l'anno scorso lo avevo fatto, non su questo forum credo, la Liguria è lontana per molti... ma comunque meglio così molto più tempo a disposizione, praticamente dopo un po di parole sul panorama cultural-trombettisco, un'ora per ciascuno... poi credo che ascoltare e prendere parte a questi incontri, a prescindere dalle varie scuole e impostazioni, sia salutare, perchè apre la mente e ti porta a volere fare sempre meglio.
Quello è secondo me il problema principali delle "masterclass all'italiana": secondo me non ha nessun senso fare incetta di iscritti e dedicare 20-30 minuti (anche se ripetuti per una settimana di seguito) con l'insegnante tal dei tali. In un tempo così ristretto, SE VA BENE, fai appena in tempo a tirare fuori dalla custodia la tromba, fare dieci note di riscaldamento, cercare di calmarti per l'emozione che si prova a far lezione di fronte ad altri venti o più trombettisti e a suonare le prime dieci misure di Haydn. A quel punto sarai contorto come un lombrico, non darai l'immagine di quello che sei e quindi di quello che ti serve e tutto si riduce immancabilmente a:
1) Apri la gola
2) Rilassati e abbassa le spalle
3) Respira più profondamente
4) L'attacco deve essere meno rigido
etc etc etc
Insomma, cose tanto giuste quanto banali quanto dettate con ogni probabilità dalla tensione del momento.
Io sono più dell'idea che un MASTERCLASS, diversamente da una "serie di micro lezioni a mille persone diverse delle quali l'insegnante non sa nulla", deve essere un "discorso" di un esperto della materia che racconta, spiega e dimostra con lo strumento come lui la pensa. Ci possono essere poche e mirate "vittime sacrificali" (2 o 3?) scelte a caso nel pubblico per spiegare su "un umano" il senso di certi concetti ma la "cura personale" deve necessariamente esser fatta successivamente, meglio il giorno dopo, magari in piccoli gruppi di 3 o 4 persone raggruppate per livello che "studiano" con l'insegnante i concetti espressi il giorno prima e sui quali si ha avuto il tempo di meditare e di sperimentare almeno un'oretta.
La migliore masterclass che ho organizzato, con Adam Rapa, è stata a Bagnolo Mella grazie a Sergio Malacarne, due giorni così divisi: mattino e primo pomeriggio una "lecture" sulla tecnica di base, tardo pomeriggio una chiacchierata sul jazz con guida all'ascolto. La sera concerto ed il giorno dopo lezioni/studio a gruppi di 4 divisi per livello.
Ne ho sperimentate tante in questi anni e penso che questo sia il metodo che regala al partecipante la maggior quantità di nozioni possibili unite ad un valido "check up" con lo strumento.
Che ne pensate?