Author Topic: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza  (Read 23758 times)

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Offline Norman

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #120 on: July 26, 2010, 12:14:56 PM »
Ribadisco l'esempio di Dizzy: non c'è necessariamente contraddizione tra avanguardia ed originalità e divertimento. Si può fare! Ma il concetto che mi preme ribadire è il rispetto del pubblico, il che significa fondamentalmente che, qualunque cosa si voglia suonare, bisogna sempre ricordarsi che lo si sta facendo per dare qualcosa a qualcun altro. Troppo spesso si vedono jazzisti (o anche semplicemente aspiranti tali) che suonano come se fossero chiusi in una cameretta (e che fanno fatica persino ad ascoltarsi l'un l'altro...), e contemporaneamente si vede un pubblico (magari pure preparato e con le migliori intenzioni!) con facce da funerale e menti che vagano nei pensieri più vari... E se questo vale per qualsiasi musica (io artista alla fine che faccio se non cercare di comunicare qualcosa a qualcuno?), vale a maggior ragione per una musica la cui vocazione originaria è quella di essere rito collettivo, occasione di affermazione sociale, momento di creatività condivisa. Il che è ben diverso dal dire che si deve inseguire il gusto del pubblico, perché questo significa ancora una volta mancare di rispetto per il pubblico, svilendolo e ritenendolo incapace di recepire espressioni artistiche sofisticate.

Ma ripeto che se il jazz è considerato (non a torto, mi vien da dire!) pressoché unanimemente da chi non lo conosce bene come una rottura di palle è perché per decenni lo si è proposto mancando troppo spesso di questo tipo di rispetto per il pubblico! Con la presunzione che il pubblico dovesse automaticamente recepire ex abrupto il frutto dell'elaborazione di ristrettissimi gruppi di avanguardisti che magari è durata anni! Se l'avanguardia è proposta con la spocchia di chi pretende di essere apprezzato per il solo fatto di aver elaborato qualcosa, allora il risultato non può che essere di rifiuto, ed ho visto talmente tante situazioni del genere.... Invece ho visto spettacoli anche molto complicati funzionare in maniera quasi magica, per il semplice fatto che chi li proponeva lo faceva con  il cuore, perché siamo seri, qualsiasi tipo di musica ha molto più a che fare con il cuore che con il cervello... Qualunque sia il pubblico.
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Offline Valejazz

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #121 on: July 26, 2010, 02:06:53 PM »
Ribadisco l'esempio di Dizzy: non c'è necessariamente contraddizione tra avanguardia ed originalità e divertimento. Si può fare!

Sono d'accordo...Dizzy è l'avanguardia col sorriso!

Certo questo non vuol dire obbligo di sorriso contro obbligo di musone ;) alla fine ogni artista deve essere libero di esprimersi secondo la sua natura

Offline nic

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #122 on: July 26, 2010, 02:21:37 PM »
C'era una volta un re... che manteneva Mozart e la musica di Mozart riusciva a mettere d'accordo tutti.

Poi venne un altro re... gli piaceva Orff, i Carmina Burana che mettono d'accordo tutti. A questo re non piaceva la "musica degenerata", massimamente Anton Webern.

Domanda: se Mozart è musica classica, quella di Webern non lo è più?

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per Franceschet: (dovremmo parlarne ma) così, a prima vista, e per quel poco che la conosco, non riesco a farmi piacere Diamanda Galàs: atteggia troppo un dolorismo esasperato, ha toni crepuscolari che sembrano caricaturali. Insomma, per me non ha classe e musicalmente non porta alcunché, al limite un'iconografia metropolitana che fa tendenza ma che non trascende i magazine
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Offline Valejazz

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #123 on: July 26, 2010, 09:51:51 PM »

Com'è che sai queste cose? mi prendi a lezione? e non sto scherzando!
Oppure dammi qualche dritta per approfondire. Mi va bene anche di trovarsi per ascolti meditati.

