Author Topic: Estensione a un anno di studio  (Read 24173 times)

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Offline Sarap

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #90 on: February 07, 2014, 01:24:43 AM »
raramente, e all'insaputa del comandante. il quale sostiene che si potrebbe rovinare tutto il lavoro procedendo troppo rapidamente. il concetto è: posare le pietre sulle quali costruire. buone note basse, per arrivare alle alte nei giusti tempi, e in modo più consapevole, più "definitivo". credo sia uno dei tanti metodi possibili. grazie a questo forum apprendo quali sono gli altri. essendo a zero, mi serve tutto quello che leggo qui! e mi sento meno sola a guerreggiare!

Offline Norman

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #91 on: February 07, 2014, 01:47:09 AM »

Mmmh da te Norman, non me l'aspettavo  :).
Il vero problema che leggo in queste pagine è che sembrerebbe che prendere un do o un mi acuto è uguale a saper suonare la tromba.
IO musicmanmax l'ho incontrato, l'ho ascoltato provare una tromba e gli ho fatto i complimenti perché suonava (credo di aver capito) da un mase o due e aveva già una bella sicurezza. Però, vorrei sentire un esercizio "a caso" dell'Arban, magari la rythmic figure n.18 (ed è uno facile stiamo, credo, nelle prime 20 pagine), fatto come Dio comanda, con note piene e "leggere" e magari chiuso con un bel do acuto.
Mio nipote, che ha 10 anni e sto cercando di convincere a suonare la tromba, la prima volta che ha preso in mano lo strumento mi ha sparato un do, un mi e pure un sol.
Fare uscire una nota acuta è molto più semplice di quanto sembri, un bambino senza paure e preconcetti lo può fare se non al primo al secondo o terzo tentativo.
Qui stiamo riempiendo pagine di thread sul fare uscire una nota mentre invece sarebbe più giusto dire suonare su quel registro.
Ripeto: che me ne faccio di un fischione, forte o piano se poi non so staccare, legare, accentare e mettici pure fare il growl sui sedicesimi che "a noi" jazzisti piace tanto?

Ancora: prendo il do acuto (o mi o sol o do bis o quello che vi pare). Vorrei sentirlo dopo dieci minuti che suoni bene, preciso e senza errori una partitura di quelle cazzute per big band. Magari alla fine di una lunga frase scritta fff con tanti bei cappellini sparsi come il sale.

Oggi facendo riscaldamento, col labbro bello fresco e riposato, ho centrato un bel la acuto che mi ha dato tanta soddisfazione e aumentato la mia autostima. So benissimo, però, che se dovessi farlo alla fine di un pezzo impegnativo difficilmente ci riuscirei. A comando, così come è scritto.

Se per voi è diverso me ne rallegro, per me è così.

Io sono assolutamente d'accordo con te. Quello che vorrei puntualizzare è che ci sono tutta una serie di preconcetti da sfatare nel mondo della tromba, dovuti essenzialmente a troppi anni di didattica sbagliata, ormai superata, ma purtroppo ancora molto diffusa. Uno di questi preconcetti è quello secondo cui il registro acuto della tromba sarebbe "difficile", o addirittura pericoloso. La mia esperienza (dopo 7 anni in cui questa didattica sbagliata l'ho subita sulla mia pelle, ed altri 6 in cui me la sto faticosamente scrollando di dosso...) è che quello che dice Tony è assolutamente vero. Non è che arrivare al do/mi acuto dopo un anno significhi saper suonare, ma significa che quello che tradizionalmente è considerato difficile (o addirittura impossibile) dovrebbe in realtà essere la normalità, ed è realmente assurdo che non lo sia! Poi ci vogliono anni per perfezionare ed affinare quel registro (ed è questo il vero lavoro difficile, non la conquista dell'estensione normale!), ma la teoria che il registro normale della tromba debba essere conquistato in anni di lavoro è priva di ogni fondamento.

