Buongiorno a tutti,
ho finalmente (quasi) completato la serie dei bocchini Bach, non in termini di
size, ma di
cronologia.
Nel senso che ho a disposizione tutti i
Bach della serie
7C dal
New York a quelli moderni.
Per farsi un'idea di che parlerò, ecco il sito dove potete trovare le variazioni dei Bach nel corso degli anni:
http://www.bachloyalist.com/mouthpiece/mouthpieces_variations.htmEcco una disamina delle differenze che ho rilevato, provandoli con una
Bach LT180 37* (anni '80) ed una
Martin Committee #2 (Medium bore) (anno 1948).
Ovviamente le sensazioni ed il feeling sono prettamente personali e determinate considerazioni possono valere per il sottoscritto (e per il modo con cui approccio i pezzi) e non per altri.
Spero la disamina possa servire a qualcun altro che voglia addentrarsi nel fantastico mondo dei bocchini Bach.
Tenete conto che conosco sia il mondo dei bocchini tradizionali (Bach) che quello
Monette, avendo suonato questi ultimi per un lustro (con fugace e fallimentare passaggio per i
Prana), all'epoca in cui questi erano poco conosciuti in Italia e per comprarli bisognava farseli arrivare dagli Stati Uniti o da Spada (allora unico rivenditore europeo di Monette). Con il B6 (legit) mi trovavo bene, ma alla fine la sirena del suono dei Bach (soprattutto d'annata) ha avuto la meglio ed ora quello che sento uscire dai
Monette,
in termini di suono, quando ogni tanto li monto e ci faccio un giro, non mi piace più (ma è questione di opinione personale e di gusto, non discuto né la qualità né le capacità performanti dei pezzi, che sono dei gioielli veri e propri).
Preciso inoltre che suono esclusivamente jazz, per cui il gusto di suono che intendo (o tendo ad) ottenere è in tal senso orientato.
Ciò chiarito, ecco la disamina, pezzo per pezzo:
Bach New York1930 circail
NY è il più differente di tutti, la sensazione è che sia più piccolo degli altri (ed in effetti visivamente appare decisamente più piccolino) e che la tazza sia leggermente più alta. Il suono è più chiaro dei successivi (
thin). Mi da' una sensazione di 'grippaggio' (ancoramento al labbro superiore) che per taluni può essere un pro, a me non piace (preferisco che le labbra si muovano all'interno della tazza). Identica sensazione me lo da' l'
Artisan (vedi poi), che non per niente e' la copia di un
NY. Il suono è leggermente più chiaro dei successivi (idem per l'
Artisan). La penna, in termini di lunghezza, e' uguale alle altre, ma si incastra al receiver in modo che venga fuori molto di più dei successivi. Suona bene con le trombe vintage, meno con quelle moderne (testato anche con una YHM8310Z).
Bach New York Mont VernonAnni '50il
NY Mont Vernon è quello che ha, tra tutti, il suono più bello, quasi 'flicornoso'. E' incredibile il cambio radicale di rotta che ha preso il brand con il passaggio dal
NY al
Mt Vernon... ! La sensazione è che sia leggermente più ampio del
NY (anche visivamente la tazza sembra decisamente più ampia e leggermente più profonda). Ha la penna più fina degli altri (non al livello dei Prana Monette, ma poco ci manca...) e il foro è leggermente più largo del
NY. Maggior suono ma anche maggior aria che corre. Mi stanca di più e in alto mi taglia un po'. La lunghezza della penna è uguale al
NY ma si incastra un po' più in fondo. Risulta più bilanciato e intonato del
NY, anche se in alto (mi) taglia un po' le gambe. E' forse quello che avvicinerei di più al mondo Monette, se dovessi trovare delle analogie (foro largo, penna fina, ecc.).
Bach Corp (senza punto)anni '60il
corp (senza punto) è praticamente identico al
NY Mont Vernon, anche se mi sembra più facile in alto rispetto al precedente. Anche questo tende a stancarmi presto e a ingrossarmi un po' il labbro superiore. Il suono è 'grosso' ed ha una potenza superiore rispetto al
NY. Simile al
Mont Vernon, senza però il fastidioso problema del taglio in alto. La penna non è più fine come quella del
Mont Vernon.
Bach Corp. (punto grande)1970
il
corp (punto grande) ha maggior retropressione, è diverso come feeling dal
Mont Vernon ed il suono è meno ricco, ma risulta molto più facile da suonare (specie nelle zone alte); anche questo, alla lunga, mi da' un fastidioso ingrossamento al labbro superiore.
Bach Corp. (punto piccolo)anni '80il
corp (punto piccolo) è quello che ad oggi preferisco. Ha un livello sonoro inferiore (meno grosso e ricco di armonici) rispetto al '
senza punto' o al
Mont Vernon, ma e' più immediato e più “facile”. Non mi stanca per nulla e mi da' una sensazione benefica (per me, che mi appoggio molto alla vibrazione della tromba) di “retropressione”, che mi aiuta notevolmente in tutti i registri. Mi ci vuole meno aria per suonarlo, anche se non si raggiungono i livelli di 'grossezza' del
Mont Vernon o di volume del
corp (no period) (che è il mio secondo preferito, ad oggi).
Vincent Bach (lettere grandi)1997-2003il
Bach lettere grandi degli anni 2000 è il meno efficiente. Mi pare persino più “stonato” rispetto agli altri (molto crescente nelle basse e calante nelle alte)... Ho quindi provato a farlo modificare da Roscoe e, in seguito all'intervento, l'intonazione è migliorata (di molto) ed anche il suono. Non raggiunge ora la “grossezza” e la ricchezza di armonici del
Mont Vernon (o del Corp senza punto) ma è meno chiaro. In alto mi da' però le stesse problematiche del
Mont Vernon (mi taglia un po').
Bach Artisanl'
Artisan è molto simile (ma NON identico, esteticamente, al
NY), con la differenza che la sensazione di grip è maggiore (e quindi per me risulta addirittura insuonabile) e mi sembra, come suono, addirittura più chiaro e
thin del suo predecessore. Ha la penna più corta rispetto al
NY originale e si innesta allo stesso livello dei
Mont Vernon o dei
Corp. La differenza più eclatante rispetto al
NY (originale) è il bordo, che mi sembra meno spesso e si avvicina forse maggiormente allo style Schilke (ma il NY originale non ha niente a che fare con quest'ultimo brand).
Tranne il
NY e l'
Artisan, per tutti gli altri la sensazione dell'appoggio è identica, mentre cambia il feeling in termini di retropressione, scorrevolezza dell'aria e di quantità d'aria necessaria a farli suonare.
Devo anche dire che, dello stesso periodo, ho provato diversi pezzi, ed il feeling può anche NON essere affatto 'identico' (anche se da catalogo le misure dovrebbero essere quelle), per cui, trovato un bocchino di una certa annata, non è detto che ve ne sia al mondo un altro dello stesso periodo più "performante".
Ultimo accenno ai
Megatone, di costruzione moderna.
Non li trovo eccezionali (ne ho uno silver ed uno gold satinato) e, se devo dire la verità, pur notando un beneficio in termini di maggior massa, un maggior benefico equilibrio sull'appoggio alle labbra ed un maggior volume complessivo, trovo che siano più 'stancanti' (necessitano più aria) e che non raggiungano la ricchezza del suono dei pezzi tradizionali (soprattutto d'annata).
Mi sembra sia tutto...