Come dice Falzone "la roba dei grandi è roba loro, va bene per studiare ma poi va lasciata fare perchè ci si brucia..."
La "poetica" di ogni musicista appartiene inevitabilmente a "quel" musicista è per cosi' dire imprendibile, poichè è sempre il risultato di una certa vita (personale appunto) calata in un contesto socio/economico/musicale preciso ed eleborata da "quella" persona, perciò irripetibile, cosi' come mentre dicessimo "ora" questa parola detta fa già parte del "passato".....
Tutto muta tutto è irripetibile (nello stesso identico modo).
Per questo ritengo che sia ovvio e consigliabile studiarsi tutti i grandi per cercare però di sviluppare ed esprimere un nostro discorso, una nostra idea delle cose, non è facile e pochissimi ci arrivano poichè per poterlo fare, c'è bisogno della "coincidenza" perfetta di una miriade di fattori che coinvolgono non solo noi in prima persona ma anche tutto il contesto social/musicale/economico che ci circonda.
Diversamente, a mio parere, succede quello che moltissimi musicisti hanno vissuto, il rimanere "intrappolati" in un modello che ci affascina ma che non è il nostro.
Bye