Scusate se apro una parentesi, ma ho incominciato a leggere la biografia su Lee Morgan proposta da Zosimo. Non è una recensione in itinere che voglio lesciare ma un ammonimento: la traduzione è discutibile, o diciamo pure che è fatta coi piedi, anche se il libro sembra molto interessante. Quindi sarebbe consigliabile andarsi a leggere l'originale, l'alternativa essendo quella di grattersi il capo leggendo dei perfidi genitori di Lee Morgan che, desiderando questi una tromba, si decidono finalmente a compargli... un corno (horn, suppongo, p. 27); oppure scoprire che "Clifford Brown adattava tecniche del manuale arabo nel suo stesso modo di suonare" (che si stia parlando del metodo Arban? sinceramente mi sembra l'unica spiegazione plausibile. nota 4 al cap. II); o imbattersi nell'autentico rebus di un "principio [...] approfondito [...] da LeRoi Jones (dopo Amiri Baraka) nel suo libro Blues People" (qualcuno capisce a prima vista da qui che Amiri Baraka è il nome assunto da questo Jones da musulmano? p. 49).
Anche io sto leggendo questo libro con fatica a causa della traduzione, che è onestamente imbarazzante. E lo è ancora di più se si nota che ci si sono messe ben tre persone a farla... E' evidente la scarsissima conoscenza che queste persone hanno della terminologia jazzistica e musicale in lingua inglese. A parte questo, anche la costruzione delle frasi è macchinosa, è una traduzione che definire scolastica è un eufemismo, l'hanno fatta frase per frase, spesso in maniera letterale, con il dizionario a fianco, senza il minimo sforzo di dare coerenza al discorso e trasmettendo i toni della prosa originale tenendo conto delle diversità di espressione delle due lingue.
Chi può risparmi i 20 euro del prezzo di copertina e si compri l'originale in inglese, perché è veramente duro da leggere. Peccato, perché per il resto l'edizione è fatta bene, bella copertina, belle foto, la trascuratezza nella traduzione è davvero in contrasto con tutto il resto.