“Ci vuole il buio per vedere le stelle” è il sottotitolo del concerto che abbiamo fatto ieri sera a Trento in collaborazione con Unione Italiana Ciechi / I.R.I.F.O.R.
Il concerto si chiama CONCERTO AL BUIO.
In pratica il concerto si è svolto in un piccolo auditorium, (circa 200 posti)
dove è stato oscurato qualsiasi fonte di luce, dai piccoli led del mixer a quelli delle prese elettriche.
L’unico riferimento visivo l’aveva un musicista suonatore di steel drum,
cioè un piccolo nastro fosforescente visibile solo a lui.
Per il resto l’oscurità completa.
Il pubblico è stato accompagnato dai non vedenti ai posti a sedere e il concerto è iniziato.
E’ stato una bella esperienza sia per i musicisti che per il pubblico,
vivi la musica e lo spazio in una dimensione diversa , strana, emozionante e molto soggettiva.
Alla fine del concerto, sempre al buio, le persone del pubblico hanno raccontato le proprie emozioni e visioni.
Tra i non vedenti e il pubblico si è instaurato un clima molto divertente con una miriade di battute:
“Signora, l’accompagno vicino al palco così vede meglio!!!”
Il sottotitolo “Ci vuole il buio per vedere le stelle” è una frase di un anonimo,
la frase è molto profonda e prende l’occasione per una riflessione sulla condizione dei non vedenti e sui limiti e i vincoli che gli organi sensoriali impongono alla natura umana. Si calcola che oltre dieci milioni di byte giungano ogni secondo dal mondo esterno al nostro cervello, prevalentemente attraverso il senso della vista, obbligandolo all’elaborazione di una massa enorme di dati. Il buio totale libera dal condizionamento delle immagini e permette una concentrazione assoluta sul suono e sull’ascolto.
L’idea è quella di cercare di annullare il senso della vista per accedere a una comprensione dei fenomeni diversa e più profonda, così come espresso chiaramente dal pittore Paul Gauguin, che invitava a chiudere gli occhi per vedere meglio.
ciao paolo