Grazie Norman,
con piacere, nel mio piccolo, contribuirò alle discussioni. Credo però che il mio punto di vista sia forse viziato alla base dallo strumento che suono. Mi spiego meglio. Credo che molti argomenti si possano comprendere in maniera più eterogenea e globale se, indipendentemente dallo strumento suonato, si inizia a far pratica e a studiare su una tastiera. Spero di non far storcere il naso a qualcuno (non essendoci chitarristi qui i nasi storti dovrebbero essere pochi...) o sovraccaricare una routine di studio che per ogni strumento è già di per se fitta, ma studiare l'armonia e l'improvvisazione sul piano credo sia necessario per portare lo studio strumentale ad un livello superiore. Sul piano riusciamo a visualizzare velocemente strutture armoniche e concetti in un modo geometrico e pulito che non ha paragoni rispetto a qualunque altro strumento. Intendiamoci, non è che bisogna diventare pianisti o mettersi a fare l'Hanon e il Czerny, nemmeno è necessario avere un pianoforte acustico a sette ottave, ma una conoscenza operativa della tastiera e l'abilità di potersi accompagnare e testare dei concetti melodici secondo me sono di enorme importanza per tutti gli strumentisti.
Incidentalmente, proprio in questi giorni stavo stendendo un programma di articoli sul piano come risposta a diverse email ricevute sul sito Jazzpaths e adesso, rispondendo alla tuo intervento, pensavo che sarebbe bello adattare questi articoli ad un pubblico più vasto, magari con meno tecnicismi strumentali. Potreste indicarmi voi quali argomenti trattare e a quali necessità dare la precedenza in questa serie di articoli. Magari potremmo fare un post o un sondaggio per raccogliere un certo numero di informazioni e poi partire.
Alessandro