Bubber: l'argomento musica era in programma ma devo andare per argomenti e le maggiori curiosità gravitavano sulle trombe che normalmente non abbiamo la possibilità di provare qui in Italia.
Ls Musica: scindiamo l'argomento in più parti, l'effetto WOW, il valore tecnico, la sperimentazione di nuovi stili, l'old style, la partecipazione ad eventi di valore "storico", le situazioni spontanee etc etc
Il miglior jazzista è stato sicuramente Terrel Stafford, mi verrebbe quasi da dire che è stato l'unico jazzista vero nel mucchio. Il suo concerto è stato un'emozione unica, la sola persona ad emozionare la parte jazz del mio spirito. Per certi versi non funambolico o "Marsalissiano" ma sicuramente carico di significato, arrabbiato, vero, mai pretestuoso. I suoi soli erano dialoghi evidenti con gli altri musicisti sul palco. Una lezione su come si suona jazz. Numero uno, voto 8
Jens Lindemann: l'ho definito un essere umano fenomenale (mentre ritengo Adam, Vizzutti, Sandoval, Nakariakov e Natalie Dungey degli alieni camuffati da trombettisti). Ce ne saranno altri 20 o 30 al mondo al suo livello, quindi è un fenomeno ma sicuramente qualcosa di replicabile con TANTO studio ed un po' di predisposizione.
Musicalmente parlando è più votato alla classica ma si difende nel jazz "morbido", non è però un jazzista puro. I suoi concerti sono piacevoli sia per come suona che per come istrionicamente presenta i suoi brani. E poi è di una simpatia imbarazzante anche fuori dal palco. Voto 8
Vizzutti: mi spiace dirlo ma è una delusione dal punto di vista musicale. E Mr. Perfect, è un alieno ma non comunica nulla, è freddo, glaciale, mentre suona. Quando scherza sul palco è divertente e piacevole ma diventa un CD appena inizia a suonare. Durante il suo ultimo concerto mi sono sforzato di ricordare un brano di qualche suo CD che mi sia rimasto nel cuore. Nessuno. Ricordo perfettamente Carnival of Venus ma non è nel mio cuore, è nel mio cervello. E poi il suo suono è troppo artefatto, troppo "sintetizzatore". 5 per l'espressione, 8 per la tecnica
Adam: lasciamo perdere il valore tecnico, il brano che più mi ha emozionato è stato il Cigno di Saint Saens, non va oltre il Mi alto, suona sempre piano, nulla di funambolico ma meravigliosamente espressivo. Poi ci sarebbe il brano dei Beach Boys... ma lo vedrete online presto. Voto 9 (così non rognate dicendo che sono un suo fan...)
Sandoval: sempre uguale, sempre prevedibile ma MALEDETTAMENTE EMOZIONANTE!!!! Coinvolgente, poliedrico, aggressivo, dolce, sfrontato e maleducato. Ogni aggettivo va bene per descriverlo perche in concerto riesce a non essere mai uguale. Un cubano DOC, che lo si ami o lo si odi. Non è il mio trombettista preferito ma ha menato fendenti e ha fatto divertire TUTTI. Voto 9
Thomas Hooten: gamma dinamica esagerata, espressivo, sfrontato e senza paure. E' riuscito a rendere interessante un concerto dal programma noioso per il solo fatto di aver affrontato i brani con il cuore in mano. Nella seconda parte era stanco ed ha perso in parte l'espressività. 9
Bobby Shew: un mito che si sta spegnendo. Ha avuto rari momenti di vitalità con frasi interessanti ma per la maggior parte del tempo ha arrancato così tanto con gli strumenti che non è sembrato per niente a suo agio. Si è salvato col flicorno regalando un paio di ballad emozionanti. Se si fosse limitato a quello strumento e a quel tipo di musica gli avrei dato un bel 9. In realtà era da 6
Walter White: un semisconosciuto "acutista", che ha suonato con Ferguson, amico di Marsalis fin da ragazzino, una vita interessantissima. E' intonato, è competente con la tromba e con l'armonia jazz, arrangia da paura e la sua big band è magnifica. Ah, sa suonare ed è spesso emozionante. Peccato lo trattino da acutista mentre è un ottimo trombettista. Voto 7
Rex Richardson: tecnicamente vale 9 ma ha suonato da 6, musicalmente parlando mi ha lasciato interdetto.
Eppure mi ha dato l'impressione che in altre situazioni (tipo un concerto tutto suo, fuori da una convention di trombettisti) sia molto più interessante.
Tenete però conto del fatto che hanno suonato una media di 10 ore al giorno tutti e per tutti, fra prove, concerti, jam, masterclass, lezioni individuali e prove di strumenti. TUTTI saranno stati stanchi e poco ispirati. Non è la situazione giusta per assistere al concerto della vita...
Ah, le masterclass: assolutamente inutili, un accozzaglia di luoghi comuni triti e ritriti, ma questo ormai si è capito, ed è per questa ragione che quando organizzo gli incontri con Adam li gestisco in modo completamente diverso, come delle "lecture".
Non è senso andare fino negli USA per farsi dire che è importante comportarsi bene con i colleghi, che la respirazione è importante, che bisogna imparare a cantare e che è bene ascoltare anche altri strumenti.
Fortunatamente erano gratuite (o per meglio dire comprese nel biglietto d'ingresso da 400 dollari per tutta la settimana).
Se hai curiosità su alcuni trombettisti in particolare chiedi pure.