“Non è bello quel che è bello ma è bello quel che piace”. La saggezza popolare ci suggerisce che il concetto di bello che noi usiamo con grande disinvoltura in realtà è un concetto aleatorio e vago e, soprattutto, risente fortemente dei modelli culturali del momento. C’è perfino chi può dire di una formula matematica che “è bellissima”. Brrrrrr. Mi fa venire i brividi, ma posso capirlo. Così nella produzione artistica. Cos’è il bello? Tintoretto? Van Gogh? Picasso? Sicuramente tutti loro, pur nella loro assoluta differenza e specificità. Ma c’è anche chi può parlare di bellezza dei famosi tagli sulla tela di Fontana o della “Merda d’Artista” di tale Piero Manzoni (pochi), che di vera e propria cacca inscatolata si tratta (si, ma cacca dell’artista). In un film di De Crescenzio c’è un simpatico dialogo sull’Arte tra il professore (De Crescenzo) ed una persona semplice e spontanea. I due si trovano a visitare una mostra d’arte moderna e proprio al cospetto di un’opera che consiste nello spaccato di un bagno comprensivo di w.c. e catenella, il professore si lancia, con grande passione, nel tentativo di dare sostanza artistica ed intellettuale all’opera, con l’obbiettivo di vincere la perplessità manifestata dall’altro. Quando il professore finisce di parlare quest’ultimo dice: “Professò, mettiamo il caso che avviene un terremoto che distrugge tutto il mondo”. “Si”. Dice il professore. “Solo alcune persone si salvano.” “Si”. Incoraggia il professore. “Ad un certo punto qualcuno fa degli scavi e trovano che sò: il David di Michelangelo. Secondo voi lo capiscono che è un’opera d’arte?”. “Certo che lo capiscono”, rassicura il professore. “Bene”, dice il semplice. “Ma se a qualcun altro gli viene in mente di scavare proprio qui e trova stù cesso, che fa, lo capisce uguale che è pure questa un’opera d’arte?”.
Al di là dell’aneddoto (che un senso ce l’ha pure), posso concepire che un’opera possa avere un significato di rottura, di provocazione, di avanguardia, che, pur non adeguandosi ai canoni “normali” di bellezza, si guadagna ( diciamo così sul campo) una sua “bellezza” proprio per quello che significa.(Il senso della bellezza o la bellezza del senso, come per la formula matematica). Forse è una “bellezza” effimera, perché determinata dalla storicità del momento, ma che si inserisce in un percorso che può determinare altro.
Tutta questa premessa per dire: Cavolo!!! Ma sono proprio brutte stè trombe. E’ un vero peccato se, come dite, si tratta di buone trombe. Non volermene caro Tony, ma esteticamente sono decisamente pacchiane ed estreme. Ma non estreme perché cercano di ribaltare uno schema proponendo una dimensione nuova ed inusuale che, chissà, forse un giorno diventerà consueta ed accettata. No. No. Proprio cattivo gusto.Non mi sembra che questo “look” possa alimentare ambizioni evolutive (parlo soltanto dal punto di vista estetico, naturalmente). Anzi, mi sembra che proprio non voglia esserlo, tant’è che i riferimenti stilistici sono vintage. Io lo considererei un “gioco” sul quale Taylor si è voluto divertire. Ma, ripeto, mi sembra un vero peccato. Si tratta di uno strumento, ed in quanto tale deve fornire a chi lo tiene in mano la sensazione che questo oggetto ti consentirà, con estrema plasticità, di esprimerti come vuoi, in relazione a quello che ti stai disponendo a suonare, al tuo stato d’animo del momento ed a tutte le variabili del caso.Questi sono strumenti che si presentano con un forte grado di saturazione. Cioè, già di per sé contengono un sacco di informazioni visive che determinano un vissuto e delle aspettative. Come quando vedi un chopper, di quelli estremi e ti ci puoi immaginare a cavalcioni soltanto lungo le grandi vie che congiungono gli States.
Una tromba come una di queste il signore che già conosciamo sicuramente un giorno se la comprerà:
http://www.youtube.com/watch?v=x2xdBYYM0HcNon credo proprio questo signore qua:
http://www.youtube.com/watch?v=C99coGU1JhkNon voglio dire che lo strumento deve essere insignificante, anzi deve essere significante, dove significante è una parola che di per sé non ha alcun senso, ma che d’altra parte offre svariate possibilità di senso.
Caro Tony, se gli consigliassi un bravo designer magari italiano?
Naturalmente è una stupidissima mia opinione.
Chiedo scusa a tutto il forum per la prolissità. Abbiate pietà: fà caldo. Felice