Non trovo più un commento di Amarone in merito ad una mia affermazione su Penzarella; comunque posto questa risposta.
Ciao Amarone, ti ringrazio per i complimenti, Penzarella non l’ho mai sentito dal vivo e non lo conosco, infatti non mi sono permesso di criticarlo o elogiarlo come didatta, proprio perché quando non conosco una persona evito di parlarne, ma il mio riferimento a Penzarella come trombettista che non passerà alla storia era riferito alla scarsa discografia che ha prodotto e anche perché non è menzionato come uno dei più grandi trombettisti classici americani.
La competizione tra i trombettisti americani è pazzesca, le nostre orchestre sinfoniche tolti alcuni talenti eccelsi non hanno nulla da spartire con quelle d’oltreoceano.
In America da quello che so i contratti durano qualche anno e poi si rifà il concorso “ proprio come in Italia!!!!” ma non vorrei andare fuori tema, tornando ai trombettisti che ho citato; Herseth l’ ho sentito dal vivo circa trent’anni fa a Parma con la chigago symphony
e tutta la sezione mitica degli ottoni , la terza tromba potrebbe fare tranquillamente la prima tromba in una qualsiasi orchestra Italiana, Herseth un alieno solo dal suono inarrivabile per un trombettista “normale” ha fatto la prima tromba per cinquant’anni e sicuramente rimarranno memorabile le sue incisioni di Mhaler.
Philip Smith sfortunatamente non l’ho sentito dal vivo, ma ho ascoltato alcuni suoi dischi e in particolare una collana dove esegue i più famosi passi d’orchestra, be non ce n’è per nessuno ,da paura ,oltre ad aver pubblicato una buona discografia.
Il bello di queste discussioni che si parte con un tema e si va da tutt’altra parte, non che mi dispiaccia, anzi, ma la domanda posta da Baudo era di natura tecnica ed io sostengo da sempre che tutto ciò che si fa va memorizzato dal corpo, opinione che hai espresso anche tu Amarone, ma de punti fissi delle direttive, poche, ma vanno date all’allievo, a volte anche sbagliando, proprio perché non siamo tutti uguali, specialmente all’inizio un metodo va dato.
Cito Benny Golson che ho conosciuto qualche anno fa a un seminario , e raccontava la vita del suo amico fraterno e sommo musicista Coltrane, dicendo che Coltrane era si talentuoso ma studiava 12 ore al giorno, questa è la ricetta.
Ciao!
Stefano