Parto con un paio di link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Temperamento_naturalehttp://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_temperato_equabileMa soprattutto:
http://it.wikipedia.org/wiki/Temperamento_(musica)
Parto col dire che non ho una conoscenza ragionevolmente approfondita della materia perché non ho studiato al conservatorio e con ogni probabilità un qualsiasi studente ne saprà molto più di me e quindi vi invito ad intervenire per correggermi.
Il succo degli articoli citati è più o meno questo: ci sono varie teorie su come si debbano suddividere i suoni in una scala e si possono usare norme matematiche molto precise ma che all'orecchio moderno possono suonare strane o si possono usare sistemi che ricavano i valori basandosi sull'armoniosità dei rapporti fra le note.
I vari sistemi proposti o adottati nei secoli non sono necessariamente giusti o sbagliati, tutti hanno dei vantaggi e degli svantaggi.
Il temperamento equabile, per esempio, suddivide un'ottava in 1200 cents (100 cents per ogni semitono), in questo modo la distanza fra le note è sempre costante (un vantaggio per esempio nei pianoforti che possono avere solo 12 tasti per ogni ottava), altri temperamenti aumentavano i tasti necessari fino a 32.
Il temperamento naturale (l'altro sistema, insieme all'equabile, più usato nel mondo occidentale) pone la tonica, seconda, la quarta e la quinta molto simili al temperamento equabile mentre la terza, la sesta e la settima, oltre a tutti gli altri gradi minori, sono "sballati" rispetto ad una suddivisione equabile.
I pianoforti, le chitarre (eccetto quando di fa il bending) e tutti gli altri strumenti ad intonazione fissa usano il sistema equabile, gli strumenti ad intonazione "a scelta del musicista" invece possono permettersi il "lusso" di usare l'intonazione naturale, nettamente più piacevole per l'orecchio umano.
Il problema sorge quando ci viene data la facoltà di scegliere l'intonazione o quando si scontrano strumenti che usano temperamenti diversi.
Il primo caso è "pericoloso" perché se non siamo attenti e se non alleniamo adeguatamente l'orecchio possiamo produrre serie di note che magari sono singolarmente intonate ma che all'interno della scala/tonalità hanno rapporti sbagliati. Un "Mi alto - Sol alto" in una scala di Mi minore, suonato con la tromba in Sib (Re - Fa d'effetto) suonerà quasi sicuramente "stonato" perché le trombe hanno la tendenza ad avere il Mi alto calante ed il Sol alto crescente, questo aumenta la distanza fra le due note che, invece, nell'accordo di Mi minore, rappresentano una terza minore che richiede un salto inferiore rispetto all'intonazione equabile e maggiormente inferiore rispetto a quello che la tromba, di suo, tende a produrre.
Il secondo caso è quello del pianista che accompagna il trombettista: il malcapitato suonatore di labiofono, dopo anni di faticoso studio, ha imparato finalmente a suonare con il temperamento naturale. Va al concorso per giovani trombettisti fenomeni™ e deve eseguire Leopold Mozart con il trombino in La... arriva il momento dell'attacco del Fa acuto (Re d'effetto) e la nota risulta mostruosamente crescente rispetto al pianoforte eppure a casa tutto funzionava alla perfezione!!!! Oppure ci si ritrova a suonare, con convinzione, un bel Mib, terza minore di una scala di Do minore. Ci mette tutta la buona volontà per farla risultare un filo crescente rispetto al temperamento naturale e invece risulta, insieme al pianoforte, un Mib stonato perché troppo crescente.
Il Mib del pianoforte (Reb d'effetto) dista infatti 100 cent dal Re e non 112 come il trombettista cerca di suonare.
Questo problema si amplifica quando si suona in gruppo e 4 trombe, ad esempio, devono rendere un accordo di quelli rognosi©, magari un bel Lab 5b 7. Se tutti i musicisti non sono consci di:
1) Quale accordo si sta suonando
2) A quale grado della scala corrisponda la propria nota
3) Quanto si debba variare l'intonazione delle singole note per rendere l'accordo armonioso
4) Quanto certi gradi debbano risaltare rispetto ad altri in termini di volume (e qui facciamo veramente i difficili...)
allora probabilmente il risultato finale non sarà piacevolissimo.
Quanto i singoli gradi vadano aggiustati è difficile quantificarlo se non con un accordatore... è molto meglio suonare con gli altri e sperimentare. Non basta premere i pistoni giusti per suonare la nota giusta!
Poi ci sarebbe il discorso della scrittura intelligente delle partiture...
Spesso ci danniamo quando leggiamo un Fa bemolle o un Si diesis, per non parlare dei doppi bemolli o dei doppi diesis. Ebbene queste scritture ostiche e fastidiose hanno un senso ben preciso, indicano all'esecutore il senso che ha la nota nell'accordo (il suo grado, quindi) e che l'alterazione serve a rendere un particolare effetto.
Trovare un Lab in una scala di La maggiore è quasi sicuramente un errore perché con ogni probabilità la scrittura giusta vorrebbe un Sol# (settimo grado maggiore della scala di La maggiore).
Il Sol#, inoltre, ha una frequenza (nel temperamento naturale) maggiore rispetto al Lab. Mi sembra di ricordare che sia circa il 10% maggiore rispetto ad un Sol# "equabile".
Per questo motivo, se ci si trova a suonare in Si maggiore e si incontra una Re# alto sarà meglio suonarlo con "2-3" invece che con "2" perché altrimenti si produrrà una nota eccessivamente calante (il Mib fatto con il secondo pistone è, in effetti, una nota generalmente calante perché seconda posizione dell'armonico di Mi alto naturale che, per motivi costruttivi, è calante in quasi tutte le trombe di questo mondo.
Ecco perché, e qui apro l'ultima parentesi, il salto Mi basso - Mi alto risulta sempre "storto": il Mi basso (posizione "1-2" è crescente se non corretto con la pompa del primo pistone, mentre il Mi alto è calante... ecco che il divario diventa troppo ampio e non ci saranno più 1200 cents di differenza bensi magari 1250...
Se invece il salto "Mi-Mi" rappresentasse il settimo grado minore di un brano in Fa# ecco che la nota bassa potrebbe (dovrebbe!) essere suonata senza correggere con la pompa del primo pistone mentre la nota alta andrebbe suonata con "1-2", posizione notoriamente crescente nella tromba in Sib ma che, in questo caso, garantirebbe il giusto rapporto della settima minore all'interno della scala di Fa# maggiore.
Sunto del sunto del sunto: ma che cacchio, si sente se è stonato, in qualche modo dobbiamo pur mettere a posto le cose!