Author Topic: Chicago school  (Read 7962 times)

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Offline anrapa

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Re: Chicago school
« Reply #15 on: September 11, 2008, 07:36:55 AM »
Il mio insegnante, Marco Rigoletti, ha avuto l'immensa fortuna di poter studiare per un periodo con Chichowicz direttamente negli USA. Ha seguito diverse lezioni con lui e con Arnold Jacobs. Le informazioni che mi ha tramandato sono particolarmente interessanti. In particolare Chichowicz ? famoso in tutto il mondo per i "Flow Studies", questa ? una raccolta di esercizi di diversi metodi (persino il nostro "italico Gatti" ? compreso!!!) che hanno come caratteristica comune lo studio di frasi lunghe e legate in diverse tonalit? e a velocit? relativamente sostenute. Uno degli scopi ? quello di cercare di mantenere un'emissione "fluida" nonostante le tante note da suonare. Un po' come il primo esercizio del Clarke l'importante ? cercare di suonare mantenendo un'emissione continua pari in tutto e per tutto a quella di un'unica nota lunga. Questo tipo di emissione deve aiutare ad eliminare i "blocchi" che spessissimo si hanno quando si passa da una nota all'altra. Per blocchi intendo il suonare "nota per nota", perdendo di vista la melodia nella sua interezza.
Una delle frasi pi? note della scuola di Chicago ? "Wind and Song" (che ? anche il nome del sito internet americano dedicato a Jacobs e alle sue pubblicazioni). Il Wind (vento) simboleggia proprio questo modo di soffiare l'aria in modo continuo, non "a strappi". Questa emissione ? compatibile (anzi, ? l'unica compatibile) anche con lo studio dello staccato. Uno degli errori pi? tipici della maggior parte dei trombettisti ? infatti quello di usare "un soffio per ogni nota" (o per ogni piccolo gruppo di note). Oltre ad essere stilisticamente non auspicabile (si rischia di apparire "immaturi", grezzi) questo tipo di emissione induce tante tensioni muscolari che sono alla base dei problemi della maggior parte dei trombettisti.

Riallacciandomi all'annosa (e sbagliatissima) diatriba fra "Chicaghiani" contro "Ghitalliani" vorrei far notare come col tempo si sono estremizzati i concetti e si sono riassunte le due scuole con termini che non rendono giustizia della complessit? dei concetti e non tengono conto del valore anche "psicologico" dell'approccio di Chicago. Spesso si sente dire che Parodi insegna solo ad "usare l'aria" e che Tofanelli insegna ad essere "muscolari".
In realt? ? vero che molte delle persone che vanno da Parodi tornano a case felici e contente perch? ? bastato imparare ad usare CORRETTAMENTE l'aria. La realt? ? per? diversa (parlo per esperienze riportate quindi spero di non dire sciocchezze!), oltre l'aria Parodi insegna anche ad avere il giusto approccio mentale alla musica, l'uso di immagini che aiutano a rilassarsi e quindi a suonare sfruttando al meglio le proprie potenzialit?.

La scuola di Ghitalla mutua la gran parte di questi concetti e ne aggiunge altri. L'impostazione labiale richiesta ? pi? "inquadrata" nel senso che si cerca un assetto che viene ritenuto (secondo me a ragione) universalmente migliore. Al contrario la scuola di Chicago ritiene che l'assetto giusto sia da ricercare tramite l'ascolto del suono che si produce. E' un ragionamento "al contrario" che non impone un'impostazione prima di iniziare la nota. Si confida negli automatismi che si costruiscono da soli, giorno dopo giorno, quando si suona con il "giusto suono".

Per lungo tempo io ho usato questo approccio e devo dire che non sono assolutamente pentito, il suono ? fondamentale per me, anche a discapito della tecnica e dell'estensione. Avendo raggiunto il suono che desidero, per?, ho sentito la necessit? di essere pi? performante e costante nel rendimento. L'incontro con Andrea Tofanelli ? stato illuminante, pochi aggiustamenti mi hanno dato pi? precisione, pi? estensione, maggiore facilit? e attacchi pi? puliti.