Vorrei dire due parole anche sulla paura, che è argomento strettamente legato a questo. La cosa più straordinaria che mi hanno dato questi anni di studio con Giuffredi è il modo in cui lui è riuscito a rivoltare come un calzino il mio approccio mentale alla tromba. Quello che prima era dominato dalla paura, dall'incertezza, dalla continua frustrazione derivata dal vedere pochi risultati nonostante una dedizione totale ed uno studio costante, ora è dominato dalla leggerezza, dal piacere puro. Anche lo studio è diventato molto più piacevole e meno pesante. Oggi a suonare mi diverto, e non ho neanche più paura degli errori, perché so che comunque quello che mi viene bene mi dà soddisfazione, e più studio, più arrivano risultati. Un po' ha certamente influito l'indole contagiosa del personaggio... Ma quello che ha influito di più è che mi ha insegnato a suonare in una maniera che non richiedeva più una fatica sovrumana, la necessità di pensare a tutto quello che facevo, il senso di precarietà derivante dall'incredibile divario tra "giorni buoni" e "giorni cattivi". E' vero quello che dice fac sulla paura, e lo dicono tanti bravi maestri: ma queste rimangono solo parole se poi l'allievo si scontra con delle difficoltà abnormi derivanti da una didattica inadeguata. Hai voglia a non avere paura dal registro acuto se nonostante tu studi come un matto (anzi, proprio quando studi di più...) le cose continuano a riuscirti difficili e faticose, e ti viene fatto credere che sia normale. Quindi un buon atteggiamento mentale ed una buona tecnica sono fattori che si alimentano l'un l'altro, ugualmente necessari. Un bravo insegnante senz'altro deve trasmettere il giusto approccio mentale all'allievo, ma questo approccio deve necessariamente essere confortato da conferme concrete nel percorso di studio. Se l'insegnante ha un buon approccio mentale, ma non ha il giusto approccio didattico, l'approccio mentale sarà bello che inutile.
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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #92 on: February 07, 2014, 08:56:17 AM »
per Sarap : questo che descrivi è credo il metodo più diffuso tra gli strumenti a fiato.
non so se anche con la tromba sia così (sono autodidatta ed in più suono da pochissimo), il principio è : se impari
veramente la tecnica di produzione del suono  su una nota hai gli strumenti per replicare lo stesso studio su tutte le altre.
tempo fa mi sono scontrato con un insegnante di tromba ma continuo a credere anche ad un altro aspetto di questo che descrivi.
perchè partire dalle note basse dello strumento può comportare un valore aggiunto?
per rispondere a questa domanda mi soccorre la conoscenza di un metodo di apprendimento per sax.
il principio è che nella nota bassa (nella posizione della nota bassa) il do ad esempio preso a vuoto  , sono presenti tutti gli armonici della stessa nota.
se hai una buona tecnica di produzione di quella nota bassa (con tutte le caratteristiche che la rendono la migliore nota producibile ) e sai selezionare gli armonici di quel suono hai la chiave per suonare la tromba come il sax come il trombone ecc....)

per Norman :
l'aspetto che mi ha colpito di Giuffredi è che è in grado di suonartela la leggerezza .
per abitudine (una brutta abitudine) sono più capace di individuare anche nel suono della tromba differenze e disomogeneità nel timbro e nel corpo rispetto all'intonazione . piang
e Giuffredi da questo punto di vista è inarrivabile.


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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #93 on: February 07, 2014, 09:00:38 AM »
Chiedo scusa per l'intornissimone in questo "campo minato" ho ripreso a suonare  da circa 9 mesi e studio seriamente da 5 o 6 mesi e prima arrivato al mi fuori dallo spartito... Ora ho deciso di non contentrarmi  molto sugli acuti altrimenti credo che sarei potuto arrivare anche al fa ma ho deciso di concentrarmi sulle note basse... ora arrivo al do fuori dagli spartiti senza nessun problema ... Ora il mi lo prendo pure ma non è un gran che e mi devo sforzare molto... La morale: Secondo me molto dipende da come ci si dedica allo studio degli acuti e da come ci si predispone allo studio degli acuti... Forse sto dicendo una cretinata... Voi che dite???
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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #94 on: February 07, 2014, 09:15:36 AM »
dici che per suonare insieme ad altri musicisti è necessario saper leggere uno spartito.
io non lo credo.
 sono certo che imparare a leggere la musica sia  per me utile e rappresenti una delle possibili priorità.
ma sono altrettanto convinto che si può fare musica anche di alto livello con musicisti che lo spartito neanche lo considerano.

