Parole sante, caro Norman, Parole sante!!
Chi più e chi meno, a vari livelli, si trova sempre a suonare davanti ad un nutrito "branco di str...".
Anche io ho adottato questo approccio, e sono assolutamente d'accordo sul fatto che quando devi suonare... SONA! le pippe e i pensieri del tipo "metto lì, faccio là, appoggio su, soffio giù" precludono inevitabilmente la performance del momento.
A tal proposito ci supporta uno dei tanti concetti del buon Gi&Pa (ovvero il luminare Giancarlo Parodi), il quale ripete sempre a lezione che il nostro fisico assimila e ripropone un "setup" per l'emissione di una certa nota. Questo insegnamento, nei tempi e modi dovuti avviene durante le sessioni di studio; poi durante le performances si dovrebbe cercare di "non pensarci". Ecco che in questo modo il nostro corpo può essere libero di dare il meglio (o il peggio) di di sè.
Fin qui niente di nuovo...
Tuttavia a tal proposito ricordo un aneddoto che penso possa rendere l'idea di cosa vuol dire "non pensarci" e/o fregarsene.
Alcuni anni fa mi capitò di suonare al teatro comunale di Ferrara con la big band della quale ero componente.
Premessa: il gruppo era composto da non professionisti, qualche studente, pensionati & altro. L'ambiente di esibizione dell'orchestra era di solito la piazza o circoli vari, quindi l'esperienza di suonare in un teatro era sicuramente nuova.
Per non so quale motivo non vedemmo l'aspetto del teatro prima di salire in scena, e per tutto il concerto ci fu talmente buio che a fatica si percepiva sia la dimensione che la q.tà di gente presente.
Quella sera suonammo decisamente bene e molto meglio del solito.
Alla fine si accesero le luci in sala e scoprimmo e che era pieno in ogni ordine.
La gente si dimostrò soddifatta e calorosa.
Probabilmente se avessi visto cosa ci stava davanti avrei (e avremmo) fatto molto peggio; il teatro ci sembrava enorme e noi degli esseri minuscoli sul palcoscenico.
Sono comunque convinto che quella sera l'agitazione sia stata vinta con un po' di fortuna, ma sicuramente l'affiatamento che regnava tra noi ha giocato un ruolo determinante.
Dal punto di vista individuale ho notato che se mi prende l'agitazione, questa si manifesta in 2 fattori inconfondibili: primo l'irrigidimento e la pressione sul bocchino (con probabilità è una vecchia memoria muscolare infantile che torna fuori) e secondo il fatto di "pompare troppo" fino ad affogare i suoni.
Rimedio: concentrarsi sulla musica... si lo sò sembra una boiata ma spesso funziona...
ariooops....
mi sa che sono andato ancor più lungo di Baudo...