Author Topic: agitazione  (Read 6383 times)

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Offline cariu

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agitazione
« on: January 08, 2010, 02:31:59 PM »
prendendo spunto dall'altro post apro questa nuova discussione, in modo da riportare le vostre esperienze sull'agitazione che ci morde al momento dell'esecuzione in pubblico, spesso facendoci rendere molto meno di quanto potenzialmente possibile.

ecco le domande:

perchè ci si agita?

perchè alcuni non si agitano per nulla?

Come combattete l'agitazione?

Come avete vinto l'agitazione?

Buona discussione!
Fabio "Cariù"

Offline Leo

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Re: agitazione
« Reply #1 on: January 08, 2010, 02:49:40 PM »
secondo me dipende al 70% dal carattere,se uno è sempre stato sicuro di sè sarà si agitato nell'esecuzione davanti al pubblico ma molto meno rispetto a chi ha un carattere più "debole". poi inutile dirlo che l'esperienza fa miracoli, trovarsi da soli a suonare su un palco per varie volte permette prima di imparare a controllare consapevolmente l'agitazione, poi diventa una cosa automatica e impari a suonare come se fossi da solo anche davanti a molti ascoltatori. questo almeno è il mio pensiero, ma purtroppo io non ho ancora imparato a controllare la mia agitazione, e mi capita spesso di sbagliare ai concerti anche se suono in banda! :-[

Offline Norman

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Re: agitazione
« Reply #2 on: January 08, 2010, 03:14:23 PM »
E' tutta questione di testa. Alcune persone sono più tranquille per natura, ma l'autostima si può e si deve allenare. Il training autogeno non è fantasia... Quando si suona secondo me bisogna abituarsi a pensare a quello che si sa fare, e non a quello che non si sa fare. E soprattutto secondo me bisogna dimenticarsi tutte le menate, mi devo mettere così, devo soffiare cosà... Quando si suona bisogna pensare solo alla musica, e se si sbaglia, pazienza! Quando si studia è un discorso, quando si suona è tutta un'altra faccenda. Poi è anche questione di abitudine...

Io quello che penso è che per quanto io possa sbagliare, suono certamente meglio della stragrande maggioranza di quelli che mi stanno guardando!  sbellicars
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Offline baudo

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Re: agitazione
« Reply #3 on: January 08, 2010, 04:17:12 PM »
Argomento moooolto interessante e personalmente molto sentito,bravo Fabio.
Mi sono diplomato in violino quasi 25 anni fa ed ho smesso si suonarlo, oltre che per il poco amore per lo strumento stesso sul quale sono stato dirottato mio malgrado anche,ma non solo,  per il poblema in questione,quindi mi permetto di scrivere con cognizione di causa.
Paradossalmente piu' cresceva il mio livello tecnico piu' aumentava "l'ansia da prestazione"(musicale) al punto tale da condizionarmi non poco anche in contesti apparentemente privi di importanza(matrimoni,esecuzioni davanti a bambini,feste varie ecc.)
A mio modo di vedere il motivo per cui ci si agita potrebbe essere uno come cento,sicuramente l'emotivita' innata gioca il ruolo piu' importante,ma potrebbero essercene anche altri(maturita',insicurezza tecnica e caratteriale).Concordo con Norman per quanto riguarda il training autogeno che ho sperimentato,ma e' un lavoro un po' lungo da fare su se stessi.Molto,moltissimo conta lo studio e e la preparazione tecnica,che mettrerei al primo posto come rimedi da porre ed il fatto di abituarsi sempre di piu' a suonare in qualsiasi occasione in pubblico,poi il tempo dovrebbe fare il resto.
Questo e',chiaramente,solo il mio modo di vedere e sentire il problema,anche se credo che un emotivo debba abituarsi a convivere con questo tipo di problema,la difficolta' e' ridurlo al minimo.
Ooopps......sono andato un po' lungo...pardon salut
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Offline nicola m

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Re: agitazione
« Reply #4 on: January 08, 2010, 04:35:08 PM »
Parole sante, caro Norman, Parole sante!!
Chi più e chi meno, a vari livelli, si trova sempre a suonare davanti ad un nutrito "branco di str...".
Anche io ho adottato questo approccio, e sono assolutamente d'accordo sul fatto che quando devi suonare... SONA! le pippe e i pensieri del tipo "metto lì, faccio là, appoggio su, soffio giù" precludono inevitabilmente la performance del momento.
A tal proposito ci supporta uno dei tanti concetti del buon Gi&Pa (ovvero il luminare Giancarlo Parodi), il quale ripete sempre a lezione che il nostro fisico assimila e ripropone un "setup" per l'emissione di una certa nota. Questo insegnamento, nei tempi e modi dovuti  avviene durante le sessioni di studio; poi durante le performances si dovrebbe cercare di "non pensarci". Ecco che in questo modo il nostro corpo può essere libero di dare il meglio (o il peggio) di di sè.