Anni di ascolto, libri, incontri con gente come Piras o Zenni...

se sei a Roma da settembre terrò incontri regolari sul jazz nella libreria Koob...intanto se leggi in inglese compra il bellissimo Jazz in American Culture di Burton Peretti..e quando vuoi chiedi ;)

Offline DarioT

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #124 on: July 30, 2010, 12:51:25 PM »
me ne e' venuta in mente una bella (e si' che ho tanto da fare....): prendo un pezzo del Miles storico, lo trascrivo pari pari assolo compreso, e poi lo suono....lo suono bene: timing, mood e note giuste al posto giusto.
Sto' facendo gezz ?  8)
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Offline Zosimo

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #125 on: July 30, 2010, 12:53:59 PM »
No, stai imitando e non facendo ;) Vuoi suonare con  timing e mood pari pari a quello di miles perchè tu non ce l'hai dentro(il timing e il mood)  sei bianco ed europeo
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
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Offline Valejazz

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #126 on: July 30, 2010, 01:12:49 PM »
me ne e' venuta in mente una bella (e si' che ho tanto da fare....): prendo un pezzo del Miles storico, lo trascrivo pari pari assolo compreso, e poi lo suono....lo suono bene: timing, mood e note giuste al posto giusto.
Sto' facendo gezz ?  8)

se la pronuncia è jazz stai suonando jazz..

in fondo rex stewart nella band di fletcher henderson rifece quasi nota per nota il solo di bix su singing the blues e di sicuro fu jazz ;)

Offline eugeniovi

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #127 on: July 30, 2010, 01:48:03 PM »
Se la pronuncia è jazz stai suonando jazz..

Se mi permettete: non stai facendo Jazz ma 'rifacendo' Jazz il che va benissimo per chi ti ascolta se appassionato ma il tuo apporto è pressochè inesistente. Se con il tempo troverai una tua dimensione che rispetti la 'storicita' pur in continua evoluzione del Jazz suonerai e non 'risuonerai'. Ciao

Offline DarioT

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #128 on: July 30, 2010, 01:51:13 PM »
No, stai imitando e non facendo ;) Vuoi suonare con  timing e mood pari pari a quello di miles perchè tu non ce l'hai dentro(il timing e il mood)  sei bianco ed europeo

.....tu cosa ne sai del colore della mia nunny ?
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Offline DarioT

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #129 on: July 30, 2010, 01:54:19 PM »
se la pronuncia è jazz stai suonando jazz..

in fondo rex stewart nella band di fletcher henderson rifece quasi nota per nota il solo di bix su singing the blues e di sicuro fu jazz ;)

ma non sto' "improvvisando".....



Se mi permettete: non stai facendo Jazz ma 'rifacendo' Jazz ....

quindi solo gli innovatori sono gezzman.... il che esclude gli "standard".....
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Offline Zosimo

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #130 on: July 30, 2010, 02:17:09 PM »
.....tu cosa ne sai del colore della mia nunny ?
Lo hai detto te che sei milanese da 7 generazioni ;)
Ps:Anche se i tuoi nonni fossero stati negri della lousiana tu saresti stata l'eccezione, cioè na pippa :D
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Offline eugeniovi

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #131 on: July 30, 2010, 02:17:52 PM »
Assolutamente, la storia del Jazz è stata scritta non solo dai precursori ma indistintamente anche da tutti quei musicisti che lo hanno amato e suonato, americani e non. Certo che però chi ha dimostrato più personalità ,senza scomodare gli innovatori, nell'interpretazione, nel linguaggio, nell'approccio ha avuto più possibilità di essere ricordato come 'musicista'. Ciao

Offline DarioT

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #132 on: July 30, 2010, 02:31:07 PM »
Anche se i tuoi nonni fossero stati negri della lousiana tu saresti stata l'eccezione, cioè na pippa :D

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Offline Valejazz

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #133 on: July 30, 2010, 03:56:11 PM »
Se mi permettete: non stai facendo Jazz ma 'rifacendo' Jazz il che va benissimo per chi ti ascolta se appassionato ma il tuo apporto è pressochè inesistente. Se con il tempo troverai una tua dimensione che rispetti la 'storicita' pur in continua evoluzione del Jazz suonerai e non 'risuonerai'. Ciao

non credo che nel fare jazz vi sia un obbligo di creatività..se no tutti i musicisti di big band che non improvvisavano o componevano devono essere eliminati dal novero dei jazzisti...

a parte il fatto che l'improvvisazione non è carattere distintivo del jazz, l'apporto a una lingua si effettua già e soltanto parlandola, il resto dipende da attitudini, talento ecc..

tutti i jazzisti hanno iniziato copiando i predecessori, poi una manciata ha dato impulsi innovativi particolari, gli altri hanno contribuito alla vita quotidiana di questa musica ;)

Offline eugeniovi

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #134 on: July 30, 2010, 04:16:32 PM »

Assolutamente, la storia del Jazz è stata scritta non solo dai precursori ma indistintamente anche da tutti quei musicisti che lo hanno amato e suonato, americani e non.]

Per Valejazz: vedi sopra, ciao e complimenti per la tua preparazione  (e le tue frequentazioni jazzistiche).