Su questo non ci incontriamo. Per modificare o infrangere le regole bisogna prima conoscerle e saperle applicare. Cosa credi che Van Gogh non sapesse disegnare un paesaggio tradizionale, con tutte le regole del caso? Miles Davis o Arturo Sandoval sono cresciuti a suon di Arban, è un dato di fatto, poi con quegli strumenti hanno sviluppato la propria personalità, sono andati oltre. Il musicista che si ferma alla regola, al "compitino" e non approfondisce suono, interpretazione e improvvisazione sicuramente non va bene, ma neanche quello che considera tutte quelle rotture di scatole inutili e parte subito col free jazz.
I musicisti di alto livello che lo spartito non lo considerano neanche è perché l'hanno talmente assimilato da ritenerlo semplice e banale come l'abc. Di questo, per averne conosciuti alcuni di questi musicisti, sono più che certo.
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Offline fabiodb

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #95 on: February 07, 2014, 09:27:09 AM »
Su questo non ci incontriamo. Per modificare o infrangere le regole bisogna prima conoscerle e saperle applicare. Cosa credi che Van Gogh non sapesse disegnare un paesaggio tradizionale, con tutte le regole del caso? Miles Davis o Arturo Sandoval sono cresciuti a suon di Arban, è un dato di fatto, poi con quegli strumenti hanno sviluppato la propria personalità, sono andati oltre. Il musicista che si ferma alla regola, al "compitino" e non approfondisce suono, interpretazione e improvvisazione sicuramente non va bene, ma neanche quello che considera tutte quelle rotture di scatole inutili e parte subito col free jazz.
I musicisti di alto livello che lo spartito non lo considerano neanche è perché l'hanno talmente assimilato da ritenerlo semplice e banale come l'abc. Di questo, per averne conosciuti alcuni di questi musicisti, sono più che certo.


condivido pienamente quello che dice Lokutus.....conosco un ragazzo che in 2 mesi suona la chitarra da farti venire i capelli dritti, bene non sa cosa vuol dire spartito o note sul pentagramma. bene sono passati 2 anni e lui è un mostro di bravura che continua a suonare in casa. questo perchè se si deve confrontare con qualcuno, cosa gli dice, fai quella nota li che suona così, l'altro gli risponde anche solo suoniamo in fa maggiore e lui lo guarderà per quel tanto che basta per perdere il tempo..... si possono avere priorità diverse ma più sai e meglio è, questo è quello che penso.

Offline Locutus2k

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #96 on: February 07, 2014, 09:33:07 AM »
Chiedo scusa per l'intornissimone in questo "campo minato" ho ripreso a suonare  da circa 9 mesi e studio seriamente da 5 o 6 mesi e prima arrivato al mi fuori dallo spartito...

Quote from: Sarap
il concetto è: posare le pietre sulle quali costruire. buone note basse, per arrivare alle alte nei giusti tempi, e in modo più consapevole, più "definitivo". ...

Con molta umiltà e la consapevolezza di chi ha ancora tantissimo da imparare (e probabilmente non finirà mai), vorrei dire la mia.
Come dice anche fcoltrane bisogna darsi delle priorità se la priorità e sparare note acute a comando per divertire i vicini e deliziare un eventuale pubblico, allora la strada di misurarsele (le note) col centimetro ogni giorno è sicuramente quella giusta. Altrimenti -sempre a mio parere- le note alte vanno considerate esattamente come quelle basse. C'è gente che si pavoneggia di bisacuti poi non sa prendere un sol sotto al rigo. Certo, mi infastidisce la poca padronanaza del registro acuto ma mi infastidirebbe ancora di più la poca padronanza del registro medio grave, basso, dello staccato legato etc. perché alla fine, quando suoni il 99% è quello, a meno che non sei un acutista che spara a comando fucilate a effetto.

