http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=49600The Arturo Sandoval Story che racconta la vita del trombettista cubano Arturo Sandoval, partendo dalla sua richiesta di asilo politico negli USA. Sandoval ripercorre a ritroso la vita cubana, l'amore per Marianela, il matrimonio, la famiglia, la sua grande passione per la musica.
Sandoval è uno degli innovatori della musica cubana, uno di quelli che ha cominciato a contaminare la tradizione con il jazz e proprio per questo ha avuto guai con il regime di Castro. Il partito non voleva che Sandoval facesse musica yankee, non apprezzava contaminazioni filoamericane durante i concerti. L'unico difetto di questo film notevole e a tratti quasi struggente e malinconico è l'evidente punto di vista dalla parte degli USA e degli anticastristi. Tra l'altro l'ambientazione avanera è finta, molte sono le ricostruzioni in studio, mentre le sequenze esterne vengono girate dalle parti di Miami. Le uniche scene dove si vede davvero L'Avana sono filmati in bianco e nero inseriti ad arte, ma l'effetto non disturba. Fidel Castro non avrebbe mai dato il permesso di girare a Cuba un film come questo che incoraggia l'espatrio clandestino da parte dei cubani. Dobbiamo dire però che la ricostruzione è molto curata e che meglio non si poteva fare non avendo a disposizione la materia prima. Vediamo spesso piante come ceibas e banani, uomini vestiti di eleganti guayaberas, case variopinte e arredate alla moda cubana, strade dove si balla la rumba e il guaguancó.
Sandoval decide di chiedere asilo politico negli Stati Uniti dopo una tournee autorizzata e organizza pure la fuga della sua famiglia. Dizzy Gillespie, il suo idolo jazzistico che ha conosciuto all'Avana anni prima, lo aiuta nell'impresa.
Marianela, la compagna di Sandoval, è una convincente Mía Maestro, Emilia è la cantante cubana Gloria Estefan, Dizzy Gillespie è Charles S. Dutton, Arturo Sandoval è Andy Garcia. In parti minori ci sono Tomas Milian e David Paymer. Tomas Milian (doppiato da Franco Zucca) è molto bravo a calarsi nei panni del burbero Sosa, il vecchio padre di Marianela. Nella prima sequenza lo vediamo diffidente verso il futuro genero che fa il musicista e lo accoglie dicendo che Felix Chapottín era un grande trombettista. Il padre di Marianela poi si affeziona al marito della figlia e condivide in silenzio pure la sua ribellione al regime comunista. Ottima la scena in cui padre e figlia si dicono addio e Tomas Milian recita una struggente ninna nanna cubana ("Duerme negrita que te voy a comprar nueva cunita…"). Tomas Milian è calvo, i pochi capelli sono bianchi, è pure ingrassato, però vestito da vecchio cubano si cala bene nella parte e ci lascia una caratterizzazione notevole del personaggio. Nel film c'è pure una fedele ambientazione storica fatta di fughe di disperati dal porto di Mariel, disordini di piazza a Cuba repressi da Castro, ragazzi che di notte modificano cartelloni rivoluzionari e cubani che lanciano le uova verso le case dei familiari di chi ha tradito la rivoluzione. A un certo punto si cita pure il processo al generale Ochoa, reduce dalla guerra di Angola e accusato di spaccio di droga, che si conclude con la condanna a morte dell'ex eroe nazionale. "Era diventato troppo popolare e in questo paese ci può essere solo Fidel", conclude Arturo. Le musiche cubane del film, davvero notevoli, sono dello stesso Sandoval e accompagnano le scene più toccanti in un crescendo di sonorità latine indimenticabili.