il Topic era stato chiuso per alcune intemperanze verbali, sono riuscito a farlo riaprire e dunque un caloroso saluto a tutti e grazie per avermi ricordato !
Vivo a Sarasota sul golfo del Mexico in Florida e per campare mi sono trasformato in " ONE MAN BAND" : con una keyboard Technics ho preparato le basi di circa 700 canzoni di un repertorio
internazionale, le canticchio e poi suonicchio la tromba. Prima della recessione suonavo 7 sere a settimana, ora solamente 3 sere, ma va bene cosi' perche non c'e' piu' l'energia della gioventu'.
Negli anni 70' , 80' , e fino al 1994, anno in cui decisi di andarmene dall'Italia, per quello che ho fatto, come e perche' l'ho fatto ho suscitato entusiasmo ma anche qualche sentimento
malevolo che alle volte si e' trasformato in manipolazione o invenzione di fatti che mi riguardano, come appare anche su questo forum { Pierpaolo )
A questo proposito, con l'aiuto di qualche vecchio ritaglio di giornale, permettetemi di raccontarmi prima come operatore culturale ( e non come imprenditore il cui scopo e' il lucro) e poi come
musicista bands leader tanto per evitare che si facciano strane speculazioni
1) All'inizio degli anni 70' , nella capitale, l'unico jazz club era il Music Inn che programmava quasi esclusivamente jazz moderno e saltuariamente il Folkstudio con il " Festivalino del Jazz" dove ebbe il battesimo la mia prima band nel 1972 con critiche non troppo benevoli. C'erano 3 0 4 Dixie Bands con un pubblico, per la maggior parte, di amici e parenti, il tutto sembrava far parte di una conventicola : ma questa era la visione e la sensazione di un giovane di periferia
2) All'epoca il jazz trad. , nei sentimenti di molti critici, era considerato reazionario mentre il jazz d;avanguardia, non solo in termini musicali ma anche sociali e politici, era considerato progressista e rivoluzionario ( e qui ci sarebbe da scrivere un volume) Il mio scopo , dunque, e' stato quello di:
1) Trovare uno spazio permanente per il jazz trad. con annessa scuola di musica per avere nuovi giovani musicisti ed un pubblico sempre piu' numeroso
2) sconfessare l'idea che questo tipo di musica debba considerarsi fuori moda o peggio reazionario CONTROINDICAZIONI DI PENNE " LA BAND DI LUIGI TOTH HA IL MERITO DI PROPORRE IL JAZZ TRAD. SENZA AVERE L' INTENZIONE DI FARE UN' OPERAZIONE DI RETROGUARDIA " pseudonimo QUADRIO
Non essendo un critico o un musicologo o un conventicolo invece di scrivere ho cercato di fare e ho fatto Alla prossima