Author Topic: Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann  (Read 1568 times)

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Offline anrapa

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Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« on: October 24, 2013, 02:28:18 PM »
Question 1. Hi Jens! First off, thank you very much for the "Tip Tuesday" series. I have greatly enjoyed reading and learning from these posts. I would like to know more about your approach to "Anchor Tonguing" and how one would benefit from this tongue placement technique. Also, if you would have any suggestions and/ or exercises for players looking to switch from a traditional tongue placement/ onset to Anchor Tonguing. Thank you very much for your time and I look forward to seeing answers this weeks questions!

Answer 1. Anchor tonguing is something I discovered naturally when I was younger. That is to say, just by experimenting a bit, I liked the result. No one told me what it was and the only teacher that ever asked me about it (Bill Dimmer in Edmonton) had the eternal wisdom to just leave things alone and not make a big deal out of the fact that I was trying something different and experimenting. My obvious problem was clean articulation and easier control in the upper register. Nothing too extreme, just G on top of the staff to high C. I theorized that if the tip of my tongue stayed placed where my lower teeth meet my gums, then there would be a permanent arch to the middle and back of my tongue. This would help me increase air speed and compression (especially the compression) which is critical to playing in the upper range. I also theorized that since only the most minimal of changes actually takes place between the top of the treble clef and everything above it, that I wanted the most minimal movement possible taking place inside my mouth. Although I can now verbalize it somewhat, this was a concept first inspired in high school when a great trumpeter (Gary Guthman) came through our school and said that if you can play a G on top of the treble clef stave, you could play the double G above that. Of course, it seemed ridiculous to a young player who only dreamed of what that must really feel like, but I vividly remember my excitement watching how easy he made it look and that made me curious.

With the tip of my tongue striking the top of my mouth, it seems to automatically lower the middle of my tongue causing a loss of pressure. That loss of pressure causes a slight vacuum inside my mouth (have you ever accidentally burped while holding a note? Same thing but more extreme) which made higher notes more challenging and I figured there had to be a way to make it look and feel as effortless as Gary made it seem. IAnchor tonguing also gives my notes in that upper fourth (and eventually beyond) a roundness and ‘ping’ to the front of them that was missing when I would tongue striking the tip against the upper part of my mouth. By keeping the tip of tongue permanently placed where my lower teeth meet the gum line, I felt like I could just touch the notes and that they seemed closer together. Today I call that feeling the compression of intervallic relationship.

Bottom line is just to experiment with it. Nothing bad will happen to you if you are curious to try and keep an open mind and positive attitude about the work process.
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Offline Locutus2k

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #1 on: October 24, 2013, 03:36:41 PM »
L'arched tongue funziona senza dubbio e mi riconosco nelle parole di Lindemann. Io ci ho provato e ci provo tutt'ora con discreti risultati ma lo staccato, quello proprio non riesco a capire come farlo con la stessa precisione della lingua sui denti superiori.
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Offline Ste

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #2 on: October 24, 2013, 03:47:30 PM »
Purtroppo a me funziona...solo con l'aria!! se soffio e muovo l'arco che creo con la lingua sento perfettamente l'aria che accelera,è una sensazione bellissima...mi dico"tutto qua?! facilissimo!!... " , poi appoggio il bocchino.... e...taaaaccc!! non esce niente..niet..nada...nochts... piang
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Offline ivanpad

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #3 on: October 24, 2013, 04:50:58 PM »
Rispondo perchè qui entriamo nel mio campo: le cose che non funzionano  felicissim

Il discorso della lingua inizia a funzionare solo quando tutte le altre parti in gioco sono in grado di reagire
positivamente alla variazione della velocità dell'aria.
Mi spiego meglio, se tengo il centro delle labbra rigide o comunque "pinzate", posso arcuare la lingua
quanto mi pare...ma non succede un bel niente. La funzione delle labbra dovrebbe essere quella di vibrare liberamente.
Stesso discorso vale nel caso di una respirazione scorretta, o di un'eccessiva tensione muscolare generale.

ciao
Ivan

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Offline CONFUSION51

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #4 on: October 24, 2013, 09:39:56 PM »
Yes! Corretto e basilare,
suonare con l'aria e la lingua arcuata non ha bisogno di una pressione tale da vincere l'opposizione delle labbra come nella scuola tradizionale, anzi quando si hanno le condizioni tali per cui il meccanismo di vibrazione delle labbra è totalmente svincolato dal bocchino e da tensioni aggiunte varie, la pressione è veramente minima e diventa finalmente possibile velocizzare l'aria in vari modi, i migliori credo siano comprimerla prima nel corpo in modo che al momento necessario l'aria abbia la velocità necessaria senza doverla spingere, e la lingua che controlla sia la velocità e sia l'attacco e soprattutto la chiusura della nota che diventerà l'attacco della nota successiva.

Sempre da come la vedo io...
Aiuta didatticamente suonare un Monette Prana che mettendoti in mutande ti costringe a sperimentare metodologie alternative al stringo,schiaccio tiro e spingo finche c'è né !!

