Author Topic: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza  (Read 23741 times)

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Offline eugeniovi

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #135 on: July 30, 2010, 04:23:08 PM »
Ma come si fa a mettere nel riquadro una citazione e poi scrivere sotto normalmente ma non nel riquadro (non scherzo). Grazie

Offline DarioT

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #136 on: July 30, 2010, 04:24:41 PM »
Ma come si fa a mettere nel riquadro una citazione e poi scrivere sotto normalmente ma non nel riquadro (non scherzo). Grazie

Euge'...... clicchi su "citazione" e poi scrivi sotto....  ::)
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Offline DarioT

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #137 on: July 30, 2010, 04:27:30 PM »
....a parte il fatto che l'improvvisazione non è carattere distintivo del jazz.....

Oibo'... ma non avevamo scritto e sottoscritto che le due peculiarita' erano l'improvvisazione e lo swing ?
Non sara' una caratteristica sufficente, ma necessaria si'.

.... O no ?
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Offline eugeniovi

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #138 on: July 30, 2010, 04:36:55 PM »
Infatti............continuo a pensarla così.    O0

P.s. Io clicco citazione ma il mio commento resta nel riquadro. Grazie comunque
 

Offline lucap

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #139 on: July 31, 2010, 11:21:28 AM »
Io credo che Valejazz abbia ragione sul rifacimento di un solo. Non bisogna essere troppo rigorosi con le definizioni quando si ha a che fare con un concetto generale che si riferisce a una esperienza vastissima e per di più in divenire storico. Semplicemente ci saranno casi più centrali, casi periferici e anche parassitari. Un solo può essere rifatto per ragioni di addestramento, esemplificazione, per tributo, o infine come scorciatoia per arrogarsi meriti non propri. Credo che tutto ciò abbia esempi nella storia del jazz - e i più esperti mi potranno confermare. Nel primo caso chiedersi se ciò è jazz è come chiedersi in che punto esatto del nostro percorso stiamo incominciando a salire su una montagna (una domanda che non ha risposta certa). Negli ultimi due casi si ha un atteggiamento parassitario(lodevole nel caso del tributo, meno nell'altro), che non è molto importante decidere se chiamare jazz o no, ammenoché a un certo punto tutti si mettessero a rifare soli altrui senza più inventare. A qul punto, ma solo lì, avrebbe senso chiedersi se stiamo ancora facendo jazz oppure no e probabilmente la risposta sarebbe negativa. Lo stesso vale a livello individuale: se uno non fa che ripetere soli di altri probabilmente non è un musicista jazz, ma se uno a volte improvvisa a volte riprende e cita, non ha senso separare chirurgicamente la parte jazz da quella non jazz.
Con questo non voglio dire che non si debbano cercare i tratti distintivi del jazz, ma solo che una lista di caratteristiche necessarie e sufficienti è necessariamente artificiale. Piuttosto si tratta isolare caratteristiche eminenti o paradigmatiche. Per inciso, gran parte di quanto avete scritto in questa discussione mi sembra perfettamente in linea con questo metodo.
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Bach 37ML
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Offline Valejazz

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #140 on: July 31, 2010, 04:26:26 PM »
Assolutamente, la storia del Jazz è stata scritta non solo dai precursori ma indistintamente anche da tutti quei musicisti che lo hanno amato e suonato, americani e non.

yessssss

Offline Valejazz

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #141 on: July 31, 2010, 04:36:35 PM »
Oibo'... ma non avevamo scritto e sottoscritto che le due peculiarita' erano l'improvvisazione e lo swing ?

spesso il jazz è privo di improvvisazione...prendi molte suite di Ellington tanto per fare un esempio a caso

a meno che non si voglia tenere conto di un fatto più profondo, come il jazzista suona la singola nota o frase, mettendo una fisicità che è sua propria e, se dotata di swing, rende la frase jazz.

questo fa sì che anche un brano scritto da cima a fondo, cambi a seconda di chi lo suona, e questa è una peculiarità di tutte le musiche non eurocolte

Se tu scrivi un solo di Armstrong su Finale e la fai suonare dal programma, è jazz? me sa de no ;)

l'improvvisazione fa parte di tutte le musiche, la classica del tardo 800 ci ha disabituato a questa realtà, ciò che distingue un solista jazz da uno balinese, salentino o etiope è la lingua che usa per improvvisare.