Non vedo quindi queste due scuole come opposte ma piuttosto come sviluppi successivi. E' noto a livello internazionale che la maggior parte dei trombettisti ad alto livello "discendono" da Ghitalla ma ? altrettanto vero che la "prole di Chicago" ? quasi altrettanto numerosa. Non imponendo quest'ultima un assetto univoco ? ragionevole pensare che sia meno probabile che si abbia il un'altissima percentuale di riuscita su tutti gli allievi. Ma ? altrettanto vero, bisogna ricordarlo, che l'assetto Ghitalliano non ? l'ideale per tutti.
Sono troppe le differenze morfologiche tra le persone perch? l'essere "chiusi e sul bianco" funzioni nel 100% dei casi.

Spero di non aver detto troppe inesattezze. Sono felice di aver ricominciato a scrivere! GRAZIE!
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Offline Asterix

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Re: Chicago school
« Reply #16 on: September 11, 2008, 07:58:30 AM »
Dal basso della mia ignoranza finalmente mi metto a leggere i concetti fondamentali di questa scuola. Premesso che il mio modo di suonare ? prettamente istintivo, nel senso che ho seguito solo corsi saltuari (ahim?) nelle scuole delle bande e il resto ? frutto di copiare i trombettisti bravi che conosco e ascolto, mi piace il concetto del "suonare senza entrare in analisi micrometriche" che secondo me bloccano la musica. Uno dei miei pi? grossi problemi ? proprio quello della fluidit? dell' emissione sulle frasi soprattutto in fase di studio. Se sono svincolato dalla parte scritta perch? conosco bene il pezzo che sto suonando lo faccio abbastanza bene ma se devo leggere continuo a interrompere il flusso dell' aria. Poi il discorso impostazione come ha gi? detto Tony ? importantissimo per essere performanti sempre. L' unica cosa che per me andrebbe affrontato da subito e non per correggere eventuali errori che si radicano col tempo. Quando costruisci una casa parti dalle fondamenta e secondo me le fondamenta del trombettista sono "l' impostazione". Lo dico perch? ora faccio una fatica boia a sistemare le rogne che mi trascino da tempo...
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Offline fac

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Re: Chicago school
« Reply #17 on: September 11, 2008, 10:58:20 AM »
Grazie a te Anrapa!!! Come al solito sei una miniera di conoscenza!!!

Offline Dantes

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Re: Chicago school
« Reply #18 on: September 11, 2008, 10:59:36 AM »
Ci? che scrive Tony ? un esempio di equilibrio.
Secondo me lo studente ideale e l'insegnante ideale utilizzano tutti gli stimoli che possono essere utili a seconda della situazione specifica.
Mi spiego: delle volte metti lo strumento in mano a un ragazzino e vedi che quello soffia come un angelo, senza tensioni di alcun tipo, e allora non ha bisogno altro che dell'impostazione delle labbra. Altre volte becchi uno studente, le labbra vanno benissimo ma ? "affogato" e allora questo ha bisogno di concentrarsi sull'emissione.
***
Peraltro, sono sempre stato molto perplesso sull'assunto (Chicaghiano) che "l'esigenza musicale formi l'imboccatura": perlomeno una base ci deve essere, e quel che dicevo ? appunto che anche l'insegnante chicaghiano, all'inizio, ti dice "aho, ma guarda che con quell'imboccatura non arrivi da nessuna parte.
Sicch?, secondo me, l'esigenza musicale pu? "formare" l'imboccatura solo a livelli gi? molto elevati di musicalit? e contemporaneamente a livelli medio/alti di tecnica strumentale: nel senso che in questi casi ne guida l'evoluzione.
Ma, in linea di principio, l'insegnante deve dirti dice come fare con le labbra, e secondo me il modo di Ghitalla ? quello che ha la maggior probabilit? di essere funzionale.

Offline anrapa

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Re: Chicago school
« Reply #19 on: September 11, 2008, 11:35:35 AM »
Ciao a tutti, potete consigliare un libro o metodo che parla della "chicago scool?, a novara ho trovato una scuola privata di musica dove il maestro di tromba si chiama Mauro Parodi, ? lo stesso di cui parlate voi o ci sono in giro dei parenti con lo stesso cognome?
 

