Come oramai sapete (caro Zosimo, sei la solita pettegola), sono possessore di una Taylor Lite… è trascorso più di un mese da quando è arrivata a casa, ma sino ad ora non avevo scritto nulla in merito. Il motivo è semplice: già per natura persona poco incline ai facili entusiasmi, ho preferito studiare questo oggetto con tranquillità per tutto il mese, per essere certo di fugare da una mia eventuale recensione qualsiasi residuo di effetto panacea dettato dall’entusiasmo iniziale che immancabilmente affligge chiunque si ritrovi tra le mani un nuovo “giocattolo”.
Detto questo, partiamo:
Modello: Taylor Chicago II 46 Lite
Finitura: Argentata con pompe e ferramenta varia placcata oro
Appena estratta dalla sua custodia, ricordo che la sensazione fu quella di dire “accidenti quanto pesa” (vengo da una cara schilke S32), soprattutto gli anelloni delle varie pompe trasmettono all’inizio una sensazione “massiccia”.
E qui iniziamo a dire che questa sensazione di peso, nel mio caso, è stata solo iniziale, dopo un mese e mezzo di tests on the road (tra prove, concerti e… ebbene si, un paio di uscite con una banda di paese marciando), posso dire che il bilanciamento della tromba è tale da limitare al minimo l’impatto del pur non trascurabile peso (1,4 kg). Intendiamoci, il peso rimane, niente magie, ma è così ben bilanciato sul polso da far si da essere avvertito molto meno.
La meccanica è molto veloce, come feeling simile a quella della Schilke, con il vantaggio di avere una corsa più corta.
Ma passiamo oltre. La cosa che più mi colpì all’inizio di questa tromba era il suono… bello, pieno, corposo, ma per nulla intubato. Se dovessi definirlo in altri dermini, lo definirei “elegante”, quanto meno per i miei gusti e per il mio modo di suonare. A distanza di un mese, questa impressione è confermata. Con un plus: a differenza di altre trombe, il suono rimane uniforme ed uguale a se stesso in qualsiasi registro, dal bisacuto al grave, in modo omogeneo. E’ sicuramente, per quanto mi riguarda, il più bel suono che sia riuscito ad ottenere da una tromba sino ad ora.
La proiezione è un’altra caratteristica notevole della Lite, il suono viaggia veramente, ed emergere come solista è veramente facile… in altre parole è all’occorrenza una tromba tremendamente rumorosa.
E a proposito di volume, un’altra caratteristica che apprezzo molto è la sua prontezza sui pianissimo. Spesso mi capita di studiare con un filo di suono, proprio per aumentare il controllo e la sensibilità. Ebbene, ho riscontrato in questa Lite una estrema facilità a produrre un suono compatto e pieno anche a volumi bassissimi… con ogni probabilità è l’altra faccia della sua grande proiezione, basta veramente un filo di fiato per farla suonare.
É anche una tromba che consente una notevole precisione con gli staccati; singolo, doppio, triplo, a dispetto della massa (tradizionalmente nemica degli staccati) sono estremamente pronti, sempre controllati e misurati a qualsiasi volume.
Capitolo intonazione: è una tromba molto intonata, tutte le note sono al loro posto ed anche quelle più critiche sono decisamente intonate.
Venendo da decenni di trombe a canneggio reverse, temevo la resistenza che avrei incontrato suonando con questa tromba, che reverse non è… invece, anche qui mi sono dovuto, povero me, ricredere.
Detto questo, mi si potrebbe chiedere “beh allora è la tromba definitiva, per tutti?”.
La risposta, è, ovviamente, no (e qui Tony mi spezzerà le nocche). Mi spiego meglio: sicuramente non è una tromba per neofiti, difficilmente in grado di apprezzarne le qualità. Ma non è forse nemmeno una tromba per quei trombettisti che fanno della forza bruta il loro unico credo, anche in questo caso gran parte dei suoi pregi non verrebbero apprezzati. E’, secondo me una tromba per chi sa usare l’aria e per chi suona “con la testa” prima ancora che con le labbra… in tal caso, allora si che tutte le sue enormi potenzialità balzano stupefacentemente allo scoperto.
I.