E con questo non dico che bisogna ignorare o trascurare lo studio del registro acuto, ma solo di non essersene ossessionati, di considerarlo allo stesso modo del resto.
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Offline fcoltrane

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #97 on: February 07, 2014, 09:40:40 AM »
questo che dici è un principio condiviso da molti .
perchè pensare solo ad un bel suono se puoi avere anche una buona lettura una buona interpretazione saper improvvisare sugli accordi , fuori dagli accordi , saper suonare la tradizione, sapere suonare con un uno stile contemporaneo ecc...
io però preferisco parlare di priorità e nel corso del tempo ho conosciuto musicisti che lo spartito neanche sapevano cosa fosse ma avevano attitudini e capacità che io (che uno spartito so leggerlo  ) non avrò neanche se vivo altre due vite.
Davis e Sandoval indubbiamente lo spartito lo conoscevano ma per il primo sospetto che in alcuni brani le priorità fossero altre .
in pratica non bisogna confondere un limite tecnico da una scelta .
nel mio caso credo che sia utile saper leggere uno spartito  (e il non volerlo leggere sarebbe solo non voler riconoscere il proprio limite tecnico ).
 se  però un musicista (anche trombettista)  mi dicesse a me non frega nulla dello spartito perchè per me c'è solo il suono e mi chiedesse di suonare insieme non solo proverei ad ascoltarlo per capire cosa intenda , ma gli racconterei dei musicisti che ho conosciuto e che la vedono come lui (magari dopo trenta quaranta anni di studio anche degli spartiti).
considera pure che questa diversa ottica può consentigli di risparmiare trenta quaranta anni.


Offline fcoltrane

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #98 on: February 07, 2014, 09:51:17 AM »
Per Fabiodb:
dal mio punto di vista quel ragazzo è sfortunato (il chitarrista) se è davvero così bravo è sfortunato e si scontra con musicisti che hanno poca lungimiranza.
comunque hai introdotto ulteriori concetti che esorbitano lo studio dello spartito .
la conoscenza degli accordi (il fa maggiore che hai citato) presuppone un altra attitudine e indica proprio una delle priorità alle quali alludevo.
magari uno non sa leggere lo spartito ma è in grado di suonare una progressione di accordi e di improvvisarci basta che la senta una volta.
quando lo incontri gli dici fermati un attimo e leggimi questo spartito?
o provi a suonarci e magari gli chiedi come ci riesca?


Offline Locutus2k

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #99 on: February 07, 2014, 09:53:42 AM »
ma gli racconterei dei musicisti che ho conosciuto e che la vedono come lui (magari dopo trenta quaranta anni di studio anche degli spartiti).
considera pure che questa diversa ottica può consentigli di risparmiare trenta quaranta anni.

E' proprio questo il punto. Magari dopo trenta quaranta anni di studio anche degli spartiti.
Io di musicisti veri ignoranti (nel senso che ignoravano) di tecnica e regole di base non ne ho conosciuti mai. Il mio primo maestro era un grandissimo musicista, ora scomparso, che ha fatto la storia del Jazz in Italia. Si chiamava Nunzio Rotondo e aveva una autentica adorazione per Miles Davis. Se lo sentivi suonare era tutto tranne che "classico" nel modo di approcciarsi alla musica e non andava praticamente mai oltre il la sopra il rigo. Su youtube c'è qualcosa. Però, una volta, mi fece sentire un Hora staccato (con un bocchino quasi da flicorno su tromba) che metteva i brividi. In vita mia non gli ho mai visto leggere uno spartito, mai.

Io per studio degli spartiti intendo anche teoria e armonia, non solo tecnica trombettistica.
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Offline DENNY96RX

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #100 on: February 07, 2014, 09:55:39 AM »
Con molta umiltà e la consapevolezza di chi ha ancora tantissimo da imparare (e probabilmente non finirà mai), vorrei dire la mia.
Come dice anche fcoltrane bisogna darsi delle priorità se la priorità e sparare note acute a comando per divertire i vicini e deliziare un eventuale pubblico, allora la strada di misurarsele (le note) col centimetro ogni giorno è sicuramente quella giusta. Altrimenti -sempre a mio parere- le note alte vanno considerate esattamente come quelle basse. C'è gente che si pavoneggia di bisacuti poi non sa prendere un sol sotto al rigo. Certo, mi infastidisce la poca padronanaza del registro acuto ma mi infastidirebbe ancora di più la poca padronanza del registro medio grave, basso, dello staccato legato etc. perché alla fine, quando suoni il 99% è quello, a meno che non sei un acutista che spara a comando fucilate a effetto.

