Capisco la provocazione di Nic, quello che non capisco è se mi (ci) vuole dire che c'è qualcosa di "interessante" in quel video di Wadada Leo Smith.
Ho un bel ricordo di Wadada Leo Smith: concerto a CR in una sala consigliare del Municipio, una decina di anni fa quando ancora le municipalità ardivano qualcosa di culturalmente avanzato e non la sicurezza della tradizione già eternata nei libri di storia.
Quartetto composto da: John Lindbergh, Abdrew Cyrille, Larry Ochs, Wadada. Ero andato specialmente per Ochs e ho scoperto Wadada. Un suono cristallino, idee a non finire. Improvvisava ed eri sulla corda del piacere puro. Finiva una frase e ti veniva di suggerire Basta, è perfetto così, non si può fare nulla di più. Invece lui rilanciava, cavava fuori altre delizie. Mai più sentito nulla di così lirico e sofisticato.
C'era mia madre con me, aveva sui 60 anni, la sua bella terza media presa cinquant'anni prima, una capacità di imbastire arrosti che non dimentico e che purtroppo non ritroverò in tempo di mia vita. (Per favore, mia madre è morta da 2 anni, uno strazio. Evitate i post ridanciani e compagnoni su quest'argomento). Mia madre mi ringraziò per averle partecipato quell'esperienza. Le era piaciuta moltissimo. Per la cronaca mia madre ascoltava - quand'ero piccolo - l'hit-parade condotta da Lelio Luttazzi e io in casa avevo quei 45 giri lì: Mungo Jerry, In a summertime, Non gioco più, ecc ecc. A dire il vero e a sua onore, anche La rapsodia in blu.
Voglio dire che il video postato non è rappresentativo di quanto ha fatto in vita sua Wadada (tra parentesi: Wadada è già nelle enciclopedie, quindi non c'è nessun rischio a dire che lo si gradisce - mi riferisco al libro di Comolli, Free Jazz Black Power). Ho scritto fatto con cognizione di causa e ho voluto evitare "inciso". Wadada ha dischi meravigliosi a suo nome e tuttavia penso che il jazz sia soprattutto un'esperienza che qualcuno di autorevole aveva definito con la frase "questa sera e mai più", alludendo alla fruizione necessariamente contingente della musica afroamericana. Cioé: l'incisione è una possibilità di uso secondaria rispetto al concerto.
Ma meno male che qualcuno ha pensato di registrare Petite Fleur mentre Sidney Bechet la suonava. Se sono triste e depresso, un paio di quelle pillole lì mi aiutano.
per il mio sodale Zosimo: se la società intorno accosta tranquillamente Antonioni e Vanzina, e magari privilegia il secondo rispetto al primo in base al criterio dirimente del divertimento, è segno che quel divertimento ha preso il posto di altri criteri. E se questo è successo, è colpa della nostra pigrizia. Non credo proprio che la volontà d'innovare senza paura e le sperimentazioni degli anni 70 (musica, arte, società) siano inferiori allo spirito pratico e fanciullesco di questi anni 2000.