Arieccomi... un caro saluto a tutti!
Mi è tornata la voglia di scrivere un po' di jazz (e della tromba
nel jazz) e di condividere le conoscenze di trombettisti (moderni e non) di spessore e calibro nel mondo jazzistico che spesso vengono 'trascurati' e/o 'dimenticati', seguendo (stilisticamente) la traccia solcata nel mio thread “Assoli imperdibili” (quindi compattando qui l'analisi dei vari trombettisti).
Naturalmente evidenzierò, in ordine sparso quanto a collocazione temporale e nazionalità, i trumpet-hero che
secondo me sono significativi, confidando ciò possa costituire un valido spunto di riflessione e/o di approfondimento per chi non li conoscesse o li avesse ascoltati solo
superficialmente.
La “significatività” è ovviamente soggettiva e chi non li riterrà tali ovvero considerasse le mie indicazioni … “inascoltabili” (
) potrà in ogni caso dire la propria.
Inizio, allora - non senza ringraziare anrapa per l'ospitalità in ITF e chi parteciperà a questo viaggio nel tempo alla scoperta dei JTH, con l'ultima “cotta” musicale...
AVISHAI COHENPongo all'attenzione della comunità un grandissimo
moderno, che probabilmente non tutti gli appassionati (di tromba jazz) hanno ancora “scoperto” (e sarebbe davvero un peccato). Per chi non lo conoscesse (o pensasse che di Avishai Cohen c'è solo l'omonimo contrabbassista), eccone una disamina, confido, completa.
Che dire... è, a mio avviso, veramente un grande. Ecco un primo assaggio, da un live con un quartetto di cui non era il leader:
https://www.youtube.com/watch?v=bl4miufiBYoRitengo interessante l'eloquio improvvisativo (mai scontato, né ritmicamente, né melodicamente) e sorprendente (per i miei gusti), il suono. Per chi volesse seguirlo nel suo 'volo':
http://craigtweddell.com/Avishai_Cohen_files/Avishai%20Cohen%20solo%20on%20Dania%20-%20Trumpet%20in%20Bb.pdfIsraeliano di nascita e Newyorkese di adozione.
Giunge 3° nel 1997 al celebre Thelonious Monk International Jazz Trumpet Competition (ecco i giudici di quell'anno: Randy Brecker, Jon Faddis, Art Farmer, Wallace Roney, Arturo Sandoval...!).
Votato come "rising star" nel 2012 dal celebre magazine Downbeat.
Ha una tecnica superba, un suono spettacolare e un fraseggio che parte diretto da Clifford per raggiungere modernità armolodiche à la Ornette (con cui ha "studiato" nel suo loft negli anni formativi). E già confrontarsi con Coleman (che lo stima moltissimo e ne tesse le lodi) è già un gran biglietto da visita...
Equipaggiamento:
Trumpet: Bach Strad (fino all'album "the Trumpet Player", la si vede raffigurata in copertina), poi una costum
Joss Landress NYC.
Qui testa l'ottone dello stimato artigiano newyorkese dopo che gli è stata costruita 'su misura' e consegnata a domicilio:
http://www.jlandressbrass.com/instruments1.htmlMouthpiece: Bach 3C, ora, penso, un costum (dai video e dalle foto recenti non comprendo la marca e dalle notizie reperite in rete siamo ancora fermi al Bach 3C, che però ogni tanto, anche di recente, ricompare).
Si distingue attualmente - e si è distinto negli ultimi anni - in varie formazioni, che passerò in rassegna con spunti video e ... 'consigli per gli acquisti' (o di ascolto su Spotify):
TriveniTrattasi della formazione più "jazzy" in cui milita. Un trio pianoless, in cui swinga alla grandissima.
Dice lui stesso della formazione (in relazione all'ultima uscita, “Triveni II”):
-
"Abbiamo registrato alla vecchia maniera, senza alcuna separazione, senza cuffie. Siamo entrati in studio ed abbiamo suonato dal vivo, finito un brano e passati al prossimo, con un pubblico in studio con noi per una parte del tempo. Dopo il mio primo album, ho fatto un piccolo viaggio al di fuori della tradizione jazz, esplorando la musica dell'Africa occidentale. Così ho cominciato sentire la mancanza di soffiare liberamente, solo avventarsi e swingare duramente. Questo è quello che Triveni rappresenta."
