Tony, come spesso accade in queste discussioni si finisce per andare fuori tema, ma questa volta mica tanto!
Correttamente indichi lo studio e la dedizione ad esso come mezzo per arrivare al risultato qui mi sembra invece di capire che il concetto di studio sia cosa sorpassata, l'importante è curare il suono (ma le due cose non erano congiunte?) e sentirle, le cose.
Credo che converrai con me che così come tante scorciatoie per acutisti hanno rovinato schiere di trombettisti, allo stesso modo l'idea di raggiungere un risultato saltando a piedi pari i fondamenti di uno studio (che senza scandalizzarci possiamo definire "classico") non possa altro che far male. Se non altro alla quasi totalità delle persone. O forse io sono diventato troppo vecchio per capire certe cose?
Guarda, con tutte le divergenze che possiamo voler vedere a tutti i costi in questa discussione penso che siamo veramente tutti dalla stessa parte: il "legalese" di fcoltrane è a mio parere solo ed esclusivamente un modo "pericoloso" di salvaguardare i "casi più unici che rari" e le "minoranze etniche". Fcoltrane non sta sostenendo che si DEBBA mettere da parte lo studio dello strumento o della teoria musicale per poter suonare la tromba con soddisfazione, sta solo dicendo che qualora qualcuno volesse seguire la strada del fai da te perché è solo il suono che gli interessa nella vita (o magari solo l'improvvisazione o solo l'estensione o solo il triplo staccato) nulla vieta... certo è che ti limiterai, se sei fortunato-caparbio-dotato, a fare quelle cose. Ma se sono quelle cose a darti soddisfazione perché non farlo?
Io, evidentemente, seguo un'altra strada, quella della formazione di base fatta MOLTO bene, un "supporto psicologico" che non terrorizzi l'allievo, la cura del suono, dell'intonazione, dell'emissione etc etc etc. Questo sistema FUNZIONA SEMPRE e fcoltrane non lo nega, sta facendo solo "le pari opportunità".
Non vedo un rischio nel dare voce a chi pensa che fare meno ed in una specifica direzione possa portare a meno e circoscritto in una specifica direzione. Non sta mica dicendo che così facendo otterrai migliori risultati. Solo che quei minori risultati possono bastarti...
Mi preoccupa di più la visione di Carlo che è evidentemente spaventato dalla mia uscita sul Do-Mi acuto perché è sintomo di un limite psicologico verso le note acute che lui non riesce a concepire vuoi per il maestro vuoi per uno studio non approfondito vuoi perché gli avranno detto che Chet Backer è meglio di Sandoval (la butto sul ridere anche se questi discorsi li abbiamo fatti infinite volte...).
Un insegnante che limita l'allievo all'Arban senza fargli esplorare l'estensione superiore perché l'insegnante stesso non arriva al Mi acuto è... strano?