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e quindi, Boh? La verità stà da un'altra parte!

Offline anrapa

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #5 on: October 24, 2013, 09:45:41 PM »
Aggiungo che un'inspirazione particolarmente profonda aiuta a creare quella compressione naturale che ci evita di dover contorcere le budella spingendo come degli animali con gli addominali (comunemente confusi con il diaframma.... ;)  ).
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Offline Norman

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #6 on: October 24, 2013, 11:53:31 PM »
Pensate che ad un certo punto del mio lungo percorso di passaggio dal metodo "stira e spingi come un disperato" all'estremo diametralmente opposto ad un certo punto mi sono accorto che lo staccato lo facevo col dorso della lingua... Inizialmente, causa ignoranza totale dell'argomento, pensavo fosse un problema... Beh, almeno qualcosa di positivo me lo sono portato dietro da quegli anni di fatica non necessaria...
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Offline ivanpad

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #7 on: October 25, 2013, 09:27:37 AM »
Yes! Corretto e basilare,
suonare con l'aria e la lingua arcuata non ha bisogno di una pressione tale da vincere l'opposizione delle labbra come nella scuola tradizionale, anzi quando si hanno le condizioni tali per cui il meccanismo di vibrazione delle labbra è totalmente svincolato dal bocchino e da tensioni aggiunte varie, la pressione è veramente minima e diventa finalmente possibile velocizzare l'aria in vari modi, i migliori credo siano comprimerla prima nel corpo in modo che al momento necessario l'aria abbia la velocità necessaria senza doverla spingere, e la lingua che controlla sia la velocità e sia l'attacco e soprattutto la chiusura della nota che diventerà l'attacco della nota successiva.

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Anche perchè con un prana, spingendo, tirando o invocando improbabili dei dell'olimpo... io dopo dieci minuti inizio ad avere fantozziane visioni mistiche :)
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Offline scogia

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #8 on: October 25, 2013, 11:33:31 AM »
Pensate che ad un certo punto del mio lungo percorso di passaggio dal metodo "stira e spingi come un disperato" all'estremo diametralmente opposto ad un certo punto mi sono accorto che lo staccato lo facevo col dorso della lingua... Inizialmente, causa ignoranza totale dell'argomento, pensavo fosse un problema... Beh, almeno qualcosa di positivo me lo sono portato dietro da quegli anni di fatica non necessaria...

Ciao Norman,
più o meno ho avuto la tua stessa esperienza ma non ho ancora superato, naturalmente, la fase  "quando non ce la fai, spingi" , ci sto lavorando. Invece mi interessava avere conferma del fatto che Giuffredi suonasse ancorando la punta della lingua...se non ti scoccia parlarne, ovvio!

Offline bubbermiley

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #9 on: October 25, 2013, 12:55:22 PM »
Ciao Norman,
più o meno ho avuto la tua stessa esperienza ma non ho ancora superato, naturalmente, la fase  "quando non ce la fai, spingi" , ci sto lavorando. Invece mi interessava avere conferma del fatto che Giuffredi suonasse ancorando la punta della lingua...se non ti scoccia parlarne, ovvio!


Io questa domanda la feci ad Andrea. Rido ancora ancora per la risposta.

Però son curioso di sentire cosa ti dice norman!

Offline Norman

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Re:Arched Tongue, cosa ne pensa Jens Lindemann
« Reply #10 on: October 25, 2013, 04:10:13 PM »

Io questa domanda la feci ad Andrea. Rido ancora ancora per la risposta.

Però son curioso di sentire cosa ti dice norman!

Non glie l'ho mai chiesto, ma posso immaginare una risposta del tipo: "Non saprei, suono e basta". Ovviamente non proprio con queste parole...  sbellicars

Giuffredi è molto restio a dare risposte del genere, perché lui stesso usa approcci anche molto diversi a seconda di cosa deve suonare. Una volta mi disse che si dovrebbe cercare di essere due, tre o anche più trombettisti diversi allo stesso tempo, a seconda che tu debba suonare un solo di Clifford Brown, la quinta di Mahler o una canzone tipo Granada... Quindi io sono sicuro che sa bene di cosa si tratta, e probabilmente la usa in certi contesti o anche in certe situazioni, ma allo stesso modo è capace di suonare con un approccio diametralmente opposto, secondo l'esigenza del momento. Alla fine la sua filosofia è molto simile a quello che dice Lindeman sulla sperimentazione e la ricerca di un approccio personale. Va bene tutto, se il risultato finale è buono. La vera cosa difficile da imparare, per la mia modesta esperienza, per quanto possa sembrare paradossale, è riconoscere la bontà del risultato. Da principiante basta che uno ti suoni sopra il sol sopra il pentagramma e ti sembra un Dio. Poi piano piano ti si affina l'orecchio e cominci a capire che suonare veramente, con un bel suono, una buona intonazione, con un'interpretazione che abbia un senso, è tutt'altra cosa.
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