provocazione ON uno potrebbe pensare che sia: perché così almeno non me li smarronano più dopo che me la sono venduta!.....
provocazione OFF facciamo una riunione a casa tua con Taylor in persona che risponde a queste domande......
L'abbiamo fatto una volta l'incontro con Taylor in Italia (grazie ad Andrea Giuffredi che ci ospitò in civica).
Il succo di tutto quanto è: quale clientela voglio avere, quanto tempo posso dedicare al cliente e qual'è il livello di comprensione del cliente?
Considerando che i trombettisti che hanno piena e vera coscienza di cosa influenza veramente il comportamento dello strumento sono dannatamente pochi al mondo che senso avrebbe buttarsi nella mischia contro produttori-assemblatori-martellatori che non hanno neanche vagamente idea del perché i proprio strumenti non funzionano? E fra quelli che arrivano a capire che ch'è qualcosa che non funziona nel proprio prodotto quanti sono disposti ad ammetterlo distruggendo così il proprio business?
Spostandosi invece sul lato cliente, come puoi batterti ad armi pari con quelli che a malapena la sanno tenere in mano la tromba ma pontificano a più non posso nei forum? Tu puoi usare le più fini argomentazioni ma questi ti sotterreranno sempre con un rutto o, se va bene, con una frase priva di significato ma magari piena di paroloni del quale senso non sono a conoscenza.
E' una battaglia che nessuna persona sana di mente combatterebbe.
Fa benissimo Monette a "spendere" i propri dipendenti (quasi tutti magnifici musicisti!!!) e i clienti migliori in video che dimostrano "hands down" che c'è un abisso fra le sue trombe ed una... Parrot? (tanto per non offendere nessuno)
Taylor non ne ha voglia o bisogno o possibilità: per ragionare in milionesimi di pollice bisogna avere macchinari di un certo tipo, per parlare di risonanza-intonazione-proiezione e di altri concetti "avanzati" bisognerebbe sentire dal vivo e, SOPRATTUTTO, bisognerebbe avere un orecchio educato a percepire certe cose.
Non dimentichiamoci che neanche Monette è al riparo da critiche, sono una miriade quelli che lo criticano solo perché costa tanto. Altri non riescono neanche a percepire la differenza di intonazione fra una Monette ed una... J.Michael?
E poi ci sono gli inossidabili della Martin Committee (io li chiamo così e non con intento denigratorio), quelli che cioè sono attaccati al passato, ad un feeling che oggi non esiste più, ad un suono che le trombe di oggi non ti possono dare perché è frutto di notevolissimi difetti costruttivi. Non sono da biasimare, il gusto è gusto ma non puoi scendere sullo stesso campo di battaglia con chi ti dice che la sua spada è migliore perché è rossa mentre la tua è verde. Non è così che si misura oggettivamente il valore di uno strumento, quello è gusto puro e semplice.
Non potendo quindi confrontarsi con i forum, le recensioni sulle riviste "specializzate", la pubblicità di pentolame stile Mastrota che si fa su FB, le schiere di finti endorser, la politica di prezzi aggressiva che solo una multinazionale può fare per buttare fuori dal mercato i concorrenti, le acquisizioni dei marchi minori, i concerti e le masterclass gratuiti per gli spettatori ma onerosissime per il produttore... cosa rimane al piccolo artigiano che, diversamente dai grandi gruppi o dagli "artigiani per modo di dire", ha un prodotto innovativo ma non la possibilità di combattere?
Si sceglie la clientela, o almeno cerca di farlo il più possibile.
Parliamo di numeri: capacità produttiva di Taylor: 60-80 trombe l'anno. Se ne vende una all'anno per ogni paese sviluppato del mondo ha già risolto il problema. Limitiamo il campo ai venti paesi più avanzati e ricchi? Bastano 3 o 4 trombe l'anno. Vogliamo dire che gli USA da soli valgono 20-30 trombe l'anno? Agli altri paesi basta prenderne due o tre...
Vogliamo incrementare la produzione a 100 trombe? Quelle venti trombe in più quanto rovinano la qualità del prodotto? Qual è la ricaduta in termini di immagine? Fare 20 trombe in più all'anno quanto tempo al divertimento ruba a chi le fa? Quante meno sperimentazioni si possono fare se devi andare in "catena di montaggio"? Quanto meno tempo puoi passare al telefono con il cliente prima, durante e dopo la vendita dello strumento?
