La realtà sta nel mezzo: lui esegue una routine quando si appresta a suonare che può includere o no una pausa di "compressione". Per certi versi è didattica, per altri versi è richiesta per il genere musicale (attacco cattivo da prima tromba, per esempio), per altri versi è inutile. Insomma, dipende dal momento e, anche, dall'allievo. Alcuni hanno bisogno di "sbloccarsi" e quindi li invita a lasciarsi andare e a non trattenere l'aria, per altri invece si può tentare l'altro approccio che è, passatemi il termine, più maturo. Nel senso che si può affrontare quando non si ha più la tendenza ad "ingolfarsi".
Occhio che la distinzione è sottile: una cosa è trattenere perché si è nel panico o nell'indecisione, un'altra è "sedersi sul fiato" coscientemente per capire (e col tempo sfruttare) il suo sistema.
E' una cosa che, dal punto di vista didattico, è estremamente formativa: imparare a eliminare tutte le tensioni del corpo trattenendo l'aria per 1 secondo (o anche 20 secondi!!!!!!!) prima dell'attacco non è facile ma il beneficio è estendibile a qualunque situazione. Come a dire: se riesci ad attaccare trattenendo l'aria per x secondi quando dovrai fare un attacco senza trattenere sarà ancora più facile.
MA E' IMPORTANTE RICORDARE CHE questo tipo di preparazione all'attacco non va affrontata se si ha un blocco, insomma, se non si è già capaci ad attaccare senza esitare.
Come attacca lui le note in concerto? Se l'effetto richiesto è quello "dell'esplosione" trattiene un attimo. Se invece sta suonando un brano cantabile parte senza un milionesimo di secondo di esitazione.
Ciao!
P.S.
Questa materia, essendomi molto cara causa notevoli carenze giovanili (con la tromba....), l'ho trattata MOLTO, MA MOLTO in profondità nell'ultimo anno e gli ho fatto fare tutti i test che noi squilibrati vorremmo far fare ai nostri idoli della tromba!