Fin qui niente di nuovo...

Tuttavia a tal proposito ricordo un aneddoto che penso possa rendere l'idea di cosa vuol dire "non pensarci" e/o fregarsene.
Alcuni anni fa mi capitò di suonare al teatro comunale di Ferrara con la big band della quale ero componente.
Premessa: il gruppo era composto da non professionisti, qualche studente, pensionati & altro. L'ambiente di esibizione dell'orchestra era di solito la piazza o circoli vari, quindi l'esperienza di suonare in un teatro era sicuramente nuova.
Per non so quale motivo non vedemmo l'aspetto del teatro prima di salire in scena, e per tutto il concerto ci fu talmente buio che a fatica si percepiva sia la dimensione che la q.tà di gente presente.
Quella sera suonammo decisamente bene e molto meglio del solito.
Alla fine si accesero le luci in sala e scoprimmo e che era pieno in ogni ordine.
La gente si dimostrò soddifatta e calorosa.
Probabilmente se avessi visto cosa ci stava davanti avrei (e avremmo) fatto molto peggio; il teatro ci sembrava enorme e noi degli esseri minuscoli sul palcoscenico.

Sono comunque convinto che quella sera l'agitazione sia stata vinta con un po' di fortuna, ma sicuramente l'affiatamento che regnava tra noi ha giocato un ruolo determinante.

Dal punto di vista individuale ho notato che se mi prende l'agitazione, questa si manifesta in 2 fattori inconfondibili: primo l'irrigidimento e la pressione sul bocchino (con probabilità è una vecchia memoria muscolare infantile che torna fuori) e secondo il fatto di "pompare troppo" fino ad affogare i suoni.

Rimedio: concentrarsi sulla musica... si lo sò sembra una boiata ma spesso funziona...

ariooops.... :o mi sa che sono andato ancor più lungo di Baudo...

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Offline lucap

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Re: agitazione
« Reply #5 on: January 08, 2010, 05:41:08 PM »
In qualche modo l'agitazione deriva sempre dal fatto che non ci si sente in controllo della situazione. Ovviamente dipende da cosa si vorrebbe controllare. Ad esempio una ragione per cui io a volte mi sono sentito agitato è che avevo aspettative molto alte circa quello che stavo per suonare. Invece bisogna mettere in conto che il proprio livello non cambia all'improvviso e da questo punto di vista un po' di sana rassegnazione, se non si è Maurice Andre, fa bene. Per contro, se si è persone emotive, non ci si può permettere troppa faciloneria, e bisogna sempre fare un certo lavoro mentale, insomma tenere conto che si è lì per suonara, non per passare una serata amena.
Un'altra cosa fondamentale, anche se è molto banale, è che ci si deve sentire parte di quello che si sta facendo, quindi sottoscrivo l'idea di lasciarsi trasportare dalla musica. Per continuare con la fiera delle banalità conta anche l'abbigliamento, magari un whiskey (a parte gli astemi ovviamente), un riscaldamento adeguatamente tranquillo.
Ci sono effettivamente persone che non provano mai tensione, ma non le stimo molto. Altre dicono di non provarne, ed è già una cosa diversa. Altre ancora hanno imparato a dominarla e sono quelle che preferisco.
Una lezione che ho imparato comunque è che difficilmente si può fare qualcosa di buono se per almeno un momento nella serata non si prova il fatidico formicolio alla pancia, mentre quando le pulsazioni cominciano a salire di solito è troppo tardi... 
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Offline anrapa

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Re: agitazione
« Reply #6 on: January 08, 2010, 08:07:36 PM »
Io da bimbo (9-13 anni) soffrivo molto, tremavo, me la facevo addosso. Con gli anni ho imparato a controllarmi (ed il lavoro che faccio mi aiuta non poco) ma soprattutto ho capito che se suono brani che sono in grado di suonare non ho motivo di farmela addosso. Certo la tensione c'è ma è positiva, è adrenalina che mi fa divertire. Più rischio e più mi diverto!!!
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Offline Jim Barda

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Re: agitazione
« Reply #7 on: January 08, 2010, 09:07:29 PM »
Quando si suona bisogna pensare solo alla musica,... Quando si studia è un discorso, quando si suona è tutta un'altra faccenda. Poi è anche questione di abitudine...


 ovazion Quotissimo.