Non ? lo stesso Parodi, non lo conosco. Per i libri basta che cerchi su google "Wind Song Press" e trovi il sito "ufficiale" con tutti i libri e le registrazioni audio/video. E' tutto in inglese.
Ciao!
Tony
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Offline Zosimo

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Re: Chicago school
« Reply #20 on: September 11, 2008, 11:44:31 AM »
Quoto Dantes, a un novellino non gli puoi dire "l'esigenza musicale formi l'imboccatura" poi ? anche vero che uno non pu? passare parte della vita a cercare l'imboccatura altrimenti quando suona?
« Last Edit: September 20, 2008, 01:05:46 AM by Zosimo »
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Offline StefanoMassari

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Re: Chicago school
« Reply #21 on: September 11, 2008, 03:07:18 PM »
Anch'io mi ritrovo nella scuola di Chicago,anni fa frequentai alcune lezioni di Giancarlo Parodi e mi si apr? un mondo nuovo, suonare attraverso l'aria.
Sembra una cosa ovvia ma non ? cosi'; Andrea Lucchi nel suo intervento
di ieri nel forum dei trombettisti sottolineava che nel master che ha tenuto in Sicilia quasi tutti gli allievi non respiravano correttamente. Non sto dicendo che la posizione delle labbra, bocchino ecc non sono importanti, ma spesso il problema sta nella respirazione. Un altro aspetto che sottolineava Parodi era " il Corpo Memorizza" Mi spiego meglio:
tutto ci? che facciamo, postura del corpo, posizione delle labbra,posizione del bocchino, inspirazione, espirazione  ecc attraverso determinati esercizi il corpo li memorizza; di conseguenza ? importantissimo far memorizzare al corpo automatismi corretti, perche quando si fa musica non si deve pensare al labbro all'aria ecc ma solo a FARE MUSICA.
 Charlie Parker diceva imapara tutto ma quando fai musica dimentica tutto.
Stefano Massari
arturino
Dimenticavo:
complimenti Antonio " anrapa" hai sempre delle belle iniziative!!!
Stefano Massari

Offline bisto

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Re: Chicago school
« Reply #22 on: September 11, 2008, 06:22:00 PM »
Non ? lo stesso Parodi, non lo conosco. Per i libri basta che cerchi su google "Wind Song Press" e trovi il sito "ufficiale" con tutti i libri e le registrazioni audio/video. E' tutto in inglese.
Ciao!
Tony
Caspita!!! tutto in inglese? non esiste proprio niente in italiano? :-[

Offline anrapa

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Re: Chicago school
« Reply #23 on: September 11, 2008, 06:53:19 PM »
Anch'io mi ritrovo nella scuola di Chicago.....
.........Charlie Parker diceva imapara tutto ma quando fai musica dimentica tutto.
Stefano Massari
arturino
Dimenticavo:
complimenti Antonio " anrapa" hai sempre delle belle iniziative!!!

Grazie Stefano di esserti unito a noi. Era tanto tempo che non ti si vedeva in giro, sono lieto di rivederti!
Il discorso della memoria muscolare ed in genere della memoria di tutto il corpo ? un altro concetto cardine della scuola di Chicago, attraverso lo studio delle sensazioni associate ad un bel suono si riescono a raggiungere degli automatismi che raggruppano una lunga lista di azioni che sarebbero impossibili da compiere coscientemente.
Una "sensazione globale" ? alla fin fine molto pi? facile di tanti meccanicismi. Quando suono correttamente ho una sensazione di "piacere" particolare, per questo sono cos? attratto dalla tromba. Suonare ? un momento magico!
Tony

P.S.
Cercher? nei ritagli di tempo di tradurre quel video, ? davvero utile!
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Offline bach

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Re: Chicago school
« Reply #24 on: September 12, 2008, 12:30:59 PM »
Io sono "incappato" nella chicago school pi? di dieci anni fa. Purtroppo mi ? stata spacciata, da insegnanti poco competenti, come:

"usare tanta aria - fregarsene dell'imboccatura - usare gli spirometri - fare tanto stamp tutti i giorni".

