Questo è il primo studio fatto seriamente che mi capita di leggere!
Rilevo una serie di fattori che limitano in parte l'utilità (non la validità) dell'esperimento:
1) La scelta arbitraria di un bocchino per effettuare i test (bocchini diversi generano/modificano serie armoniche diverse)
2) La possibilità di variare il rim comporta di fatto una differenza di volume della tazza e quindi la "compressione" del sistema e quindi ancora la resistenza percepita ed infine l'approccio del trombettista nel variare "la mira" di ogni nota man mano che si sale
3) Il metodo del misurare le note durante una scala ascendente, seppur minimamente mitigata da un paio di note "di riferimento" prima della scala stessa e la nota "di rilassamento psicologico" (il La) prima dell'ultima scalata, costringono il trombettista a dover pensar ad un movimento dal basso verso l'alto. Per contro la prima nota è un Mi suonato senza usare le pompette, ne deriva che se vogliamo avere una bella prima nota risonante abbiamo un riferimento di intonazione necessariamente più crescente rispetto al resto delle note.
4) L'estensione è limitata a due sole ottave, più semplici da suonare senza dover "incarognirsi" ma pur sempre sue sole ottave. Alcuni difetti diventano lampanti nell'estensione acuta.
5) La scelta di limitare la gamma dinamica al MF pone due problemi, il primo è che i difetti di uno strumento si amplificano aumentando il volume, il secondo è che il comportamento di una tromba varia (purtroppo) quasi sempre al variare del volume, nel senso che TUTTE le note tendono ad essere crescenti suonando sempre più piano e calanti suonando sempre più forte. Le due cose vengono spesso confuse perché la variazione di volume su una stessa nota "vince" sull'intonazione media della serie completa delle note a volume costante.
6) Le note suonate con uno o più pistoni sono da una parte oggettivamente stonate a causa di errori nella costruzione dello strumento, dall'altra sono stonate perché anche una tromba ideale RICHIEDE che quando si suonano due o più pistoni contemporaneamente di debba compensare l'addizionale lunghezza rispetto allo strumento suonato senza pistoni. I dati non sono quindi compensati né aritmeticamente né imponendo ai trombettisti di allungare di una quantità predeterminata matematicamente.
7) La scala usata nel test mostra come non solo il trombettista sia prono a produrre un suono in generale non stabile ma che l'andamento verso l'alto determina una variazione dell'intonazione di ogni singola nota con una tendenza a salire costringendo chi ha fatto questo esperimento a prendere come riferimento una media delle frequenze prodotte durante ogni nota.
Per contro molti concetti sono, finalmente, chiariti da un punto di vista scientifico
1) Se si usa più di un pistone SI DEVE allungare qualcosa per compensare. Punto.
2) L'intonazione del Sol basso è mediamente UN TONO INTERO sotto il Do Diesis!!!!
3) Se si compensa il grafico in Fig.3 in ragione del necessario aumento della lunghezza delle pompette nelle note che richiedono due o più pistoni e la naturale tendenza dei trombettisti a pinzare salendo e a mollare scendendo, si nota il tipico schiacciamento degli armonici, crescenti in basso e calanti in alto.
4) Il grafico in figura 5 mostra come la tromba di riferimento con il bocchino di riferimento non producano un'intonazione costante quando suonati dai 35 diversi trombettisti. La motivazione è abbastanza evidente: il livello tecnico del musicista, l'equipaggiamento normalmente usato e l'orecchio musicale hanno un'influenza enorme sul dove i trombettisti vadano a cercare le note. Ne deriva che per poter testare una tromba nel modo più onesto possibile non basta essere bravi (e/o non serva essere bravi) quanto piuttosto sia importante saper cogliere quello che la tromba vuole produrre e non quello che il trombettista vuol ottenere dalla tromba.
5) Nonostante ci siano alcune differenze incredibili a parità di strumento e bocchino (oltre 90 cent nel Sol basso!!!) la media delle deviazioni dall'intonazione temperata segue un pattern comune che mostra quando siano tipicamente stonati gli armonici delle trombe.
6) La medesima nota, il Sol centrale, risulta diversamente intonata nei due test, nel primo è la nota d'arrivo della scala dal Sol basso, nel secondo è la seconda nota di una scala che presenta un La "di centratura". Curiosamente (ma neanche tanto...) nel secondo caso lo stesso Sol è più crescente perché il riferimento tonale è dato dal La suonato senza usare la pompetta per compensare.
Ne derivano tre considerazioni:
a) il trombettista mira più all'intonazione rispetto ad una prima nota di riferimento, piuttosto che a cercare il punto di risonanza dello strumento
b) il contesto armonico non temperato ha una forte influenza sull'intonazione dello strumento
c) il trend in salita del test influisce sul test stesso al punto da generare ottave "stirate", separate da più di 1200 cent
7) L'esperienza, la bravura del trombettista influisce solo minimamente sull'intonazione delle note: nel test solo l'intervallo Do basso - Sol centrale è "meno sbagliato" di 5 cent quando suonato dai "pro". Siamo quindi in un intervallo semplice sia perché basso sia perché in quel range è più facile "piegare le note". Tutto lascia pensare quindi che sia più una questione di educazione/orecchio musicale piuttosto che una difficoltà tecnica. Negli estremi invece le differenze sono minori mostrando quindi che "il mezzo influisce più della bravura".
Altre considerazioni: per la natura dell'esperimento, necessariamente limitato quanto a scelte di strumenti e strumentisti, non è possibile giungere a conclusioni diverse da "la totalità degli strumenti provati sono maledettamente stonati".
E' abbastanza ragionevole pensare che i test siano stati fatti utilizzando almeno in un caso una combinazione di strumento e bocchino più intonato rispetto al resto, immagino sia la Romeo Adaci con il bocchino Breslmair. Anche in questo caso purtroppo il risultato è estremamente deludente. Se la premessa è corretta la conseguenza è che l'orecchio dell'ascoltatore è in genere "tarato male" rispetto a quanto sia la giusta intonazione (temperata o no che sia). Io mi spingo a dire che questo sia tanto più vero quando l'ascoltatore è un trombettista, abituato negli anni ad accettare note stonate come giuste.
Non è possibile valutare l'influenza del bocchino sull'intonazione di una tromba, alla luce dei concetti di Monette (bocchini più corti, fori e penne più larghi etc etc) sarebbe stato molto interessante fare dei raffronti.
Non esistono campioni sonori che permettano di valutare quanto il trombettista sia risonante nelle singole note.
Anche quando si elimina dall'equazione il fattore umano tramite l'utilizzo del BIAS il risultato MEDIO non cambia: le serie armoniche sono comunque compromesse. L'uomo influisce ma non sempre nella stessa misura o direzione.
Siccome questo test è stato fatto a Vienna sarebbe bello chiedere ad Adam se può fare un salto in quella università per fare qualche prova con la Monette...