E con questo non dico che bisogna ignorare o trascurare lo studio del registro acuto, ma solo di non essersene ossessionati, di considerarlo allo stesso modo del resto.


in effetti è così... Ci si concentra su quello che è più importante per la tua esecuzione !!! Sono d'accordo con quello che dice fcoltrane :) ... Prima avevo la priorità di ampliare il mio reggistro ora la mia priorità è di avere un bel suono e intonazione su tutto il registro e allo stesso tempo fare una bella esecuzione e metterci un pò di esserssimone... Le priorità cambiano in base allo studio e all avanzamento ... Questo che sto dicendo l'ho sperimentato sulla mia pelle ...
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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #101 on: February 07, 2014, 10:03:51 AM »
io non lo credo.

lo diceva anche Bix Beiderbecke. aveva un orecchio fantastico e improvvisava su tutto.
ma poi per suonare con altri e nelle big band professioniste ha dovuto imparare la
lettura e i primi tempi non gli fu semplice...

io devo ancora conoscere un professionista ( o legger di ) che *non* abbia i  fondamentali.
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Offline Norman

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #102 on: February 07, 2014, 10:10:43 AM »
Per carità, si può essere anche dei grandissimi musicisti senza saper leggere la musica. Basti citare il noto esempio di Pavarotti. Però è il solito discorso, qual è la regola e qual è l'eccezione?

A mio modesto parere imparare a leggere la musica serve tantissimo, perché facilita non solo l'interazione con altri musicisti, ma anche lo studio, soprattutto oggi che, fortunatamente, noi studenti abbiamo accesso ad una mole enorme di materiale didattico e musicale.

Poi è chiaro che la lettura non è tutto, è importantissimo che sia accompagnata dalla capacità anche di suonare ad orecchio, perché ci sono tante situazioni in cui mettersi a scrivere certe cose è molto più complicato che non farle direttamente. Insomma, non bisogna neanche essere schiavi dello spartito.

E' celebre la famosa barzelletta: come si fa a far smettere di suonare un pianista? Basta togliergli lo spartito. Ed un chitarrista? Basta mettergli uno spartito davanti...

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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #103 on: February 07, 2014, 10:20:48 AM »
Ma poi qui stiamo discutendo se è necessario sapere leggere la musica per suonare, mentre invece il succo era (è) diverso: è necessario riuscire a suonare correttamente i fondamenti della tecnica trombettistica per essere un bravo trombettista?
La domanda mi sembra così surreale che mi chiedo in prima istanza come sia possibile porsela. Ma forse sono io che non capisco.
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Re:Estensione a un anno di studio
« Reply #104 on: February 07, 2014, 10:32:05 AM »
per Norman :
questo che dici è stato fino ad oggi il mio pensiero (che sia utile) ma desideravo mettere in risalto che non bisogna avere preconcetti.
e lo dico io che sono intriso fino al midollo di preconcetti .
il principio è :un trombettista non sa leggere lo spartito quindi per ciò solo io non suono con lui.
mi rifiuto di accettarlo .

ulteriore problema è quello delle priorità il discorso sarebbe molto lungo ma provo a  semplificare.
domani l'autore del messaggio dovesse scrivere a me non interessa leggere gli spartiti , non interessa lo studio degli accordi , non mi interessa tutto il resto mi interessa solo un aspetto imparare a suonare un do acuto con il più bel suono di cui sono capace.
io dal basso della mia esperienza gli direi .
guardati intorno ascolta i tuoi interlocutori  sia per quello che dicono sia per quello che suonano (se puoi anche quelli del forum) e "scegli" quello che quel do lo sa suonare nella maniera che più si avvicina al tuo ideale di suono.
quello sarà il tuo interlocutore preferito.