Inutile dire che, fatta cos?, non mi ? servita a niente. Anzi... visto che all'epoca avevo problemi di imboccatura, mi ha solo fatto perdere tempo.

Attraverso forumtromba ho conosciuto meglio la "vera" scuola di chicago ed ho potuto integrare i suoi concetti con quelle di altre scuole che hanno formato grandi trombettisti (Ghitalla, Reinhardt, Mendez)
Non ? che ora abbia capito tutto, ma i concetti mi sono decisamente pi? chiari :)
Di questo devo ringraziare anche i maestri Larsen (quarta tromba della CSO), che ha tenuto un bellissimo master l'anno scorso (organizzato dal nostro utente Dant?s, tra l'altro), ed Andrea Tofanelli, che ? sempre stato pronto a chiarire questi dubbi, sia sul forum che nei suoi master.

Per concludere, riposto questo link ad un articolo di J.Hagstrom, seconda tromba della CSO. Secondo me ? molto utile a sfatare i falsi miti che circolano sulla chicago school:
http://www.midwestclinic.com/clinicianmaterials/2001/hagstrom.pdf

Offline anrapa

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Re: Chicago school
« Reply #25 on: September 12, 2008, 12:54:24 PM »
Quello che citi ? il motivo per cui spesso viene sottovalutata. Come troppo spesso accade la gente valuta con leggerezza e per sentito dire.
Ci sar? pure un motivo perch? una enorme percentuale di trombettisti famosi si rif? a questa scuola!!!
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Re: Chicago school
« Reply #26 on: September 20, 2008, 12:53:56 AM »

io le ho provate un po' tutte,(Ghitalla,Colin,Stemp,Caruso,Maggio ecc)
Sono stato a lezione dal un bel po' di gente italiana e non..
ho sempre avuto come dice il Tofa un impostazione felice(sono stato suo allievo tempo f?)non so' bene se sono Ghitalliano..Chicago ecc
..la scuola Chicago mi piace molto comunque..
ma non ? semplice capire:prendi molta aria e ascolta il suono che hai in mente il cervello far? tutto per te!
? abbastanza piu' complesso il discorso..




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Offline maxtro83

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Re: Chicago school
« Reply #27 on: September 20, 2008, 12:29:57 PM »
io le ho provate un po' tutte,(Ghitalla,Colin,Stemp,Caruso,Maggio ecc)
Sono stato a lezione dal un bel po' di gente italiana e non..
ho sempre avuto come dice il Tofa un impostazione felice(sono stato suo allievo tempo f?)non so' bene se sono Ghitalliano..Chicago ecc
..la scuola Chicago mi piace molto comunque..
ma non ? semplice capire:prendi molta aria e ascolta il suono che hai in mente il cervello far? tutto per te!
? abbastanza piu' complesso il discorso..






premetto che a livello di scuole sono un p? ignorante, per? leggendo qua e nel vecchio forum mi sono fatto un p? un'idea generale. per?, ti dispiacerebbe spiegarmi cosa volevi dire? che intendi per discorso pi? complesso?
ti ringrazio anticipatamente
m
Max
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Offline Mirko Rinaldi

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Re: Chicago school
« Reply #28 on: September 20, 2008, 12:53:02 PM »
Bh? il sunto di Tony non ? male!
come faccio cosi' in un post?
Provo a farlo:
1)Prendere il massimo dell'aria sempre!(anche per fare una notina)a polmoni pieni l'espirazione diviene naturale ovviamente!
2)Avere una buona pressione del bocchino sulle labbra..grazie all'isolamento di quest'ultimo le labbra entrano in vibrazione!
3)Non analizzarsi mentre suoni..questo provoca rigidit?!
4)Suonare sempre per fare musica..
5)Ascoltare sempre il proprio suono..
6)Suona la prima nota della giornata come se questa fosse l'ultima!
7)Suona sempre come se fossi in sala di registrazione o in concerto!

non ? facile riassumere in concetti una scuola..
consiglio a tutti sempre di andare a lezione da gente che s? bene queste cose!


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Offline Valejazz

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Re: Chicago school
« Reply #29 on: September 20, 2008, 01:31:59 PM »
3)Non analizzarsi mentre suoni..questo provoca rigidit?!

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