Certo, il solismo ha dato fortissimi impulsi all'evoluzione della lingua stessa, ma questo è normale in tutte le musiche da qualche studioso (vd Caporaletti) definite audiotattili.

Offline Zosimo

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #142 on: October 02, 2010, 09:41:35 AM »
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
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Offline Norman

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #143 on: October 02, 2010, 11:42:36 AM »
Ecco sintetizzato il concetto: si, le forme indubbiamente sono contaminate, ma lo spirito del jazz è africano, ed è sopravvissuto alla deportazione, alla schiavitù, alla segregazione ed all'omologazione. I neri d'america ce l'hanno dentro questo spirito, i bianchi devono giocoforza interiorizzarlo nel momento in cui si avvicinano a questa musica, altrimenti faranno qualcosa che formalmente somiglia al jazz, ma fatalmente sarà qualcosa di sostanzialmente diverso. Magari ugualmente bello, ma diverso.
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Offline Zosimo

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #144 on: October 02, 2010, 12:10:55 PM »
Sante parole Norman pollices
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Offline eugeniovi

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #145 on: October 04, 2010, 09:03:13 AM »
Ecco sintetizzato il concetto: si, le forme indubbiamente sono contaminate, ma lo spirito del jazz è africano, ed è sopravvissuto alla deportazione, alla schiavitù, alla segregazione ed all'omologazione. I neri d'america ce l'hanno dentro questo spirito, i bianchi devono giocoforza interiorizzarlo nel momento in cui si avvicinano a questa musica, altrimenti faranno qualcosa che formalmente somiglia al jazz, ma fatalmente sarà qualcosa di sostanzialmente diverso. Magari ugualmente bello, ma diverso.

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Offline Valejazz

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #146 on: October 04, 2010, 09:51:20 AM »
ma lo spirito del jazz è africano

io direi "prevalentemente" africano, se lo fosse in modo esclusivo, non sarebbe nata una musica nuova ;)

Offline eugeniovi

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #147 on: October 04, 2010, 11:30:11 AM »
io direi "prevalentemente" africano, se lo fosse in modo esclusivo, non sarebbe nata una musica nuova ;)

Riferendosi allo 'spirito' direi che Norman non sbaglia, quello rimane puramente africano, almeno fino ai tempi del Bebop. Ok che ci sono state varie esperienze 'bianche' con orchestre , solisti e gruppi vari ma non sono state in grado di 'sostituirsi' al linguaggio appunto con 'lo spirito' delle origini. Più avanti nel tempo il discorso diventa molto complesso a causa delle mille contaminazioni musicali, sociali e culturali. Ciao e buona giornata.


Offline paolotretteltrumpet

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #148 on: October 04, 2010, 12:02:58 PM »
Riferendosi allo 'spirito' direi che Norman non sbaglia, quello rimane puramente africano,

Quando si parla di spirito africano quello che viene in mente è l'influenza sull'aspetto ritmico,
ma spesso si tralascia l'importanza della melodia africana, intendo l'africa orientale.
Tempo fa ho ascoltato una registrazione di un vecchio bluesman e sono rimasto sbalordito nell'ascoltare
questo suo canto, sembrava per capirci un canto musulmano sul blues o viceversa.
Ecco la provenienza delle blue note e il sound-blues
Poi mi sembra anche interessante la sequenza degli armonici scoperti da Pitagora:
do, do, sol, do, mi, sol, Sib,ecc.. cioè diventa
un accordo di dominante, lo stesso accordo predominante nel blues.
« Last Edit: October 04, 2010, 12:44:48 PM by paolotretteltrumpet »
Resonance Suprema
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Offline DarioT

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Re: Jazz, Africa, Occidente, forma e sostanza
« Reply #149 on: October 04, 2010, 12:46:03 PM »
Poi mi sembra anche interessante la sequenza degli armonici scoperti da Pitagora:
do, do, sol, do, mi, sol, Sib,ecc.. cioè diventa
un accordo di dominante, lo stesso accordo predominante del blues.

a Norman viene un coccolone: il giass e' greco.....  :D
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