Nessun concerto mi ha emozionato cosi' tanto come quello della PRESERVATION HALL JAZZ BAND in un teatro a Roma, non ricordo in che anno. I musicisti entrarono nel palco uno alla volta, qualcuno era accompagnato perche ' quasi cieco, qualcuno si sorreggeva con un bastone, il piu' giovane, nei suoi sessanta, era il trombonista Louis NELSON. Si sistemarono tutti sulle sedie,
c'era nell'aria una specie di silenzio e di sgomento alla vista di questi musicisti cosi' anziani e piuttosto malridotti: sembrava di essere in un ospizio dove i ricoverati musicisti si esibiscono per i loro
compagni. Ma, quando incominciarono a suonare si levo' un boato e si scateno' un applauso, e tutti avevamo le lagrime agli occhi, anche adesso che scrivo. Quello era il mio jazz : Quello che si
suonava nei funerali, o per strada con un ragazzino nero che balla il tip tap, e la gente che batte il tempo in levare oh yeah! Concludo, con una certa dose di autostima, checche' ne pensino i
miei detrattori,o quelli con la memoria corta, o quelli che soffrono di gelosie e alle volte per motivi nemmeno legati alla musica, e soprattutto scusatemi se me lo dico da solo : Se non ci fosse stato
Luigi Toth e quindi il CENTRO JAZZ ST. LOUIS, il ROMA JAZZCLUB, il MISSISSIPPI JAZZ CLUB, uno e due con le relative scuole di musica, il mondo del jazz tradizionale romano dei giovani
e meno giovani sarebbe stato in ritardo di almeno 10 anni. Oggi, da lontano, giocherellando con il computer, vedo che c'e' un incredibile fervore di bands, locali e concerti di jazz con nomi di
tanti musicisti piu' o meno famosi, che hanno militato anche nella mia OLD TIME JAZZ BAND. Mi sono prolungato un po' troppo nel raccontare la mia storia anche perche' , Costantino, il mio figlio americano ogni tanto mi chiede: " papa',ma che hai fatto in Italia ?" Alla prossima , che sara' una risposta a Pierpaolo