Norman, ma a te piace Ornette Coleman?
Dipende... Somethin' Else mi piace molto, per esempio. Lui (come tutti i padri del free) era uno che sapeva suonare per davvero, ed aveva tutto quello che serve per poter sperimentare una cosa ardita come l'improvvisazione totale. Resta il fatto che come spesso accade alle avanguardie, l'esito è qualcosa che è veramente difficile da comprendere ed apprezzare per un pubblico che non sia ben inserito nel contesto intellettuale da cui l'avanguardia emerge.
Poi c'è il grande problema di quelli che sono convinti che per fare il free non serva saper suonare bene, ma lì è tutta un'altra questione... Pensate a quanto è difficile fare una bella improvvisazione su un semplice blues in SIb, con una base che si conosce bene, sapendo da dove si parte, dove si va e attraverso che cosa. Beh, improvvisare senza avere questi riferimenti, con dei musicisti in carne ed ossa, dovendo interagire istantaneamente l'uno con l'altro richiede una padronanza dello strumento che definire totale è riduttivo, per non parlare del fatto che bisogna avere una creatività fuori dal comune... Invece molti hanno erroneamente pensato che l'improvvisazione totale fosse accessibile a tutti, più 'democratica'...
La scena di quel film è meravigliosa, ed è un grande sberleffo a chi, per presunzione ed ottusità ideologica, ha pensato che avesse un senso proporre anche al pubblico di massa certe cose, senza comprendere che se non hai gli strumenti per capire sorbirsi certe cose è un supplizio (ed a volte lo è anche se gli strumenti li hai...). La scena del cineforum di Fantozzi ha lo stesso senso...
Però è anche sbagliato banalizzare le avanguardie, che sono terreno di ricerca spesso fertile, ed invece vanno incoraggiate e sostenute. L'esempio di Cage l'ho già fatto in un altro topic... ;-)
Invece, a proposito di noia, vorrei spendere due parole sulle jam session. Recentemente ho assistito ad una jam session a Milano. C'erano alcuni professionisti e tanti studenti. Tanta buona volontà ed un livello onestamente alto, del tutto inaccessibile per me. Però, mentre ascoltavo la musica, mi sono girato verso il pubblico... Beh, palpebre a mezz'altezza, menti appoggiati sul palmo della mano, gente stravaccata sulla sedia... Non proprio l'immagine del divertimento! E' vero che per molti la jam è un momento di studio e di apprendimento, ma credo che non si dovrebbe mai dimenticare che si sta comunque suonando per qualcuno. Ecco, quella gente secondo me si rendeva ben conto che stava guardando gente che suonava per sé stessa... Questo per me è il rischio più grande per chi ambisce a suonare jazz, dimenticare che c'è un pubblico a cui si dovrebbe cercare di trasmettere qualcosa. Meglio magari qualcosa di più semplice, ma fatto col cuore, di cose più difficili, ma fatte meccanicamente, come se si fosse in una stanza chiusa... Per esercitarsi c'è tempo a casa, sul palco bisogna suonare anche per gli altri.
Ma stiamo andando pesantemente off-topic...