Sfogliando una vecchia rivista del 1959 ho trovato una recensione sull'esibizione di Rollins al festival Jazz di Sanremo che dimostra come quasi sempre la critica, specialmente quando si tratta del nuovo, non abbia ancora i mezzi necessari per dare giudizi attendibili. Ecco di cosa si tratta:....Sonny Rollins rappresenta per i modernisti ad oltranza un caso di infatuazione collettiva. Dopo Mulligan e Baker, l'affannosa ricerca di un nuovo astro del Jazz, di quel novello messia atteso da anni sembrava finalmente conclusa. Ma l'errore prima o poi sarebbe apparso in tutta la sua evidenza. E a Sanremo ne abbiamo avuta la prova inconfutabile. Rollins è stato di gran lunga il peggiore tra tutti i musicisti intervenuti. Si obietterà che anche Parker al Salon du Jazz di Parigi suonò malissimo. Giusto. Però di Bird rimangono sempre i dischi al cui confronto quelli di Rollins fanno ridere. Per la cronaca aggiungerò che i pezzi del tenorsx ripresi dalla Rai furono gli unici passabili . Nei rimanenti i barriti alla Bostic, i cliche' e il campionario del R&B ebbero il sopravvento definitivo. In Cocktail For Two il nostro non ricordava nemmeno l'inciso.
Ecco, cosa dire? il critico sicuramente aveva una visione un pò troppo storica del Jazz e non riuscendo forse a capire che Rollins (mi ci giocherei la Taylor) non è che non ricordasse l'inciso ma deve averlo talmente stravolto,come il suo solito, da non essere riconoscibile se non ad orecchie fini. Per la cronaca gli altri partecipanti al Festival Jazz dei quali Rollins era il 'peggiore' furono: Raymond Court, Ambrosetti, Antonio de Serio, Barney Wilen, Basso, Lars Gullin....
Spero vi interessi l'intervento. Se così cercherò altre 'perle' del passato od articoli interessanti e divertenti. Ciao e buona giornata a tutti, eugeniovi