Offline Zosimo

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Re: agitazione
« Reply #8 on: January 08, 2010, 10:41:45 PM »
Io invece da sobrio stecco, da ubriaco idem quindi mi faccio un paio di bicchieri e stica smil
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Offline baudo

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Re: agitazione
« Reply #9 on: January 08, 2010, 11:25:10 PM »
ovazion Quotissimo.
Mmmm....non sono tanto convinto che basti cosi' poco per risolvere il problema,o perlomeno non per tutti(io ero tra questi).Sarebbe come raccontare ad uno che ha paura di volare(mia moglie e' una di questi) che le statistiche dicono che in percentuale gli aerei cadono pochissime volte,o che ci sono 2 o piu' motori che non si romperanno mai contemporaneamente(Tony correggimi se ho detto bestialita' aeronautiche), oppure di pensare di essere in autobus o altro ;se uno se la fa sotto puoi raccontargli o dirgli di pensare quello che vuoi ma non credo basti.Sia chiaro,concordo in linea generale sul principio,ma ho visto diversi musicisti bolccarsi completamente o rendere molto,ma molto di meno del loro potenziale per l'emotivita' da palco.

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Offline lucap

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« Reply #10 on: January 08, 2010, 11:39:51 PM »
Mmmm....non sono tanto convinto che basti cosi' poco per risolvere il problema,o perlomeno non per tutti(io ero tra questi).Sarebbe come raccontare ad uno che ha paura di volare(mia moglie e' una di questi) che le statistiche dicono che in percentuale gli aerei cadono pochissime volte,o che ci sono 2 o piu' motori che non si romperanno mai contemporaneamente(Tony correggimi se ho detto bestialita' aeronautiche), oppure di pensare di essere in autobus o altro ;se uno se la fa sotto puoi raccontargli o dirgli di pensare quello che vuoi ma non credo basti.Sia chiaro,concordo in linea generale sul principio,ma ho visto diversi musicisti bolccarsi completamente o rendere molto,ma molto di meno del loro potenziale per l'emotivita' da palco.

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Sono d'accordo, ma andare in aereo è un'attività in cui non hai, per definizione, la situazione in controllo... ed ecco che gli ansiosi provano ansia.
Viceversa la tua tromba e i tuoi concerti li puoi controllare e questo rende possibile imparare a dominare l'agitazione prima e durante un'esecuzione. Sotto quest'aspetto, io credo che siamo messi meglio di quelli che non possono volare.
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Offline anrapa

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Re: agitazione
« Reply #11 on: January 08, 2010, 11:42:19 PM »
Per la cronaca i motori si possono rompere anche tutti insieme, o basta che ci sia una perdita di carburante.... brrrrrrrrrr
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Offline lucap

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Re: agitazione
« Reply #12 on: January 09, 2010, 12:01:20 AM »
Per la cronaca i motori si possono rompere anche tutti insieme, o basta che ci sia una perdita di carburante.... brrrrrrrrrr

Un mese fa ho fatto un concerto talmente brutto che devono essermi successe tutte queste cose insieme! (o parlavi forse di aerei?  smil)
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Offline anrapa

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Re: agitazione
« Reply #13 on: January 09, 2010, 12:15:25 AM »
:)
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Offline Jim Barda

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Re: agitazione
« Reply #14 on: January 09, 2010, 12:25:31 AM »
Mmmm....non sono tanto convinto che basti cosi' poco per risolvere il problema,o

No infatti non credo neanche io che basti questo, ero daccordo però sul fatto che quando suoni devi pensare a suonare, che se pensi a le mille pippe che devi pensare quando studi(e le affronti in maniera separata) con l'agitazione e tutto stai fresco... e succede quello che hai paventato: musicisti bravissimi che però rendono la metà. Poi sul come affrontare momenti del genere... bè dipende da ognuno di noi da come si è fatti... è un discorso molto complesso. Il carattere e la personalità di ognuno influisce molto, quindi una ricetta unica è sicuramente utopia. Pensare positivo è un buon punto di partenza, e pensare alla musica aiuta a pensare positivo. ;)