..........ma chiaramente con la consapevolezza (e sono sicuro che loro hanno questa consapevolezza) di fare spettacolo .........
…..infatti a me sembra evidente lo spirito ironico con cui approccia il brano (si veda anche la breve gag iniziale) e che il brano stesso contiene, fin dall’inizio, nell’esposizione del tema! Mi sembra una chiara PARODIA del Carnevale di Venezia, il cui senso sarebbe stato sicuramente meglio colto se a suonarla fosse stato Thomas Gansch, per esempio, ove mai ne fosse stato capace (i Gansch-fans, come me, leggano: “ove mai ne avesse avuto voglia”). Non credo Vizzutti avesse avuto alcuna intenzione di scrivere l’alternativa all’ Aria Sulla Quarta Corda….nè esigenza di soddisfare l’insaziabile desiderio di emozioni dello scandalizzato Mr D’Avanzo & friends, con tutto il rispetto….
FORSE, il brano è proprio rivolto a “de-mitizzare lo spauracchio” che il Carnevale rappresenta per il 90% dei trombettisti….FORSE.
E tra l’altro, a me non sembra nemmeno più brutto del Carnevale di Venezia, che, sempre a mio giudizio (scusate se lo ripeto ossessivamente), mantiene il primato della pesantezza melodica e dell’inquietante banalità armonica……anche se pagherei – ad avercele – cifre importanti per saperlo eseguire come si deve.
Fu pubblicata sui migliori quotidiani, qualche mese/anno fa, come Evento Scientifico, la notizia di un gruppo di acclamati ricercatori che ha “scoperto” un Numero Primo composto da non ricordo quanti MILIONI di cifre…..a cosa servirà? Probabilmente a niente, ipotesi più accreditata, ma probabilmente al mero tentativo avvicinarsi al LIMITE o di dimostrare nella pratica il postulato che GIA’ ne teorizza la non esistenza.
Vizzutti probabilmente non entrerà nella storia della Composizione. La sua vita è la TROMBA. Io provo spesso a riascoltare i brani acquistati già dopo un’attenta selezione tra tanti su ITunes che ha registrato a suo nome ma….non mi piacciono, non c’è niente da fare! Di contro è un trombettista dal Virtuosismo UNICO e, semplicemente, con questo video, tra il serio ed il facèto, continua a dimostrarlo, con ancor più apprezzabile noncuranza delle “cadute” che tra l’altro – meditate! - gli capitano più numerose nelle parti del pezzo più umane ed anche musicalmente più interessanti, forse proprio alla ricerca del (non) limite.
Viva Vizzutti e tutti quelli che “INUTILMENTE” ed entro i propri limiti si fanno il sub-cocige su quello che Hardenberger (grazie Zosimo!) definisce il Fight-Instrument.