Si, anche se avrei usato parole diverse sono d'accordo sul contenuto. Nella psicologia della percezione quelle che tu chiami similitudini visive, si definisce come "Gestalt", cioè la tendenza a completare un'immagine approssimativa facendola avvicinare ad un'immagine che appartiene alla nostra memoria. Se vedo un'immagine che potrebbe essere di un triangolo, però tutti e tre i lati sono ampiamente coperti da macchie nere, io me lo rappresento come un triangolo completo, non come tre angoli disposti in una certa maniera. Così succede per la scrittura, applichiamo sempre il "Principio della buona forma". L'altro fattore coinvolto riguarda l'aspetto semantico, che è più veloce dell'attività percettiva, anzi quasi l'anticipa, "forzandoci" a identificare, tramite la lettura, parole che soddisfino la nostra ricerca di senso. Forse non concordo con l'estensione di questo di cui stiamo parlando alla lettura della musica. Abbiamo letto quello scritto senza averlo mai visto prima, ma siamo stati capaci di intenderlo senza problemi perchè abbiamo fatto ricorso al valore semantico ed al principio della continuazione della buona forma. Provatevi a suonare qualsiasi melodia (anche se l'avete già sentita) su uno spartito dove le note delle frasi sono distribuite allo stesso modo dello scritto proposto.