certamente si ha modo di riconsiderarne i contenuti ed anche di sentire bisogno di aggiornamenti.
Resta il,fatto storicamente provato che è stato scritto in un momento importante per la coscienza del 'black people': c'è la rivolta al razzismo, il mondo musicale ed artistico è in fermento con opere che testimoniano questa ribellione, i Jazzisti d'avanguardia continuano la strada della protesta aperta dai vari Mingus, Roach...Coltrane, Coleman, Sheep danno altri significati alle loro note laceranti. Grazie per la segnalazione, altro bel libro ma penso non di facile reperibilità è Jazz e universo nero' di Walter Mauro. Ciao, eugeniovi
.

Offline Norman

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #26 on: June 08, 2010, 12:38:26 PM »
Si, sicuramente l'impronta marxista è evidente nel giudizio severo verso la borghesia nera, e comunque nel modo totalizzante in cui sono concepite le classi sociali, ed è effettivamente un'ottica datata, ma è anche a mio parere l'aspetto meno interessante del libro. Quello che secondo me è l'aspetto più importante è il riconoscimento del fatto che i neri americani hanno prodotto i contributi più cospicui alla storia della musica quando hanno avuto la possibilità (o perché ciò era permesso dal contesto sociale, o perché ne avevano preso coscienza) di dare libero sfogo proprio a quell'anima africana che invece spesso erano costretti (o anche solo incentivati) a tentare di abbandonare per cercare sollievo dalla loro condizione di segregazione nell'assimilazione alla cultura dei bianchi. E trovo davvero affascinante il fatto che tratti importanti dell'anima africana siano sopravvissuti nonostante l'America bianca non abbia mai smesso (se non in tempi piuttosto recenti, e comunque dopo che è stato scritto questo libro) di considerare questa eredità africana come inferiore e non meritevole di essere valorizzata, quando non addirittura deteriore. Se le forme africane si sono ormai perse pressoché totalmente, lo spirito è rimasto per molti aspetti integro, a secoli di distanza dalla deportazione.
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Offline Valejazz

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Re: Libri (Marsalis)
« Reply #27 on: June 08, 2010, 12:57:16 PM »
Quello che secondo me è l'aspetto più importante è il riconoscimento del fatto che i neri americani hanno prodotto i contributi più cospicui alla storia della musica quando hanno avuto la possibilità (o perché ciò era permesso dal contesto sociale, o perché ne avevano preso coscienza) di dare libero sfogo proprio a quell'anima africana che invece spesso erano costretti (o anche solo incentivati) a tentare di abbandonare per cercare sollievo dalla loro condizione di segregazione nell'assimilazione alla cultura dei bianchi.

Ecco qui ho alcuni dubbi, voglio dire che secondo me gli afroamericani hanno prodotto le cose più interessanti (vedi il jazz) quando hanno applicato l'anima africana (studiata da Samuel Floyd jr. in "The Power of Black Music") alla cultura occidentale, creando un sincretismo nuovo e originale (vedi il ragtime per dirne una).

Il jazz in fondo nasce proprio da un meticciato africano ebraico irlandese italiano ecc. e dalla necessità di rendere proprio quanto si trovava dinanzi come altro.

Questo atteggiamento rientra in un'ottica evolutiva borghese in linea con il pensiero di leader neri come WEB Du Bois autore nel 1903 di The Souls of Black Folk, reperibile in italiano.

E' quanto Baraka (o Cane in Italia) non riesce ad amettere, perché la rivendicazione che sostiene (e fa parte del grande movimento per i diritti civili di quegli anni) deve sempre essere giustificata in base a una lettura univocamente marxiana.

Pensando a G. Cane, nel suo libro su Ellington si avverte il fortissimo disagio nel dover celebrare un genio senza ombra di dubbio borghese.

Con questo non nego l'importanza delle altre classi sociali, Armstrong era figlio del sottoproletariato di New Orleans!

I migliori risultati nel jazz (nero, ebreo, italiano ecc) si ottengono quando i valori delle "roots" di solito conservati negli strati sociali più poveri (leggete magari "Amatissima" o "Jazz" di Toni Morrison), sono uniti alla voglia di crescita e sperimentazione propria dei ceti emergenti.