Dovrei riempiere pagine per raccontare di Nunzio: era veramente una persona unica, un idealista e viveva letteralmente solo per la musica. In tutta la sua vita, nonostante gli si presentasse di continuo l'occasione, non ha mai suonato qualcosa che non condivideva, che non amava, che non faceva parte del suo percorso musicale. Quindi: niente ospitate, jingles o cose del genere, a costo di stringere la cinghia ma rimanendo sempre fedele al suo ideale artistico.
Che altro dire: l'ho conosciuto quando ho inziato a suonare (avevo 15 anni ... ora ne ho 43), era amico di amici dei miei. Mi prese subito in simpatia (aveva due figli ai quali non interessava la tromba o il Jazz) e mi insegnò a suonare, mi impostò con le basi. Mi seguiva ogni settimana per due, tre ore solo per amicizia, non ha mai voluto essere pagato. Poi, le lunghissime chiaccherate, mi faceva ascoltare centinaia di dischi (riordo ancora la prima volta che mi fece ascoltare Clark Terry), mi portava a concerti dove entravamo direttamente nel backstage insieme ai musicisti (ho visto Ray Charles al Sistina seduto praticamente dietro al piano). Poi io sono stato bischero e (di nascosto, perchè lui non voleva: era molto rigoroso) andavo a suonare il Dixieland con la Mississipi Jazz Orchestra a Roma. Ho continuato a sentirlo fino a un mese prima dalla scomparsa, eravamo rimasti molto amici. Lui mi diceva sempre parole gentilissime, mi incoraggiava (non solo con la tromba, ma anche con la "vita"), era veramente un amico. Ora, mentre scrivo queste cose e lo ricordo, ti giuro che ho le lacrime agli occhi.