Chi ha preso una tromba da me sa che nel 90% dei casi ha ricevuto un servizio che si è sviluppato fino a diventare un'amicizia che prescinde dallo strumento. Chi è venuto da me ha ricevuto tutte le informazioni possibili e immaginabili, incluso il consiglio a non comprare la tromba se il modo di suonare non è adatto allo strumento. Qui dentro sono in tanti a poter testimoniare che NON consiglio mai una Custom, a nessuno. Ho remore persino a consigliare la Standard per via del peso e tante volte concludo le chiacchierate con "fai meglio a rimanere con la XXX o la YYY perché tanto la Taylor la rivenderesti dopo un mese".
La maggior parte dei produttori di strumenti si affidano ad una rete di venditori che, per lavoro, devono fare soldi vendendo un pezzo d'ottone. Lo strumento migliore è quello che genera il profitto maggiore, per questo su FB c'è un florilegio di Mastrota che giurano sulla mamma che la tromba ZZZ è intonatissima, pari alla KKK, ha gli armonici vicini, la lingua alta o bassa, la luna in opposizione con Giove etc etc. Poi li senti suonare o senti la tromba e escono fuori tutti i difetti.
Ma non si può neanche dare la colpa a questi venditori perché tanto la clientela questo vuole: se la preoccupazione tipica del trombettista è "gli acuti mi usciranno meglio?" oppure "buco di più in sezione?" è inutile spendere tempo in una brochure che spiega la rava e la fava di tremila accorgimenti per rendere lo strumento effettivamente più intonato e con un'emissione più uniforme in tutti i registri.
Il dramma è quando ti capita la capra a casa, con tutta la buona volontà non riuscirai a fargli capire come funziona lo strumento (o magari che lo strumento non fa al caso suo visto che è di legno...) e magari lo ordina lo stesso perché ha la campana grossa o i tasti a scomparsa o la finitura tamarra o la curva arrotondata o i piastroni tipo Mazinga Zeta. Tu ti puoi opporre quanto vuoi ma alla fine il cliente ha sempre ragione. Dopo un mese la trovi nel mercatino e la persona va in giro a dire che la tromba non funziona...
Il valore aggiunto di un approccio alla Taylor è che la buona parte dei clienti si fidelizza e diventa un returning customer che una volta ogni 2 o 3 anni compra uno strumento nuovo (di solito prima una tromba "normale", poi il flicorno, poi una tromba "one of a kind", il pattern è quasi sempre questo). A Taylor non interessa il coglioncello che cambia più trombe che mutande e che sputa sentenze con la sicumera di un luminare. E neanche puoi fermarli perché tanto quelli comprano solo l'usato che trovano al minor prezzo senza ragionare neanche per un attimo su quale sia lo strumento giusto per le proprie esigenze. Sono spinti dalla curiosità, sanno che spendono magari 100 e rivendono fra 90 e 110 e tanto loro basta...
Il cliente buono è quello che sa apprezzare cosa ha in mano, se ne innamora, ne vuole ancora e con il passaparola amplia il giro di clienti "sani".
Il cliente buono non è necessariamente Marsalis, non è solo il livello musicale che interessa ma anche (e forse soprattutto?) il livello di apprezzamento che il cliente sa esprimere per la propria arte. La tromba, nel caso di Monette, Taylor e ci metto dentro anche Possegger, Harrelson e altri che plasmano il metallo, non è solo musica, intonazione, risonanza e lingue alte-basse-oblique, è anche immagine, soddisfazione per gli occhi, desiderio. (mamma mia come sono poetico!
)
Per tornare alla domanda iniziale di Fabio
Marketing: chi meglio di un pirla come anrapa può portare avanti la causa di Taylor? Non sono io la sua migliore pubblicità? Ospito a casa le persone per ore e ore, ho più strumenti a casa io che lui in ditta, ho una competenza (dai, questa passatemela...) notevole grazie a Taylor e ad Adam su come funzionano le trombe e i bocchini, non ho la necessità di vendere e sono innamorato del prodotto.
Questo approccio genera un indotto che è maggiore della pubblicità alla Mastrota, che non prende in giro le persone, che crea clienti fidelizzati che ogni tot prendono nuovi strumenti e che genera pochi delusi.
Seconda parte della domanda: il cliente felice è un cliente che rimane in contatto con chi gli ha fatto avere lo strumento, gli fa domande, è interessato alle novità, chiede le foto di strumenti strani, cerca il "gadget" all'ultima moda etc etc...
Insomma, questo tuo topic è la dimostrazione che il "marketing" di Taylor funziona!!!