...Ieri sera sono andato a sentire il suddetto concerto di Nakariakov...
Concert Hall delle grandi occasioni, piena.
Il programma:
Wolfgang Amadeus Mozart
1756-1791
La Clemenza di Tito ouverture (1791)
Concerto per corno e orchestra n. 4 in mi bemolle maggiore KV 495 (1786)
- Allegro moderato
- Romanza. Andante
- Rondò. Allegro vivace
Jan Baptiste Arban
1825-1889
Variazioni sulla Norma di Bellini
per tromba e orchestra d’archi (1864)
Wolfgang Amadeus Mozart
1756-1791
Sinfonia n. 38 in re maggiore KV 504 Praga (1786)
- Adagio – Allegro
- Minuetto – Trio
- Allegro assai
Nakariakov ha interpretato il concerto per corno e le variazioni sull'aria della Norma...
...che dire, impressionante... ed ora vi spiego perche':
Il concerto per corno e orchestra n. 4 in mi bemolle maggiore KV 495, come saprete, e' effettivamente un pezzo non banale, che lascia il solista completamente scoperto nel senso lirico del termine. In altri parole, non ci sono tecnicismi esasperati, non richiede di saper fare 40000 note al secondo o cose simili, richiede invece, "banalmente" di saper "cantare" il tema, di saperlo sostenere con una intonazione che, causa gli equilibri con l'orchestra, non puo' fallire assolutamente, di rendere la bellezza del brano con il suono, con le sfumature di colore, con la dinamica.
Ed e' proprio sulla difficolta' di rendere tali sfumature che ieri sera e' emersa la grandezza di Nakariakov. Ha eseguito il concerto con il suo flicorno a 4 pistoni (ernome nelle sue mani dato che lui non e' proprio un gigante...); una presenza scenica "strana", sul palco con l'orchestra, sembrava indifferente al fatto che stesse eseguendo qualche cosa in pubblico, avrebbe potuto essere in treno a fissare fuori dal finestrino il paesaggio e probabilmente avrebbe avuto la stessa espressione. Strumento perennemente puntato al suolo, come se stesse suonando un clarinetto... poi inizia a suonare, e signori miei, ti lascia a bocca spalancata. Come dicevo prima, niente tecnicismi esasperati, ma un fraseggio impressionante, una intonazione incredibile... e soprattutto delle dinamiche che non ritenevo possibili fare... staccati precisissimi ad un volume al limite dell'udibile, crescendo e diminuendo portati al livello di arte pura... in alcuni punti si arriva quasi ad "immaginare" il suono tanto il volume e' basso, in altri il crescendo si fa sempre piu' incalzante mentre una cascata di note continua a fluire senza posa.... ascoltare il KV 495 eseguito in questo modo, e' stato come ascoltare tre concerti distinti uno sovrapposto all'altro: uno costruito con le note, uno col colore del suono ed uno con le dinamiche... il risultato: un'onda sonora continua che si muoveva simultaneamente in queste tre dimensioni... impressionante.
Le variazioni della Norma, beh tutti le conosciamo. Nakariakov le ha eseguite con la tromba, anche qui e' stato impeccabile, dalla liricita' dell'aria, alla presentazione del tema. Ed ancora una volta, a parte l'aspetto meramente tecnico (un triplo da capogiro, una fluidita' incredibile), sono state le dinamiche, gli accenti a colpirmi... e' come se lui si esprimesse con quelli, come se ci giocasse per aggiungere una prospettiva ed una specie di marchio di fabbrica che distingue la sua interpretazione da tutte le altre.
Ha concesso poi un rapido bis solistico: si e' presentato sul palco, ha accennato il tema del carnevale di Venezia (con un sorriso generale della parte illetterata del pubblico in sala che pensava ad uno scherzo non sapendo cosa sarebbe successo dopo...), per poi lanciarsi immediatamente nell'ultima variazione, ad una velocita' pazzesca, ma ancora una volta giocando in qualsiasi modo possibile con dinamiche ed accenti... uno spettacolo.
Aspetti negativi dell'esecuzione? L'unico che riesco a trovare e' la brevita' del suo intervento solistico, due soli brani (seppur uno sia un concerto intero), sono quanto mai pochi per un trombettista sognante come il sottoscritto che avrebbe voluto crogiolarsi al suon delle sue note per un tempo molto piu' lungo....
Igor