E dopo Avishai, ecco un altro young lion della scena newyorkese...
AMBROSE AKINMUSIREDubito vi sia appassionato di tromba jazz che, ormai, non conosca questo straordinario musicista.
E' salito alla ribalta in pochissimo tempo per effetto del tam-tam di musicisti (prima) e di critica (poi).
Comincio con una pillola di incredibile bellezza. Trattasi di composizione non 'mordi e fuggi' per vedere quant'è bravo, ma da assaporare in tranquillità, cogliendone le sottigliezze armoniche e la bellezza complessiva della tessitura e del suono (il passaggio da 1:05 a 2:00 che culmina a 1:45 è letteralmente da brividi...):
https://www.youtube.com/watch?v=YI7U9gnIUR4Californiano di nascita e Newyorkese di adozione.
Studia alla Berkley di Boston nonché presso la University of Southern California e la Thelonious Monk Institute of Jazz, dove è stato allievo di Terence Blanchard, Herbie Hancock e Wayne Shorter.
Nel 2007 vince la prestigiosa
Thelonious Monk Institute of Jazz Competition (la giuria era composta, tra gli altri, da Quincy Jones, Herb Alpert, Hugh Masekela e Roy Hargrove) nonché la
Carmine Caruso International Jazz Trumpet Solo Competition, che si tiene a Tucson (Arizona).
Equipaggiamento:
Trumpet: Bach Strad 37 (negli anni di studio) e poi una collezione davvero
importante di Martin Commettee
Mouthpiece: Bach 7C e 3C Aad inizio carriera), ora Monette B2 (penso STC-1, non Prana).
E' molto particolare (e non esattamente 'tradizionale') come intende l'improvvisazione, anche quando si cimenta in stranoti standard:
https://www.youtube.com/watch?v=r-4JUb1Cc6YDa notare il suono, incantevole (dal mio punto di vista), la difficoltà del fraseggio (intricato ma sempre lucido) ed il legame con la tradizione (questo brano non può riportare a quanto fatto sulla medesima partitura da Clifford Brown
https://www.youtube.com/watch?v=oQvsXgfEdo0).
Bella la versione della Golsoniana Stablemates che trovate nel suo secondo album, primo per la lebel Blue Note (“When the heart...”).
Qui è alle prese con un blues: dopo calibri come Lovano, Redman e Blanchard (e prima di calibri come Heat e Shorter!), piazza due giri estremamente personali e assolutamente allucinati, dimostrazione di assoluta personalità:
https://www.youtube.com/watch?v=cCA6klmPt2MCon il suo quintetto ha attirato l'attenzione di critici e ascoltatori per la unità e compattezza del combo e per la particolarità delle composizioni. Consiglio la visione dell'intero concerto al Jazz Standard di New York per comprendere meglio di cosa sto parlando.
https://www.youtube.com/watch?v=T8MHggEGN68https://www.youtube.com/watch?v=TNRqk5WygpMhttps://www.youtube.com/watch?v=mxGsO_WGZPIhttps://www.youtube.com/watch?v=fYglJ9dnWaQQui un estratto da un altro live, dove l'imboccatura (considerate le labbra importanti ed il fatto che ha suonato per molto tempo un Bach 7C, ritengo operi un considerevole roll in) e la respirazione (vedi la pancia come si muove, sembra quasi che applichi il metodo wedge che Valter-Confusion51 ha ben illustrato) ed il suono (davvero “speciale”, brunito, pieno di armonici, FAT) di Ambrose si 'leggono' molto bene:
https://www.youtube.com/watch?v=qP0CUoUZ4FEAmbrose non è un trombettista
facile di primo impatto, ma scavando nella sua musica, attraverso il suo magnifico suono (un giovane trombettista italiano affermato, sentendolo al Ronnie' Scott di Londra ad un metro dalla campana, lo ha definito il miglior suono live che abbia mai udito nella sua vita!), se ne può cogliere l'immensità.
Ecco un altro bell'estratto live che lo vede protagonista:
https://www.youtube.com/watch?v=I1qgqSLYLZ0Altra chicca, in duo con pianista:
https://www.youtube.com/watch?v=wIO3HSiieUUTrattasi di musicista abbastanza 'giovane' (non solo d'età, ma anche di permanenza nel mercato discografico, per cui per chi avesse intenzione di ascoltare l'opera omnia, non avrebbe da spendere troppi soldi). Quanto alla discografia, dividerei, oggi, la sua produzione in due 'tronconi':
1)
Produzioni ove egli è il leader:
L'ultimo in ordine cronologico è uscito oggi sui portali digitali ed è davvero un bellissimo prodotto; trovano posto anche dei brani cantati e, per certi versi, il livello compositivo (e a tratti anche l'eloquio improvvisativo) sembra avvicinarsi a quello di Terence Blanchard, suo mentore e maestro.
2)
Criss Cross records sessionsUna menzione particolare va all'ultimo album, a nome di David Binney, veramente sopra la media dal punto di vista esecutivo e soprattutto (ma questo è un merito dello straordinario leader della session) compositivo.
Per terminare, una bella master dove suona (anche in solo, pratica in cui egli è maestro e gli riesce davvero bene... e non è facile!) e risponde ad un po' di domande (timide) degli ascoltatori.
Al prossimo jazz-trumpet-hero!