- “Il mio approccio a questo trio è stato quello di sfidare noi stessi a rimanere lirici e veri, bilanciando libertà con autocontrollo. La disciplina è un'arte di per sé”
- "Fisicamente è una vera sfida per il trombettista, perchè c'è così tanto da soffiare. I tuoi chops devono essere davvero in ordine. Ma io amo la libertà che viene dal suonare senza uno strumento accordale, così come la presa la responsabilità di guidare senza un altro strumento a fiato."Recensendo la band Triveni dal vivo al Jazz Standard, il New York Times ha elogiato Avishai come
"uno stravagantemente abile trombettista, rilassato e pieno di sentimento, che abilmente unisce sensibilità e talento."E' attualmente in Europa con questa formazione (di recente si è esibito per tre sere al Duc Des Lombards di Parigi), per cui se vi capita di andare a sentirli (ma non so se verrà in Italia), non lasciatevelo sfuggire! Proprio in questi giorni è in tour con il combo di Roberto Gatto (sempre pianoless, con Bearzatti al sax). E' docente ai Seminari di Siena Jazz (avanzati).
Ecco Triveni in un celebre standard:
https://www.youtube.com/watch?v=vQBGHq-6SnwPer chi volesse seguire il solo:
http://craigtweddell.com/Avishai_Cohen_files/Avishai%20Cohen%20-%20You%27d%20be%20so%20nice%20to%20come%20home%20to.pdfAlbum da avere:
introducing-triveni
triveni II
3 CohensFormazione formata dai tre fratelli Cohen, solo fiati (tromba, clarinetto/sax tenore, sax soprano). Si esibiscono 'a cappella' o accompagnati da ritmiche varie (tutte di incredibile valore). L'ultimo album ("Tightrope") è praticamente una partita tra loro tre soli, ed è veramente un azzardo riuscitissimo - l'equilibrista sul filo raffigurato sulla copertina del CD è significativo...
Qui potete ascoltarli al jazz festival di Newport, in un noto standard suonato come bis (
How High The Moon).
https://www.youtube.com/watch?v=Ye83q-azd8gAlbum da avere:
family
tightrope
Omer Avital QuintetTipica line-up da formazione hard bop (quintetto con sax e tromba), ma la musica è
variopinta. Il jazz (inteso come pulsazione swing) è presente, ma si strizza l'occhio anche alla musica tradizionale ebraica. Un bel mix... Il leader è il celebre contrabbassista Omer Avital, anch'egli Israeliano di nascita e Newyorkese d'adozione (“fratello” musicale di Avishai). Qui in un assaggio da un Aperitivo in Concerto al Teatro Manzoni di Milano.
https://www.youtube.com/watch?v=zY37qsVOoOAIl solo parte da 4:12. Da notare l'incitazione del leader "
more! more! more!" a 5:42 e l'entusiasmo della band intera ad una frase davvero riuscita a 5:17.
Album da avere (in realtà tutti, quelli con Avishai, ma mi limito all'ultimo uscito, l'unico, a quanto mi risulta, registrato in studio, gli altri sono dei live con ripresa non eccezionale):
new song
Third World LoveQuartetto che percorre strade che solo raramente intersecano il jazz (sempre inteso come pulsazione swing). Musica ebraica, africana, multietnica... insomma, un melting pot veramente riuscito.
https://www.youtube.com/watch?v=tfWdewmhwYUPer chi volesse avventurarsi in un live intero (in streaming) a Tribeca (NY), ecco il link:
http://mipiaceiljazz.blogspot.it/2012/04/third-world-love-live-from-92y-tribeca.htmlAlbum da avere:
New Blues
Song and Portraits
The Jinga QuintetQuintetto di matrice latin, ma dove il Nostro – quando il piatto parte in quattro – swinga duro.
Non ho reperito video su Youtube, ma vi linko i due (unici) album usciti (a disposizione su iTunes), molto accattivanti e imperdibili per chi ama le atmosfere brazialian e latin.
The Stracture of Survival
A Day Gone By
Per terminare, un altro estratto live di
Triveni, dove Avishai si propone su un celeberrimo brano di composizione di Don Cherry (Art Deco). Della stessa serie i video dell'intero concerto a Coruna... imperdibili!
https://www.youtube.com/watch?v=PPKzKntBA_YDa notare il solo davvero ispirato di Avishai (che segue i cambi e non fa rimpiangere l'assenza di uno strumento armonico) e la citazione 'colta' di Avital nel proprio solo...
Al prossimo jazz-trumpet-hero!