leggete Paloma qui sopra: ha detto davvero tutto e gli ha aggiunto un quid poetico.
Sono stato il fortunato possessore della 38B importata da Tangosoprano: magnifica! e difficile per un brocco come me. Purtroppo. L'ho poi venduta a un amico fraterno che fa funky degli anni 70, il catalogo Blue Note dell'epoca: Deodato, Grant Greene, ecc ecc. Insomma, pezzi abbastanza tirati.
Lui riconosce che la 38B è difficile rispetto alle altre e che per suonarla bene deve essere in forma. Non la cambierebbe con nient'altro. Giovanni è un tipo simpatico, a quasi 50 anni mi disse, prima di comperarla: "E' un po' duretta ma se ce l'ha fatta a domarla Chet Baker ce la farò anch'io".
Adesso possiedo gli altri due pezzi Connstellation, la 28A e la 38A. Jazz... Blue Note degli anni 50 ... Ascenseur por l'échafaud! Quello è il sound che sono in grado di ricreare, c'è poco da fare. Il timbro, intendo. Per il resto, suonarle come Miles o Thad Jones, è un'altra cosa.
Eppure Stefano Massari, provando la 28A e seguendo Miles su un cd, sosteneva che era più facile assomigliare timbricamente a quei miti con una Connstellation dell'epoca in mano (nel caso era la 28A).
Se si è dei jazzofili, suonare una Connstellation è sicuramente un'esperienza da tentare. Per chi invece privilegia il repertorio classico le Connstellation sono oggetti inutili (qui cito qualcuno di autorevole nel forum).