Mmmm... allora, il "basare tutto sull'aria" ? un fraintendimento.
Il quale deriva dal fatto che tutti si leggono i masterclass di Arnold Jacobs e i libri a lui relativi.
Ed ? chiaro che l? si parli praticamente solo di aria, perch?:
a) questo ? ci? che gli veniva chiesto, parlare della respirazione;
b) si trattava di masterclass in cui intervenivano (e/o di libri dedicati a): trombonisti, trombettisti, tubisti, cornisti... cosa avrebbe mai potuto dire Jacobs sulle labbra a strumentisti con problemi tanto diversi?
In realt?, chi andava a Chicago per la tromba, andava anche ai masterclass di Jacobs per la respirazione, ma
andava a farsi "mettere a posto" l'imboccatura da Chichowitz, che non era un maestro di "aria", ma che si dedicava proprio a insegnare la tromba (basta vedere sull'ITG journal, i suoi allievi hanno "riempito" le orchestre americane).
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Stessa cosa per Parodi, mica vi parla solo di aria.
Parla subito di aria (ma soprattutto di musica) perch? lo scorretto uso dell'aria, il blocco, la gola chiusa, "chiudersi" nell'acuto, etc. sono semplicemente il problema pi? diffuso tra gli studenti.
Ma Parodi ? anche un insegnante di tromba e quindi vi fa lavorare anche su altre cose, tipo la qualit? della vibrazione, la centratura della nota, l'apertura per il dosaggio del volume e per il registro, etc.
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Una volta per tutte bisogna sfatare questo mito per cui secondo Chicago si soffia e basta, il che farei dicendo:
non ? che la Chicago School si occupa solo di aria, non ? che sostiene che per fare tutto basta soffiare, ? che essa non ? una scuola per risolvere specifici problemi trombettistici, ? invece una scuola di MUSICA e di PSICOLOGIA MUSICALE per ottoni.
Per dimostrare quel che dico, ecco taluni dei concetti cardine della Chicago School:
1) non paralizzatevi tramite l'analisi;
2) non suonate lo strumento che avete in mano, ma quello che avete in testa;
3) non suonate ascoltandovi, suonate ascoltando quel che avete in mente;
4) comandate un chiaro discorso musicale, una chiara idea di suono, il pi? bello che immaginate, e nel tempo il corpo sar? in grado di riprodurlo tanto pi? in fretta e tanto meglio quanto pi? chiaro era il concetto.
5) non cercate di correggere le brutte abitudini, cercate invece di creare abitudini sane che, nel tempo, sostituiranno le prime;
6) inspira ed espira a partire dalle labbra, tutto quel che accade dal mento in gi?, mentre suoni non ti deve riguardare, ti distrae solo dal risultato;
7) non ordinare ai muscoletti attorno alla bocca di stare cos? o cos?, non ce la fai a controllarli: allora fa' s? che la tua mente ordini "vibrazione" in ogni situazione (acuto, grave, forte, piano) e vedrai che le labbra si disporranno nel modo ottimale a seguire questo comando;
stupisciti, non fare mai sempre le stesse cose, varia sempre, metti ogni giorno la palla pi? avanti;
9) abituati alla stranezza, all'assenza di routine;
10) non suonare uno strumento ad ottone, suona MUSICA.
Etc..
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Ora, ? del tutto chiaro che tutto quanto sopra non prescinde e non pu? prescindere dall'assumere una corretta impostazione di base, n? dall'avere un maestro che ti dia anche specifici consigli trombettistici.
Faccio un esempio: il famigerato roll-in che il Tofa ci ha insegnato.
Per me ? stata una mano santa, suonavo troppo "aperto" e il Tofa mi ha risolto un mucchio di cose, semplicemente tramite le sue parole che ricopio testualmente: "Ma perch? non cerchi di chiudere un po' di pi? le labbra quando le metti nel bocchino? Non c'? abbastanza vibrazione, senti invece ora come migliora il suono?".
Capite? Il Tofa, come tutti i MUSICISTI, ? il suono che ha subito guardato, individuando il problema.
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Ora, se io fossi stato non solo un trombettista migliore, ma un musicista migliore, se avessi seguito per bene l'insegnamento psico-musicale di Chicago, anche prima di ricevere il consiglio di Tofa avrei "sentito" che il mio suono era troppo vuoto, che non c'era abbastanza vibrazione e che quella poca che c'era andava per forza perduta nell'acuto; avrei "ordinato" pi? vibrazione.
Provateci, a ordinare pi? vibrazione e pi? suono, e poi fermatevi e guardate indietro.
La vostra mente non vi ha forse guidato a suonare pi? chiusi, a contrapporre un poco di pi? le labbra tra di loro verso l'interno?
E questo non ? il roll-in?